You Have My Heart

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Henrik.

Guardo ancora l'orologio mentre sistemo alcune tazze su uno dei tavoli dell'Ett Bord, dall'ultima volta che ho guardato sono passati tre minuti.
Il tempo non passa piú, mi sento soffocare.
Sbuffo istintivamente, il che fa voltare mia mamma che non smette di lanciarmi occhiate preoccupate da quando ho varcato la soia del ristorante.

Mi guarda velocemente e si fa più vicina, "Henrik puoi venire un secondo di là? Ho bisogno di aiuto con i piatti." sussurra.

Fa per incamminarsi, ma la fermo subito.
"Mi gira solo un po' la testa, non dormo molto ultimamente."

"Lo so, ero solo preoccupata. Per favore, torna a casa e rilassati un attimo Henrik."
La sua voce è bassa ma comprensiva, solo a sentirla mi rassicura. Sa come mi sento, lo capisce da come mi muovo, dai miei sguardi e dai miei sorrisi, non ha bisogno di spiegazioni.

Mi passo una mano sulla fronte portandola tra i capelli, e per un secondo fisso il cucchiaino dentro ad una delle tazzine per evitare di incrociare il mio sguardo stanco e devastato, con quello di mia madre.

"È che oggi ho altre prove da fare per Skam e-" comincio, ma lei mi interrompe subito.

"Henrik, lo so. Ti sto supplicando, vai a casa e cerca di dormire. Smettila di pensare cosí tanto." Mi guarda, e con una mano mi accarezza la schiena sorridendomi.

"Come se fosse facile." rispondo istintivamente.

La sua espressione dolce cambia improvvisamente diventando piú scocciata, infatti alza gli occhi al cielo.

Sorrido guardandola "Va bene, vado. Ma se non c'è nessuno che può coprir-"

"Henrik!"

Alzo le mani in segno di arresa, togliendomi il grembiule.

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18:28
Sono sdraiato sul mio letto mentre fisso un punto preciso del lampadario di camera mia senza alcun motivo, ho le cuffie alle orecchie con la musica ad un volume disumano, ma i miei pensieri fanno molto piú rumore.

Mi porto lo spinello alla bocca e inspiro lentamente chiudendo gli occhi sperando che mi rilassi, ma so già che non succederà.
Non dovrei fumare in casa, ma sono da solo. E quando sono da solo sono in pericolo, il mio problema è quello di pensare troppo, fino ad incolpare me stesso anche se non so davvero il perché o non ho motivo di farlo.
La verità è che questa sera devo tornare sul set, e in teoria dovrebbe essere una cosa positiva, piacevole, faccio ció che amo insieme ad un cast splendido.
In pratica mi viene da vomitare.
Non è stress, non è ansia, non è nemmeno paura di sbagliare. Queste sono scuse che uso per liquidare gli altri.

È solo lui.

-Inizio flashback-

Julie ci osserva, uno ad uno, scruta i nostri volti come se volesse esaminarci il cervello.
Nessuno fiata, aspettiamo solo che cominci a parlare. Lisa lancia uno sguardo confuso ad Ina e lei di rimando ridacchia alzando le spalle.

"Bentornati stronzetti!" sbotta all'improvviso.

Cosí si apre un boato di "ohh" ed urla di entusiasmo, io scoppio semplicemente a ridere. Adoro Julie Andem, oltre ad essere un genio è un'ispirazione per me.
Mi ha insegnato cosa vuol dire non avere paura di osare davanti ad una telecamera.
Mi ha messo in contatto con il personaggio di Even.
Mi ha corretto quando sbagliavo, e mi ha fatto i complimenti quando li meritavo.

L'adoro per questo.
C'è solo un motivo per il quale vorrei urlarle contro che ha sbagliato tutto e che sarebbe meglio ripartire da zero. Tarjei Sandvik Moe.

"Okay okay, facciamo poco i preziosi c'è tanto da fare. Innanzitutto vorrei benedire questa nuova stagione prendendomi il privilegio di fare i complimenti alla miglior coppia del 2017!"

Non fa in tempo a finire la frase che Ulrikke mi punzecchia con un dito il fianco mentre alcuni applaudono e altri fischiano. Adoro questi ragazzi, mi fanno sentire così apprezzato.

Mi volto verso Tarjei per condividere questa sensazione con lui, ma in questo momento è preso di mira da David che non fa altro che urlare "Hot! Hot! Hot!"

È rosso in volto, si sta comprendo gli occhi con una mano, ma non smette di sorridere. Sorrido spontaneamente anch'io nel vederlo ma non sono l'unico, anche Marlon mi guarda ridendo sotto i baffi. Tutti sappiamo quanto sia timido Tarjei, soprattutto quando diventa lui il protagonista della situazione, e guardandolo in questo momento mi viene solo voglia di abbracciarlo per coprirlo da tutti gli sguardi, sono sicuro che lui si sentirebbe meglio, ma mi limito a mordermi pesantemente il labbro.
Quando finalmente decide di guardarmi, per poco non perdo un battito.

Non c'è niente da fare, quando i suoi occhi incontrano i miei è come se una scossa elettrica mi percorresse la colonna vertebrale, è come quando si beve un bicchiere d'acqua dopo aver corso per ore e allo stesso modo come quando si aggiunge benzina al fuoco.
In una parola sola, brividi.

Julie ricomincia a parlare attirando l'attenzione di tutti, tranne la mia.
Poso di nuovo lo sguardo sul corpo di Tarjei che nasconde un piccolo sorriso mentre guarda Julie. È così puramente bello. Forse lui non se ne rende nemmeno conto, ma ai miei occhi il suo corpo, la sua bocca e i suoi lineamenti marcati sono così perfetti. Si potrebbe fare un dipinto al suo corpo così com'è, giovane e sorprendentemente meraviglioso, o si potrebbe scattare una foto per ogni movimento che fa, sarebbe comunque bellissimo. Il suo modo di stare seduto non è cambiato, ha sempre quell'aria da 'non mi importa dove sono, cosí sono comodo' e questo mi fa sorridere come un idiota.
Decido di avvicinarmi, voglio sentire se il suo profumo è sempre lo stesso.

"Buh" sussurro al suo orecchio.

È sempre lo stesso maledetto profumo.
È sempre la stessa maledetta droga.

Sobbalza, "Sei scemo? Mi hai spaventato" ridacchia girandosi verso di me.

"Come stai?" lo guardo negli occhi, mi concentro solo su di essi o rischierei di cadere in altre tentazioni.

Per un secondo corruga lo sguardo, poi si volta di nuovo.

"Henke, ci siamo scritti fino a qualche minuto fa, e ti ho detto che sto bene." mentre mi parla i suoi occhi sono fissi sulla figura di Julie come se non ci fosse niente di più importante nella stanza, lo guardo sorridere di profilo. Così piego leggermente la testa verso di lui costringendolo a girarsi verso di me, e ci riesco.

"Quando te l'ho chiesto non ti stavo guardando." gli rispondo semplicemente.

Lui smette di sorridere, ma mantiene le labbra schiuse come se volesse dire qualcosa che potrebbe cambiare tutto in quel momento, ma non lo fa. I suoi occhi scrutano il mio volto dall'alto al basso.
Poi all'improvviso si passa la lingua tra le labbra e alza le spalle, puntando gli occhi sui miei. "Sto bene, Henke."

E ancora una volta, si gira frettolosamente verso Julie.

-Fine flashback-

Mi alzo dal letto per andare in bagno, ma vengo colpito da un forte mal di testa. Porto le mani sulle tempie premendo forte, come se potesse realmente passarmi il dolore facendo cosí. Getto lo spinello nel gabinetto. Fumare in questo periodo non aiuta, anche se dovrebbe. Mi ritrovo sempre a chiudermi in me stesso non permettendo alle mie emozioni di farmi cedere e quindi di mostrare le mie debolezze, non ho ancora pianto. Non ho ancora urlato contro nessuno. Non ho ancora avuto nessuna crisi isterica. È una questione di auto convinzione, posso farcela a resistere, posso reprimere ancora questo senso di soffocamento.
Posso farcela, ancora una volta.

Potrei pensare ad altro, tipo a Lea e ai suoi capelli morbidi, ma quando ci provo mi ritrovo a fare cerchi immaginari con le dita sul mio petto, gli stessi che facevo tra i capelli di Tarjei e questo, è un fottuto pensiero costante.

La vibrazione del mio telefono mi fa sobbalzare, interrompendo i miei pensieri.
Avvicino il cellulare al mio viso e cerco di decifrare il messaggio, anche se ormai lo spinello sta facendo effetto, e la luminosità alta dello schermo sta solo peggiorando le cose.

Da: Julie Andem
Per questa sera: ore 20:00 al Nox. Tutti carichi, party time!

you are art // Henrik&Tarjei [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora