Capitolo 86

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Da:Amore mio
Piccola sto tornando, è andato tutto bene.

Rilasciai un sospiro di sollievo, riuscendo finalmente a distendermi sul letto, Megan continuava beatamente a dormire, erano le dieci del mattino e solo a quell'ora riuscì a chiudere gli occhi ed addormentarmi.

Harry's pov
Mancavano ancora due fottute ore per l'apertura del Gate e io non sapevo che cazzo fare.
Quell'aeroporto era pieno zeppo di ristorati, negozi di souvenir e cazzate varie.
Iniziai a girare per qualche negozio, ma la mia attenzione si posò su un genere che mai avrei notato prima.
Mi avvicinai ad una vetrina nella quale c'erano pigiamini, scarpe minuscole, braccialetti e collanine, due erano i colori predominanti li dentro: l'azzurro e il rosa.
Non avevo il coraggio di entrare, mi sentivo ridicolo, ma quando vidi una collana che, a quanto stava scritto, produceva dei suoni che rallegrassero il bambino, mi convinsi ad entrare.

"Salve"salutai con voce bassa.
"Buongiorno" una signora di media età, mi sorrise aumentando ancora di più il mio disagio "mi dica"
"Vorrei quella" indicai con un cenno della testa la vetrina alle mie spalle e per fortuna la signora parve capire le mie intenzioni.
Cominciò a spiegarmi che quella collana dal nome chiama angeli  era un ottimo regalo per una donna in dolce attesa e cose simili, smisi di ascoltarla quando iniziò a parlare di fase specifiche delle gravidanza di cui pur volendo, non ne avrei capito nulla.
"Fiocco rosa o azzurro?" Domandò.
"Per cosa?" Domandai accigliandomi.
"Si può aggiungere un fiocco sul ciondolo in base al sesso"spiegò, ma noi non lo sapevamo ancora, però mi venne in mente una mezza idea.
"Può metterli entrambi, non lo sappiamo ancora"
"Certo per buon auspicio, magari saranno due gemelli" sbiancai, per il momento ne bastava uno.
"Si, sì certo, ma ne metta un po più di rosa" Juliet mi avrebbe ammazzato.

"Dove cazzo si vede" sbraitai da solo, quei cavolo di cartelloni parlavano una lingua a me ignota, per fortuna riuscì alla fine a trovare quello in lingua inglese

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"Dove cazzo si vede" sbraitai da solo, quei cavolo di cartelloni parlavano una lingua a me ignota, per fortuna riuscì alla fine a trovare quello in lingua inglese.
"Sei un fratello pessimo" mi girai, spalancando gli occhi, quando alle mie spalle trovai mia sorella Gem con due enormi valigioni fra le mani.
"Gem?"
"In persona stronzo, ti pare che devo sapere di diventare zia da nostra madre" sbuffò, gonfiando le guance, ecco questa era una della poche cose che ci accomunava.
"Non rompere" portai gli occhi al cielo " te l'avrei detto a breve e comunque che diavolo ci fai qui?"
"Faccio un salto a Londra, ho le vacanze di primavera" disse tutta sorridente "ma ora fatti abbracciare papà Harry".
"Lascia stare i miei capelli" la trucidai con lo sguardo, quando prese a scompigliarmeli "hai il mio stesso volo?" Domandai preoccupato e speranzoso che non fosse così.
"Quello delle undici?"
"Lo stesso" sospirai, preparandomi psicologicamente ad un viaggio intero con mia sorella, aggiungendoci poi che non avevo dormito per tutta la notte, la presenza di Gem sarebbe stata davvero un' aggiunta disastrosa.

Per tutta la durata del viaggio, quella sorta di scimmia vivente non stette zitta per un sol secondo, raccontandomi aneddoti della sua vita universitaria, dei quali non me ne fotteva un cazzo, accorgendosi di ciò, decise di passare ad un argomento che riguardasse anche me, riempiendomi di domande che riguardavano la mia storia con Juliet, in poche parole ero sfinito.

Juliet [H.S.]  #Wattys2017Where stories live. Discover now