Prologo

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Dahut

Quando penso a te, il primo ricordo è il profumo del vino.

Era un Falernum dal sapore corposo che dopo pochi sorsi scioglieva la lingua e alleggeriva la testa. Ne avevi portate diverse anfore da offrire in dono ai nobili di Ys durante i negoziati, ma nessuno a parte me volle darti ascolto. Perciò finimmo per berne molto noi due. Insieme.

Le coppe si alzavano e le parole scorrevano. Io faticavo a masticare il tuo latino e tu strascicavi le sillabe galliche, ma in qualche modo riuscivamo a capirci. Ci raccontavamo le nostre vite per come erano state prima che ci incontrassimo. Fu inevitabile cominciare a chiedersi come sarebbero diventate dopo.

Ricordo la tua pelle cotta dal sudore, la cicatrice incisa nel viso che parlava della ferocia, ma anche del tuo più grande talento, quello di non risparmiarti.

Sento le risate ebbre che ci risalivano in gola.

Il ruggito delle onde.

Le urla della gente di Ys mentre le dighe cedevano e la punizione dell'acqua calava sui palazzi.

La maledizione vomitata dalla bocca di mio padre. Lo strappo assordante del mio corpo che perdeva la forma e diventava una prigione immortale. Non avrei abbandonato la città di cui ero boia e principessa, nemmeno dopo averla consegnata all'oceano in nome del nostro amore proibito. La mia carne si coprì di squame e i muscoli dovettero imparare una nuova danza.

Ricordo la fatica. Addentrarmi nell'abisso con le spinte della coda in cui si erano trasformate le mie gambe richiedeva uno sforzo. Non ero abituata, non a questo. Quando ti raggiunsi, il peso della tua armatura ti aveva già inchiodato sulla rena del fondale. I tuoi capelli danzavano come alghe e l'ultimo respiro era già scappato dalle tue labbra in piccole bolle.

Ricordo il tuo nome. Lo cantai per prolungare il nostro tempo oltre la scadenza. Ti incatenai l'anima a questa vita, una ruota eterna di morti e incarnazioni. Ancora profumo di vino, carezze ruvide, il tuo gallico impacciato.

A rifletterci adesso sembra una crudeltà. Ma ieri, prima di spirare di nuovo tra le mie braccia, l'hai giurato. Hai detto di aver trovato la chiave.

Il mio cuore trabocca di emozione. Potrei morire per la gioia, se la maledizione lo consentisse.

Presto guarderemo sorgere il sole, liberi e insieme.

E potremo dimenticare.

Grazie per essere arrivati a leggere fino a qui e benvenuti in questa pazza storia! Si tratta di un fantasy contaminato, un ribelle che vuole spezzare confini e attinge a piene mani al mito celtico: quella di Ys è un'antica leggenda bretone e con ...

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Grazie per essere arrivati a leggere fino a qui e benvenuti in questa pazza storia! Si tratta di un fantasy contaminato, un ribelle che vuole spezzare confini e attinge a piene mani al mito celtico: quella di Ys è un'antica leggenda bretone e con questo romanzo mi sono divertita a reinterpretarla.

Auguro un buon proseguimento nella lettura a chiunque sia abbastanza spericolato da arrischiarsi a scoprire le prossime pagine, dove incontreremo Morrigan, la protagonista della storia, il principe Cormac e tutti gli altri personaggi. Questo prologo è abbastanza misterioso, ma a suo tempo tutto diverrà chiaro.
Ogni vostro commento è bene accetto.

La principessa di Ys - IN LIBRERIA Where stories live. Discover now