C a p i t o l o 20.

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Seguì con lo sguardo l'amico che si dirigeva verso casa in sella alla sua bicicletta. Stiles non potè non notare che diede uno sguardo intenso alla casa di Allison.
Nonostante i continui incoraggiamenti da parte sua, Scott non si era ancora deciso a chiederle di uscire.
"Se continui così non ce la farai mai, McCall", pensò.
Si buttò a capofitto sul letto, pensando a come avrebbe fatto per raggiungere Derek e, soprattutto, a come avrebbe fatto per ammettere di volerlo rivedere senza sembrare ridicolo ai suoi occhi. Da come si era comportato nei suoi confronti e stando alle ultime parole che si erano detti, Derek Hale avrebbe anche potuto essere interessato. Fu quando Stiles ragionò sulla sua bellezza, la sua maturità e la differenza di età che le possibilità di un ipotetico interesse nei propri confronti crollarono improvvisamente. Sebbene non fosse a conoscenza di quanti anni avesse Derek, si convinse che fossero all'incirca venticinque. Tamburellò nervosamente le dita sul lenzuolo, quando sentì la porta di camera sua aprirsi.
"Stiles"
"P-Papà"
Aveva l'aria turbata, come se stesse ancora riflettendo su quanto fosse successo quella mattina.
Si avvicinò lentamente, per poi sedersi a fianco al figlio.
Gli diede una carezza paterna, severa ma delicata al tempo stesso, gesto che scosse Stiles non poco. L'aveva forse perdonato, o si stava semplicemente illudendo?
"Non ti ho perdonato", iniziò a parlare, con la voce leggermente tremante: aveva ricevuto immediatamente la risposta alle sue domande. "Ma non posso nemmeno non tenere conto che tu sia un ragazzo di diciannove anni e particolarmente amante dell'avventura. Non posso pretendere sempre un comportamento maturo da te. Ripeto, non è un perdono, nè tantomeno una giustificazione". Durante il monologo, aveva acquisito autorevolezza, passando da un atteggiamento turbato a uno più sicuro di sè. "Sto solo dicendo che sei mio figlio, che ti amo più della mia stessa vita, e che ho il dovere di amarti il doppio. Da quando tua madre, m-mia m-moglie..."
Stiles capì che quel momento si sarebbe trasformato in una delle volte che si prendevano del tempo per parlare di quanto era successo esattamente un anno prima. Gli prese la mano, appoggiò la testa sulla sua spalla, e con la sinistra si asciugò la lacrima. Guardava ora davanti a sé, fissando nel vuoto, stringendo la sinistra del padre con la sua destra, sempre più forte.
"D-da quando lei non c'è più, ti sono venuti a mancare non solo la sua presenza, la sua bellezza, quella dolcezza che mi ha fatto innamorare, ma anche il suo amore nei tuoi confronti. Non hai idea di quanto ti amasse, Stiles, non ne hai idea. Eri il suo diamante, il suo spiraglio di luce nel buio. La sua opera più bella. Ricordo che quando sei venuto alla luce, ti ha stretto forte a sè e mi ha detto -È il nostro capolavoro-"
A quelle parole, così sincere e pure, Stiles scoppiò in un pianto silenzioso. Sentiva gli occhi bruciare, e il cuore lacerarsi. Ogni parola era una freccia e un cerotto al tempo stesso.
"Ho il dovere di dare al nostro capolavoro  l'amore che merita, quello di un padre e quello di una madre.
Tua madre una volta mi dedicò una poesia scritta da lei che recitava
"E se qualcuno non ti amerà più, ti amerò il doppio".
È questo quello che voglio essere per te, quello che voglio darti, e scusami se a volte non l'ho fatto".
A questo punto Stiles si girò di scatto, fiondandosi tra le sue braccia.
"Mi hai amato il triplo, papà"

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora