Capitolo 68

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Scesi le scale con il cuore in gola, man mano che la distanza fra noi diminuiva, l'ansia, invece, aumentava a dismisura.
Speravo solo di non fare figuracce e di non sembrare impacciata, era pur sempre il nostro primo appuntamento e io volevo che fosse perfetto.
Non avevo ancora realizzato che tutto quello fosse vero, che davvero fra me ed Harry stesse accadendo qualcosa del genere.
Ripensando allo strano modo in cui ci eravamo conosciuti su quella metropolitana, mi scappò un sorriso.
La casualità dell'episodio, testimoniava proprio che quando due persone erano destinate ad incontrarsi, nulla poteva impedirlo.
Aprì il portoncino, trovando Harry poggiato alla sua moto in tutta la sua bellezza.
Mi presi qualche secondo per ammirarlo, aveva i suoi soliti jeans neri e dalla giacca di pelle aperta si intravedeva una camicia nera, era stupendo.
A confronto mi sentivo una piccola sfigata, non mi capacitavo del fatto che potesse, anche solo, essere attratto da me fisicamente.
Titubante mi avvicinai a lui, notando come il suo sguardo non perdesse nessuno dei miei movimenti, come sempre d'altronde.
Harry era un grande osservatore, almeno per le cose che gli interessavano e sapere di essere una fra quelle mi faceva sentire speciale come mai prima d'ora.
"Ciao" salutai timidamente, restando ferma davanti a lui, non sapevo come avrei dovuto salutarlo, mi vergognavo a prendere l'iniziativa.
Ma Harry non era di certo timido e impacciato come me, mi afferrò per la vita, avvicinando i nostri visi per poi lasciarmi un bacio a stampo molto ma molto lungo.
"Così salutaci Niall" ridacchiò passandomi il casco.
Sorrisi allacciando sotto il mio collo il casco, per poi prendere posto alle sue spalle.
Non gli chiesi nulla sulla destinazione, semplicemente mi affidai a lui.
Ci fermammo ad un semaforo, di una zona mai vista ed Harry parve notare il mio essere silenziosa "il fatto che tu non abbia iniziato con le tue domande è preoccupante" bisbigliò voltando di poco il capo nella mia direzione.
"Mi piacciono le sorprese" risposi posando il mento sulla sua spalla, cosa che lui gradì molto, lasciandomi un tenero bacio sulla punta del naso.
Ripartimmo verso questa misteriosa destinazione, fino a raggiungere una zona industriale molto isolata.
Harry rallentò fino a fermarsi dinanzi un grande cancello metallico che aprì con un telecomando che aveva nella tasca dalla sua giacca.
Un costruzione enorme mi si parò, davanti, scendemmo dalla moto e cominciai a guadarmi intorno con aria interrogativa.
"Dove siamo?" Chiesi curiosa.
"Vieni" rispose semplicemente lui, affettandomi per la mano e trascinandomi all'interno di quel edificio silenziosissimo.
Metteva quasi ansia, ma non riuscivo ad averne paura con lui al mio fianco, anzi ero eccitata per tutto quel mistero.
Non appena entrammo, l'unica cosa che riuscì ad intravedere, grazie al riflesso della luna, che entrava da una grossa vetrata, fu un bancone, ma Harry non se ne curò, continuammo a camminare fino ad una porta verde, entrandovi.
Rimasi senza fiato dinanzi la vista di una grande piscina, circondata da vetri che permettevano di vedere l'esterno, ma quello che più mi colpì furono due sdraio, poste sul bordo con al fianco un piccolo cestino per i pic nic.
Harry si posizionò alle mie spalle, circondandomi la vita con le sue braccia e poggiando il suo mento sulla mia testa.
"Ti piace?" Sussurrò facendo poi sfiorare le sue labbra sul mio orecchio.
"S-si" balbettai emozionata, era tutto così bello.
Quel luogo rappresentava un brutto ricordo per me, ma starci con lui rappresentava una sorta di rinascita, di rivincita su qualcosa che tanto avevo amato e odiato allo stesso tempo.
Le parole che poco dopo lasciarono la sua bocca, furono la conferma che Harry fosse davvero l'uomo perfetto che mi ero sempre immaginata al mio fianco, il mio principe azzurro in moto anziché in sella ad un cavallo, il mio eroe, il mio custode.
"Stanotte imparerai a nuotare" disse voltandomi in modo che i nostri occhi creassero quel legame indissolubile che solo noi eravamo in grado di sostenere, senza più averne paura.
"Harry io...."mi agitai sul posto, erano anni che mi limitavo a restare in riva al mare.
Dopo la morte dei miei genitori non avevo mai messo più piede in un posto simile e quella mia passione per il nuoto la accantonai in un cassetto.
Per me era diventato un taboo, il senso di colpa mi tormentava ogni qualvolta mi avvicinassi ad una qualsiasi piscina, ma non quella notte.
Per me quello era il posto giusto per me, per la prima volta in vita mia, ero convinta di quello che stavo facendo e ne ero felice.
Mi fidavo di Harry a tal punto da mostrargli una delle mie grandi paure, la mia più grande debolezza.
"Ci sono io Juliet" sussurrò sulle mie labbra accarezzandomi il viso.
"Va bene" sorrisi, dandogli un bacio.
Vidi gli angoli delle sue labbra sollevarsi, non si aspettava queste iniziative da parte mia e mi piaceva molto sorprenderlo.
