capitolo 45

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Martedì 09 agosto

Questa mattina mi sento piacevolmente le ossa a pezzi, stanotte un insaziabile Koan mi ha messo proprio a dura prova, ed è stato fantastico.
Ripenso al suo corpo avvinghiato al mio; le sue mani strette forti sui fianchi, i suoi denti mordicchiare dolcemente la mia pelle, centimetro per centimetro, esplorando tutto il mio corpo, facendomi conoscere sensazioni che ignoravo.
Sono qui sdraiata nel letto che ansimo profondamente, e mi accarezzo tutta al suo ricordo: Koan, e i suoi mille volti dell'amore.
Al pensiero di poterlo perdere, sento subito un forte peso sullo stomaco, che mi fa venire voglia di vomitare, non posso più immaginare la mia vita senza di lui.
E tutto questo mi riconduce inevitabilmente a mia madre, e al fatto che, in qualche modo, sento il dovere di chiamarla.
Koan come al solito si è già alzato di soppiatto per non svegliarmi, poi lo vedo che si avvicina vestito in completo gessato da uomo d'affari, come tutte le mattine d'altronde.
<<Diletta stai bene?>>
Oddio allarme! Ha una faccia troppo seria, sicuramente per via di stanotte.
<<Sto be-nis-si-mo!>>
Gli sillabo in tono canzonatorio, mimando con la bocca, in modo che mi comprenda bene, e gli sorrido attirandolo verso di me.
Lui scruta attendente con gli occhi la pelle del mio corpo, e per fortuna nessun segno rosso.
Pericolo sventato!
<<Sei stato fantastico stanotte!>>
Mi affretto a dirgli, ricoprendomi con il lenzuolo.
Lui continua a fare scena muta. Sbuffo rumorosamente.
<<Senti Koan, se non la finisci con questa scena patetica, non esco con tua nonna!>>
Lo ricatto mettendogli il muso.
<<Scusa Diletta, certe situazioni non riesco a gestirle, sono del tutto nuove per me. Tutto quello che riguarda te mi spaventa, e non voglio che nessuno, e dico nessuno, si intrometta fra noi. Dopo quello che è successo l'ultima volta, ho il terrore di perderti!>>
I suoi occhi si illuminano come fari, lo abbraccio e lo stringo forte.
<<Koan io ti amo! Come posso lasciarti ora che fai parte di me, sei incastonato dentro, ormai duro da rimuovere.>>
Anche lui mi stringe a sé, quasi voglia veramente entrare nelle viscere fondendoci in un'unica anima.

Ci stiamo avviando tutte e due a lavoro. Indosso la divisa, la guardo e mi viene in mente nonna Dory.
<<Senti Koan, cosa dirà la nonna se esco con lei vestita così "stracciona".>>
Ironizzo sui gusti della Signora Kondo.
<<Puoi essere un po' più magnanima con una donna di quasi settantotto anni!>>
Dice altrettanto ironico.
<<Caspita! Tua nonna porta proprio bene i suoi anni, da fare invidia alla mia generazione.>>
Esclamo allibita.
Arrivati davanti all'ormai familiare scalinata del museo, Koan mi avverte.
<<Mia nonna verrà verso l'ora di pranzo per mangiare insieme a te.>>
<<Uhm... Ne sono molto felice!>>
Dopo un lungo bacio scendo e poi mi sento chiamare.
<<Diletta...>>
Mi giro.
<<Ti amo!>>
<<Ti amo!>>
Entusiasta che ormai abbiamo preso il via a ricordarcelo sempre, salgo gli scalini saltellando.
Questa volta non c'è nessuna Yu che mi possa rovinare la giornata.

La mattina è volata, ora sono qui con nonna Dory, una di fronte l'altra che aspettiamo di ordinare.
Non siamo al Okamoto Sushi, ma in un locale molto più sofisticato, per scelta della nonna.
Dopo il pranzo mi aspettano: shopping, salone di bellezza, e la serata al teatro Kabuki, a vedere un'opera tutta in giapponese.
Si prospetta una giornata lunghissima...
<<Allora Diletta, come ti trovi qui in Giappone?>>
Domanda di rito.
<<Devo dire che per ora mi trovo bene, anche se non amo particolarmente i posti affollati.>>
Risposta di circostanza.
<<Al lavoro come ti trovi?>>
<<Bene, mi piace questo lavoro!>
<<Bene!>>
<<Bene!>>
Per ora procede tutto formalmente.
<<Dunque sei Italiana!>>
Ma che razza di domanda è questa? Dai nonna puoi fare di meglio!
<<Sì!>>
Rispondo, oddio Koan dove sei? Vieni a salvarmi!
La Signora Kondo mi sta fissando con i suoi occhi di un verde profondo, e noto qualcosa di Koan in lei ma non so bene cosa...lei è così...come dire, poco orientale.
<<Sicuramente ti starai chiedendo cosa ci fai qui con una vecchia rimbambita.>>
A sentir quelle sue parole mi sento avvampare. Cavoli mi ha letto nel pensiero, deve essere un gene di famiglia!
Devo comportarmi da persona matura.
<<No io...non mi sognerei...di darle della rimbambita!>>
Farfuglio qualcosa imbarazzata e cerco di cambiare atteggiamento.
<<Non importa Diletta! Non ti devi giustificare, è colpa mia, mi sono intromessa in cose che non mi riguardano.>>
Mi dice mortificata.
<<Signora Dory la prego, non c'è nessun problema!>>
Cerco di salvare il salvabile.
<<No...e che ci tengo molto a mio nipote, più di quanto voglia far credere. È l'unica persona che mi è rimasta al mondo, darei la vita per lui, e presto potrei non esserci più. Devi sapere che suo nonno, mio marito Kuemon, che Dio lo benedica, quando lo visto per la prima volta, me ne sono innamorata subito. Lo incontrato a Kyoto, e dopo un anno ci siamo sposati ed è nato subito Ken, il padre di Koan. Aveva ventinove anni quando è diventato padre e io venti, la cosa più curiosa e che anche Ken, mio figlio è diventato padre a ventinove anni.
La povera Nagisa si è ammalata dopo qualche anno che è nato Koan.>>
Il nome della madre lo già sentito da qualche parte, ma non dalla bocca riservata di Koan.
<<I suoi genitori desideravano tanto dare a loro figlio dei fratelli, ma lei era debole e non è riuscita a portare avanti nessuna gravidanza, se fosse andata diversamente oggi Koan avrebbe avuto altri due fratelli.>>
Ora ricordo... Nagisa era il nome del traghetto che abbiamo preso sul lago di Biwa, che coincidenza... E se non lo fosse? Con lui tutto è possibile!
<<Koan è al corrente del fatto che poteva avere dei fratelli?>>
<<Credo di sì, ma è un argomento che non ama parlarne.>>
I suoi occhi ora appaiono di un verde scuro, stesso colore di quelli di Koan quando è malinconico.
<<Ci tenevo tanto a conoscere la ragazza che ha fatto breccia nel cuore di mio nipote, ho affrontato questo viaggio, non ostante il medico me lo abbia proibito in questo periodo. Gli ho anche chiesto di portati da me in Irlanda.>>
Ora la donna davanti a me è diversa, più affabile, più umana, ha tolto le vesti da aristocratica.
<<Quando ho conosciuto mio marito, ho imparato soprattutto ad amare tutto quello che lo riguardava: il suo lavoro, la sua vita i luoghi in cui viveva, il suo paese il Giappone.
Mi sono sposata in Kimono e pettinatura di rito ed è stato il giorno più bello della mia vita.>>
Mi viene in mente la stampa nella "Saletta delle luci bianche", è lei la donna di spalle seduta, e lui suo marito, il nonno di Koan.
<<Morto lui e mio figlio, sono voluta rientrare nel mio paese l'Irlanda. Tutto qui mi riportava in mente loro. Non per questo voglio dire che sono andata via per dimenticare, ma il dolore, e la gioia del loro ricordo, fanno a pugni nel mio cuore, cara ragazza, alla mia età non posso scherzare, devo stare il più tranquilla possibile. Ma ti garantisco che loro sono sempre con me, ogni minuto di ogni singolo giorno.>>

Si è rivelata una donna veramente forte, ancora una volta mi meraviglio del mio comportamento infantile.
Ho deciso che vivrò questa giornata intensamente sino all'ultimo, in sua compagnia, e tutti quelli che restano prima della partenza.
La nonna di Koan si è rivelata una donna brillante, ora quasi mi dispiace tanto che vada via, in questi giorni abbiamo imparato a conoscerci meglio, e a volerci bene.
Abbiamo scoperto di avere tante cose in comune; l'amore per l'arte e la letteratura e sopratutto l'amore incondizionato per Koan.
Mi ha anche lasciato dei suoi libri pubblicati, scritti da lei, e non vedo l'ora di leggerli.




  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن