Capitolo 20: Un super bambino
Questa storia non si ruba! Ed ecco il ventesimo capitolo, ormai ci avviamo verso le fine della storia, e mi rammarica molto, anche se ho già iniziato a scrivere l'altra storia che narrerà la storia d'amore tra Trunks e Pan, e ovviamente quella di Goten e Bra, sono molto eccitata nello scriverla e spero proprio che vi piaccia! Ringrazio tutti gli lettori!
Angelachichi96Capitolo 20
Passavano i giorni e Bulma cadeva sempre più in depressione.
Un po' era dovuto alla gravidanza è un altro po' era dovuto al fatto che Vegeta se ne fosse andato senza dirle nulla e che non sapeva nemmeno se sarebbe mai tornato.
Aveva affrontato la cosa della gravidanza malissimo, non riusciva a mangiare poiché tutto quello che mangiava o lo vomitava dai troppi pianti o veniva mangiato dal piccolo Saiyan che stava crescendo in lei, quindi dimagriva a vista d'occhio, era molto deperita e pallida e anche prendendo vitamine e cose varie non riusciva a mettersi in sesto.
Vegeta invece era appena atterrato su un pianeta di nome Cayon, era abitato da piccoli mostriciattoli gialli che sprigionavano un tanfo incredibile se minacciati. Li distrusse uno a uno e poi si divertì a distruggere il pianeta e tutti i suoi satelliti per migliorare la forza e la precisione dei suoi attacchi a distanza.
Però anche se stava diventando il solito freddo e rude Saiyan di sempre non faceva altro che pensare a Bulma, a cosa stesse facendo, se lui gli mancasse almeno un po', se fosse arrabbiata con lui per quello che aveva fatto.
Questi pensieri mettevano noia al Saiyan che si divertiva a sterminare ogni piccola forma di vita che vi era sulla sua strada.
Non risparmiava niente e nessuno e anche se la cosa non è che gli piacesse tanto si era rivedeva in qualche anno fa quando uccideva persone solo per il gusto di farlo.
La ragazza stava andando dallo psicologo e da un dottore che però non riusciva a capacitarsi di come facesse quel bambino a prendere così tanta energia alla madre.
-Signorina, sembra che lei abbia un super bambino dentro di se! Non ho mai visto una creaturina così piccola succhiare tanta energia alla madre, non so se è una donna fortunata o sfortunata.- il dottore face una pausa e con un dito si rimise gli occhiali sul naso. -Fatto sta che sicuramente sarà un parto difficile e non è detto che la gravidanza duri 9 mesi.
Bulma era sdraiata sul lettino mentre il dottore stava controllando il bambino con un piccolo aggeggio che passava sulla sua pancia. Il tutto veniva raffigurato su uno schermo da cui si vedeva chiaramente che vi era un bambino molto grande e anche quasi muscoloso. Però non si riusciva a capire se questo fosse maschio o femmina visto che era girato dalla parte opposta.
Bulma si asciugò la pancia e poi si rivestì, prese le ricette per le medicine e poi salutò il dottore.
Si diresse verso casa dove avrebbe trascorso un'altra delle sue giornate in completa solitudine.
Allora decise di andare al parco a leggere un bel libro che si sarebbe comprata in una libreria in centro.
Comprò il libro e poi si diresse al parco, si sdraiò sull'erba fresca e cominciò a leggere.
Le parole sembravano tutte uguali, ripetevano tutte la stessa cosa. "Vegeta, e poi vegeta prese vegeta che con vegeta andò da vegeta" nella sua testa vi era solo quello ormai. E la mente
anche se sembrava presente vagava nello spazio in cerca del suo amore.
Alzò lo sguardo poiché far finta di leggere le sembrava davvero stupido, allora vide di fianco a se una coppietta felice, anche la moglie era incinta e il marito accarezzava dolcemente il pancione.
Poi ebbe un flash back, si ricordò che quella era la coppietta che aveva visto dalla ginecologa.
Si emozionò alla sua scoperta e non poté fare a meno di sorridere.
-Ma voi? Siete quelli che ho incontrato dalla Ginecologa?-
I due ragazzi guardarono Bulma in modo strano come se fosse una pazza. Poi annuirono insieme, quasi in sincronia.
-Oddio, scusate non volevo spaventarvi, io mi chiamo Bulma, era dalla Ginecologa 3 mesi fa, e mi ricordo bene di voi due!-
La ragazza allora sorrise e prese parola:- Sa io non mi ricordo bene di lei, ma mi butto sulla fiducia. Salve io sono Evangeline! E questo è mio marito Pol,-
-Salve- rispose il marito quasi nascondendo il viso.
-Scusi se sono così insolente, ma volevo farle qualche domanda sulla gravidanza? Posso?-
-Ma si figuri!-
Bulma sorrise. -Mi dia del tu! Non sono così vecchia! Comunque volevo chiederle come faceva a rimanere così informa? Vede io sono al terzo mese di gravidanza e...-
La ragazza sgranò gli occhi.
-Al terzo mese? Scusa ma io avrei detto più al sesto o settimo, ha un pancione enorme!- poi si accorse di aver imbarazzato Bulma e con un gesto chiese scusa e la invitò a continuare.
-Stavo dicendo come fa a non dimagrire così tanto? Io sto perdendo il mio peso forma e il mio corpo non ha abbastanza difese immunitarie, se arrivo al giorno del parto così ci sono delle possibilità che io, o peggio, il bambino non possiamo farcela? Mi dica lei?-
-Potrei dirle che deve mangiare tanto, se ne freghi dei cibi che fanno male o della linea, dopo che si è partorito un marmocchio è difficile ritornare subito in forma, e poi deve stare molto ferma il modo che lei consumi pochi carboidrati e che il bambino ne abbia altrettanti da mangiare! Io non sono un dottore, ma umanamente mi viene da dirle così..-
Bulma sorrise.
-grazie, molto gentile!- e dette queste parole si alzò con qualche difficoltà e si avviò verso casa.
Mentre camminava molto lentamente verso casa guardava la gente attorno a lei, e si rendeva conto di quanto fosse stupenda la vita, ma di quanto anche si possa dimostrare crudele in certi casi.
Vedeva coppietta davanti a un negozio che litigavano per i mobili da comprare, con la quale avrebbero arredato il loro nuovo appartamento; poi vide un bambino che seduto sopra a una panchina guardava sua madre mentre allattava il suo fratellino; poi un barbone che accasciato in un angolo chiedeva qualche spicciolo per riuscire a mangiare anche quella sera; poi una donna non molto anziana che portava in giro un barboncino tutto pettinato e profumato, si sentiva a chilometri che quella aveva della puzza sotto il naso.
Arrivò davanti a casa sua e vi entrò, tutte le volte sperava che vi fosse il suo Saiyan ad accoglierla ma tutte le volte rimaneva delusa e si ritrovava sul divano a mangiare patatine e a piangere.
Mentre aveva quasi consumato un'altra scatola di fazzoletti sentì un piccolo fermento dentro la sua pancia, quasi come un calcio.
Si alzò la maglietta e vide quella immensa pancia, aveva già l'ombelico sporgente ma per fortuna il momento del parto era ancora lontano, avrebbe partorito tra due mesi se il bambino fosse ancora cresciuto in quella maniera così smisurata, invece se si fosse tranquillizzato sarebbe nato forse al settimo mese.
Per fortuna però gli organi erano tutti formati e quindi Bulma non doveva temere nulla per lui, forse solo un po' per lei.
Si accarezzò la pancia. -Piccolo mio, non ti preoccupare, non ti lascerò mai. Te lo prometto!- detto questo si diede un dolce bacio alla mano e l'appoggiò sulla pancia.
Poi vide una strana forma che premeva contro la sua pancia, era un piedino.
Il suo cuore si riempì di gioia e stette a guardare quel piede fino a quando non tornò al proprio posto.
Vegeta era in partenza per raggiungere un altro pianeta, ne aveva già distrutti 5 ma non riusciva a superare il limite è diventare un Super Saiyan, non pensava più a Bulma, era riuscito a dimenticarla, ora tutto quello a cui pensava era a trasformarsi e a diventare più forte di Goku, era tornato al suo scopo iniziale e ne era orgoglioso, non sentirsi più così rammollito lo aveva fatto rinascere e riscoprire la vera realtà Saiyan che era nascosta in lui.
Ma ecco, che un giorno c'è la fece, quando si era convinto che non ci sarebbe mai riuscito, quando si era rassegnato che non sarebbe mai stato in grado di raggiungere i livelli di Goku si trasformò in Super Saiyan e fu allora pronto per il suo ritorno a casa.
Entrò nella navicella e partì, il viaggio di ritorno era molto lungo, quasi un mese, ma si sarebbe comunque allenato per migliorare la sua trasformazione e riuscire a controllarla.
Bulma intanto era agli sgoccioli, la pancia era molto grande e di sicuro ci sarebbe stato bisogno di un parto cesareo per far nascere il bambino.
Non sapeva se fosse maschio o femmina, e a dire il vero non gli importava nemmeno visto che era il frutto dell'amore suo e di Vegeta.
-Tesoro vuoi un po' di tè con lo zucchero?-
-si grazie mamma!-
La ragazza era sdraiata sul letto, era sempre molto magra e sciupata e non vedeva l'ora di partorire quel bambino.
La madre entrò in camera sua e servì il tè in una tazza che poi gli porse.
Ne bevve un sorso: -direi che per lo più possiamo chiamarlo zucchero col tè!- sorrise mentre la mamma la guardava preoccupata.
-Tesoro guardati, sei dimagrita di quasi 10 chili, questa gravidanza ti sta uccidendo, e per di più non c'è nemmeno il padre a darti una mano!-
-Mamma, ti prego non infierire. Lo so che non ti è piaciuto il comportamento di Vegeta, e a dire il vero non è piaciuto nemmeno a me, ma lo sai bene perché lo ha fatto!-
-perché lui pensa solo a se stesso e poi alla sua famiglia!-
Bulma diventò triste:-può darsi mamma, ma io lo amo, così com'è! E se dovessi decidere un giorno di lasciarlo voglio prendere questa decisione da sola!-
La madre uscì dalla camera e lasciò la figlia in un mare di lacrime mentre si accarezzava il pancione.
Il parto era previsto tra due giorni, alle 9 di mattina presso l'ospedale. Quelle ore erano interminabili.
La notte Bulma non riusciva a dormire, il bambino che aveva dentro scalciava con un matto e in più il buco che aveva nel cuore era come un grande pugnale piantato in gola.
Ormai non singhiozzava più, ma le lacrime continuavano a scendere quasi sapessero già il motivo per cui cadere dagli occhi.
Tutt'un tratto una fitta fortissima prese la pancia di Bulma, poi dell'umido, e poi la sua vista si annebbiò.
