Capitolo 12

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Capitolo: 12 Una sagoma nel cielo

Questa storia non si ruba! Eccolo il dodicesimo capitolo, questa volta sono stata puntuale. Però ci sono rimasta male perché nessuno ha commentato il capitolo 11. Doveva essere uno dei più belli, va bè, pazienza, però promettetemi che commenterete questo, la storia è ancora lunga e le cose da dire sono tante. Però non so se assisterete alla nascita di Trunks, credo che la nascita di un bambino rovini tutto il romanticismo. Ma poi sono pensieri miei... Mi raccomando commentate per piacere così sò cosa ne pensate! Un grande bacione!

Nel capitolo precedente Vegeta è tornato indietro e ha passato una bella notte con Bulma, però la mattina ci sono state delle divergenze, visto che lei ha chiesto al Saiyan spiegazioni di un suo gesto ma egli non ha saputo esporgliele... Per cui è stato cacciato di casa... Ed ecco il continuo!

Capitolo 12
Passarono tre giorni, erano stati i giorni più lunghi e interminabili della sua vita. Bulma continuava a piangere e a pensare solo a lui. Come aveva potuto sbatterlo fuori di casa?
-Che stupida, sempre a farmi male, forse potevamo solo parlarne e tutto si sarebbe risolto! E invece adesso mi uccido dal dolore sapendo che lui molto probabilmente non tornerà più..-
Molto lontano invece un uomo giocava con la natura, distruggeva foreste e asciugava laghi, solo per il gusto di farlo. O forse per non sprofondare nella depressione.
Vegeta era troppo orgoglioso per ammettere a se stesso che quella donna le serviva per vivere, che era la sua aria, la sua acqua, la sua forza e l'energia che gli faceva battere il cuore, ormai congelato da molti anni.
Lei aveva smesso di mangiare, beveva al massimo tre bicchieri d'acqua al giorno, e nemmeno una briciola di pane.
La casa le era stretta, non riusciva a trovare pace senza quella figura inquietante che li girava attorno come un anima in pena, cercando tutti i santi giorni nel suo corpo quel guerriero nascosto che aspettava solo il momento giusto per uscire.
-Bulma! Sei in casa?-
Finalmente i genitori della ragazza erano tornati dalla loro vacanza. Lei si precipitò giù dalle scale per abbracciarli!
-Mamma!- aveva ancora le lacrime agli occhi.
-Tesoro come stai!?- quella figura che gli era sembrata sempre così scontata adesso era di vitale importanza per lei. La strinse forte e le diede un dolce bacio sulla guancia. La signora Brief, che non si toglieva mai il sorriso dalle labbra, si guardava angosciosamente intorno. Cercava l'altro pezzo della famiglia.
Pensò subito che era nella camera gravitazionale e non ci fece più di tanto caso.
-Tesoro... Come sei sciupata! Ma ha mangiato in questi giorni? O hai solo lavorato? Lo sai che non mi piace quando lavori troppo, dopo ti vengono le occhiaie e quel tuo bel visino si sciupa tutto!-
-ecco la mia dolce mamma!- sorrise.- Si mamma ho mangiato, non ti preoccupare, dai svestitevi e riposatevi, chissà come deve essere stato! Voglio che mi raccontiate tutto!-
Cenarono tutti in compagnia poi il padre andò a letto mentre le due donne rimasero a sedere sul divano con una tazza di tè bollente tra le mani.
-E quindi oltre alla cascata e ai mazzi di fiori velenosi è stata una banalissima vacanza!?-
-Si tesoro, ma mi è servita per passare più tempo in tuo padre... era da tanto che non ci prendevamo un po' di tempo per noi, e a dire il vero lo rifarei!-
Sorrideva sempre mentre raccontava queste scemenze alla sua adorata figliola, che l'ascoltava come se fosse tornata una bambina di 6 anni mentre pendeva dalle labbra del nonno mentre gli raccontava le favole della buona notte.
-Ma Bulma... Vegeta dov'è?-
Alla ragazza gli si gelò in viso, non ci aveva pensato per niente in questo momento, ma tornare a pensare a lui era come un colpo secco nel suo gracile cuoricino.
-è andato via..- sempre con le lacrime agli occhi.
-E per qual motivo? Non si trovava bene qui con noi? Forse non gli stavano simpatici io e tuo padre? Forse era la cucina che non gli piaceva, se è per questo posso migliorare andrò a fare un corso di cucina e vedrei che diventerò bravissima, cucinerò le uova alla..- fu interrotta bruscamente dalla figlia.
-Se ne è andato a causa mia mamma!-
La signora Brief si fermò Bulma che aveva ricominciato a piangere come una cascata.
-Bulma!- La sua faccia in quel momento era diventata seria, ed erano veramente pochi i momento dove la faccia della signora Brief era senza quel sorriso a 32 denti.
-E tu l'hai lasciato andare?-
-Gli ho detto io di andarsene! Sono una scema, lo so... ma ora cosa ci posso fare, non lo ritroverò mai più mamma! A meno che lui non tornasse indietro, ma dubito che lo farà. È troppo orgoglioso.-
-O forse lo sei troppo anche tu..-
La ragazza smise di piangere fissando il corpo di sua madre andarsene nella propria stanza. Non l'aveva mai sgridata o rimproverata, però questo non era un rimprovero, assomigliava di più ad un avvertimento, forse voleva fargli capire qualcosa. E lei forse sapeva benissimo cosa.
Bulma spense la luce e andò in camera sua, come al solito non aveva sonno, si affacciò alla finestra.
-Chissà dove sei Vegeta. Se stai bene.- sorrise: -certo che stai bene, sei il principe dei Saiyan, e anche un osso duro!- abbassò lo sguardo.- Perché non torni da me, non volevo mandarti via. Avrei voluto solo avere risposte più chiare da te. O forse volevo sentirmi dire quello che girava per la mia testa.- Alzò la testa verso il cielo. E chiuse gli occhi.
-Guardami, sono qui, a imitare i tuoi gesti per sentirti ancora vicino a me, sono una bambina, ma in questo momento non m' importa nulla, voglio solo te, voglio solo sentirti ancora mio!-
Aprì gli occhi. E si trovò una figura agghiacciante che la fissava in lontananza nel cielo nero della notte.

Vegeta e Bulma Where stories live. Discover now