Twenty eight.

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Mi sveglio e guardo l'orarii sul cellulare. Merda, sono le 8:47.
Prendo un leggins nero e una felpa nera.
Mi lavo i denti di corsa e mi lego i capelli. Prendo lo zaino e scendo giù di corsa.
Mi in cammino a passo sostenuto verso scuola e dopo un po' sento un clacson che suona dietro di me per un paio di volte. Mi giro e vedo che è Lorenzo. Mi ha salvata, non sono in ritardo.
"Dove credevi di andare da sola?" dice mentre entro in macchina.
"A scuola? Inoltre ero in ritardo." mi appoggio al sedile per la stanchezza.
"Ti sei svegliata tardi?"
"Esatto."
"Hai studiato per la versione di latino?"
"Diciamo che ci ho provato. Ed è stato un tentativo abbastanza vano."
"Sai da chi copiare?"
"No, sono tutti dei bastardi. Sto sempre sola in classe." scrollo la home di Facebook sul cellulare.
"Questa è un'altra cosa di cui dobbiamo parlare."
"Non è una cosa di cui mi interessa discutere." lo sento sbuffare.
"Dai, scendi, siamo arrivati."
Mi lamento mentre scendo dalla macchina. Sono le 8 in punto e mancano quindici minuti all'inizio di una giornata di merda.
Ci vengono incontro subito i ragazzi, Greg mi abbraccia da dietro, io mi giro e ricambio l'abbraccio.
"Mi devi delle spiegazioni." cazzo, pure lui oggi. E ora che vuole?
"Chiara, credo tu abbia dimenticato una cosa in macchina." mi richiama Lorenzo; mi sento una pallina da ping pong che rimbalza da una parte all'altra.
Lo seguo fino in macchina. Dentro l'abitacolo della macchina mi prende per un braccio per richiamare la mia attenzione. Punto i miei occhi sui suoi.
"Non mi piace tutto questo contatto fra te e Greg."
"Evita."
"È il tuo ex."
"Non era neanche una storia quella, Lorenzo."
"Non voglio che ti tocchi più di quanto abbia fatto già."
Lo bacio. "Io voglio solo te."
Usciamo dalla macchina e ritorniamo dai ragazzi.
"Allora?" parla Greg. Lorenzo mi tira davanti a lui mettendo le mani sulla mia vita. È possessivo.
"Avevo dimenticato il cellulare in macchina."
Greg mi guarda, so che vuole delle spiegazioni e questa cosa mi mette ansia.
Lorenzo lo guarda annoiato. Oddio.
Suona la campanella, merda.
"Bene, io vado a morire, è stato bello." saluto io.
"Ci vediamo dopo." saluta Mark, gli altri ricambiano con un cenno con la mano.
Lorenzo mi ruba un bacio sulla guancia e mi prende le mani. "Andrà tutto bene." ci avviamo entrambi a dentro l'edificio è ci separiamo alla seconda rampa di scale.
Entro, col dizionario di latino in mano e la voglia di vivere a puttane.
Ma Flavia troia, tutte io?!
...
Due ore di inferno. Inferno.
Consegno la versione fatta con tutta la fantasia che avevo in corpo e mi autonomisti per quanto la vita sia una merda.
"Loris, interrogata in mitologia, avanti." manco il tempo di riprendermi un attimo. Alzo la testa dal banco.
"Ho finito ora la versione peggiore della mia vita, non è che può interrogarmi la volta prossima?"
"Loris, ti becchi due se non vieni." e vaffanculo.
"Arrivo." almeno ci piglio tre.
"Parlami dell'Odissea." non so una beata minchia dell'Osidessa, okay?
"Beh, allora, l'odissea..." sto in silenzio guardando il pavimento.
"Vedo che non ha aperto libro."
"No, allora, no, posso spiegare."
"Loris, non ho tempo da perdere, ritorni a posto e apra quel maledetto libro." vaffanculo.
"È le ho messo due, nel caso lo volesse sapere." vaffanculo te e tuo marito che non te l'ha data, vecchia stronza in meno pausa.
Passo il resto dell'ora ad ascoltare musica mentre scarabbocchio sul mio block notes.
Suona la campanella della ricreazione. Ho bisogno di una sigaretta. A chi cazzo la prendo? Lorenzo. Potrei provare con lui.
"Chiara." alzo lo sguardo in direzione della porta ed è Greg. Oddio. Rieccoci.
Mi alzo e vado nella sua direzione.
"Devi darmi delle spiegazioni."
"Sì, okay, ma tu dammi una sigaretta."
"Cosa?-"
"Greg, tu avrai le tue spiegazioni come io avrò la mia sigaretta."
"Andiamo fuori."