Sì sfiló la camicia, lanciandola sulla sdraio, per poi passare ai pantaloni.
Solo in quel momento realizzai che avrei dovuto fare lo stesso, solo che non sapevo se ne avrei avuto il coraggio.
"Io...io non ho il costume" dissi guardando ovunque, tranne che nei suoi occhi.
"Neanche io" rispose avvicinandosi a me "Juliet se non vuoi...."
"No" lo interruppi, non avrei mai rovinato quello che aveva preparato, era stato adorabile ed era arrivato il momento di accantonare le mie insicurezze e la mia timidezza "voglio farlo" aggiunsi sfilandomi le scarpe, il tutto sotto il suo sguardo felino.
Rendendosi conto del mio imbarazzo, ammiccò nella mia direzione prima di tuffarsi in acqua, schizzandomi tutta.
Ne approfittai per abbassare la cerniera del mio vestito e far scendere le spalline dalle mie spalle, fin a far cadere con un sordo rumore il vestito attorno alle mie caviglie.
Ringrazia mentalmente Meg e la sua idea di farmi la ceretta in ogni posto possibile e per l'intimo che aveva scelto per l'occasione.
Non era nulla di eccezionale, nulla di estremamente sexy ma era comunque molto carino.
Indossavo un completino cordinato di colore nero, con qualche piccolo ricamo.
Mi inginocchiai sul bordo della piscina, vedendo Harry nuotare proprio in quel punto.
"Ho bisogno del tuo aiuto"ridacchiai facendo penzolare nell'acqua solo le mie gambe.
Vidi i suoi occhi spalancarsi non appena mise a fuoco che effettivamente il vestito era scomparso.
Avrei perfino riso per la sua espressione, se l'odore di cloro non avesse riportato a galla certi ricordi.
Tuttavia con la stessa velocità in cui arrivarono, furono spazzato via, dal leggero tocco della sua mano sulla mia gamba che continuava ad accarezzarla.
"Ti prendo io" disse facendomi cenno di lanciarmi.
Mi diedi una spinta con le mani, immergendo il mio corpo nell'acqua.
Mi aggrappai subito alle spalle di Harry,  non appena capì di non avere aderenza con il fondo della piscina.
"Tranquilla" sorrise portandosi le mie gambe attorno alla vita.
"Scusa... È passato tanto tempo" dissi, prendendo a giocare con le punte dei suoi capelli, era una cosa che riusciva a rilassare anche me, oltre che lui.
"Vuoi provare a restare a galla?" Domandò titubante osservando attentamente ogni mia possibile reazione.
"Si" risposi staccando le gambe dal suo bacino. "Però non lasciarmi" aggiunsi.
"Non lo farò Juliet" rispose seriamente.
Cominciai a muovere leggermente le gambe e vedendo che stavo andando bene Harry mi disse di staccare le mani, così ci provai, ma solo soli due secondi dopo, presa da panico, urlai riattaccandomi subito alle sue spalle.
"Non ci riesco" piagnucolai nascondendomi nell'incavo del suo collo.
Lo sentì ridacchiare nel mio orecchio, prendendo a massaggiarmi la schiena.
La sua mano indugiò sul gancetto del mio reggiseno per un po prima di allontanarsi, potrei giurare di avergli sentito risucchiate l'aria in quel momento.
"Non eri così arrendevole con la mia auto" mi stuzzicò e ci riuscì alla grande.
Provai a rifare la stessa cosa per un paio di volte, fino a riuscire a galleggiare da sola per più di cinque minuti.
Ero davvero soddisfatta del mio piccolo traguardo.
Harry era riuscito a farmi restare in un luogo dove, fino al giorno prima, me la sarei data a gambe.
Mi sembrava più facile affrontare tutto con lui al mio fianco e sperai che anche per lui fosse così.
"Voglio andare sott'acqua" dissi entusiasta.
"Andiamo" sorrise avvicinando i nostri corpi, prima di trascinarmi giù con lui.
Quella sensazione di libertà che sempre mi aveva accompagnata nei lunghi pomeriggi da bambina, riaffiorò proprio in quel momento.
Mi sentivo invincibile, mi sentivo forte e tutto quello lo devo solo ad una persona, l'univa che avrei voluto sempre al mio fianco.
Non appena riemergemmo dall'acqua, Harry mi spinse fino al bordo, posizionando le sue mani ai lati delle mia testa.
"Sei bellissima" disse facendo scontare i nostri nasi.
"Grazie"sussurrai imbarazzata, mordendomi il labbro.
Ero così tesa, non mi ero mai esposta così dinanzi ad un ragazzo e i suoi occhi sfacciati non rendevano la situazione facile.
"È impossibile rimandare Juliet"sussurrò facendo scivolare la sua mano sul profilo del mio braccio teso al mio fianco, fino a raggiungere le mie dita, incastrandole nelle sue.
"C-cosa?" Domandai con il cuore a mille.
"Diventa mia" rispose circondando il mio intero corpo con l'altro braccio "farò di tutto per renderti felice"
" sono già felice" sorrisi, tuffandomi sulle sue labbra, già pronte ad accogliere le mie.
Mi sollevò dalle gambe, uscendo dalla scala della piscina con me imbraccio, fino a farmi distendere su una sdraio, sotto al suo corpo.
Continuammo a baciarci senza mai staccarci, neppure per prendere aria, non ne avevo bisogno, bastavamo noi per respirare.

Juliet [H.S.]  #Wattys2017Donde viven las historias. Descúbrelo ahora