Ci avviamo in balcone, non ci sono tante persone. Gli altri sono tutti in giro per la scuola e in giardino.
"Cosa sta succede tra te e Lorenzo? E perché io non so-"
"Ah-ah,  la sigaretta." sbuffa e mi da una sigaretta e l'accendino.
Fisso un istante la sigaretta, smetto di pensare e la metto fra le labbra. La accendo e faccio un tiro.
"Io e Lorenzo abbiamo semplicemente chiarito, punto."
"Non sembra che abbiate semplicemente chiarito. E poi perché non mi hai detto nulla, dato che avete "semplicemente"-fa le virgolette in aria-chiarito?"
"Ho avuto molti pensieri e-"
"Chiara, che cazzo stai facendo?" merda, doveva esserci anche lui proprio ora?
"Ti ho cercata per tutta la scuola e ti trovo anche a fumare? Butta quella cosa. Chi te l'ha data?"
"L'ho scroccata a una mia compagna." Non voglio che c'è l'abbia ancora di più con Greg.
"E poi non è successo nulla... è solo una sigaretta."
"Buttala." tuona la sua voce. Greg sembra distante da noi, nonostante sia a pochi centimetri di distanza.
"Chiara, buttala. Penso anche io sia meglio così."
"Tu fatti gli affari tuoi." ringhia Paggi. Oh, no.
"Va bene, va bene, d'accordo. Ora una non può neanche avere una giornata di merda. Ora non rompete più i coglioni. Io me ne ritorno in classe." mi volto incazzata. Oggi sono stata rimproverato da chiunque, sono stanca. Lorenzo lo dovrebbe capire e invece no, va ad incazzarsi con Greg che non ha fatto nulla di male. Ma poi, Dio santo, chiedo di fumare una fottuta sigaretta. E invece no.
Ritorno ad ascoltare musica. Un messaggio. 'ne parliamo on macchina dopo la scuola.'
'non voglio parlare con nessuno, Lorenzo.'
'non mi obbligare a venire gine in classe da te.'
'mi avete rotto tutti il cazzo oggi.' visualizzato. Ultimo accesso alle 11:23 am.
Oddio, ma perché oggi vivo?
Passano le ultime due ore di lezione e vedo Lorenzo che mi aspetta in cima alle scale.
Andiamo fino alla sua macchina e nessuno dei due apre bocca.
"Mi spieghi che cazzo hai?"
"Oggi è andato tutto una merda, okay?"
"Non puoi fare così solo per un due ad un interrogazione." ora mi incazzo.
"Ma sei serio?"
"Quella poco seria sei tu. Mi sembri una bambina quando fai così."
"Fammi scendere." non posso accettare che mi dica una cosa del genere.
"No, tu non scendo da questa macchina."
"Lorenzo, fammi scendere."
"Ho detto di no, che cazzo."
"Mi metto a urlare."
"Chiara, smettila."
"FAMMI SCENDERE." dico un'ultima volta.
"Fatti accompagnare da quel coglione che tu stava dietro. Ciao, Chiara."
Apro la portiera ed esco dalla macchina. Si è messo anche a piovere. Non me ne ero neanche accorta.
Torno a casa correndo, col cuore che fa male, pensando talmente veloce e talmente tanto forte che non c'è la faccio più.
Andava tutto così bene.
Tutto così fottutamente bene.
Poi sono iniziati i dubbi.
Poi sono iniziati i problemi, i nervosismi. E noi siamo caduti alla prima volta, perché non siamo abbastanza forti per rialzarci.
Io sapevo che ero una delle tante per Lorenzo e ho sbagliato a dargli tutta quella fiducia. Ringrazio il cielo di non essere andata avanti in punti per me fondamentali.
Io sapevo di non essere per Lorenzo.
So per certo che non lo sono.
Io, semplicemente, non sono per lui.
Avrei voluto che mi dimostrasse come lui ci sarebbe stato come io ci sarei sempre stata per lui come gli ho dimostrato quando stava male.
Avrei voluto che oggi mi avesse presa con sé,  anziché rimproverare come si fa con i bambini. Un po' come faceva Greg.
Il fatto è che Greg saprebbe come trattarmi, ma non è Lorenzo.
Lorenzo sa realmente cosa mi fa felice, perché mi conosce in tante piccole cose. Greg no.
Greg sa come trattare una fidanzata, Lorenzo sa come trattare me.
Però oggi non ne è stato in grado.
E questo mi fa paura, mi fa credere ancora di più nei miei dubbi.
Non mi sono accorta di star piangendo con le ginocchia danni chiare sopra il piumone bianco del mio letto.
Il farro è che io non sono per lui, ma è l'unico che mi fa felice.

I'm not for you.||Lorenzo Paggi.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora