Bambini.

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Erano passati mesi dall'accaduto,Sci non riusciva a non stare male,ogni volta che guardava verso il basso,non faceva che vedere il frutto di una violazione,il frutto di qualcosa di orribile,che lei odiava,ma di certo non poteva ucciderlo,lei aveva chiuso con quel tipo di attività,da quando aveva visto il suo amore morire per mano sua.
Ultimamente,non si sentiva come al solito,la gestazione era andata come andava di solito: vomito,voglie improvvise,ed altri sintomi,ma ultimamente si sentiva qualcosa di strano allo stomaco,come se il figlio dell'uomo che l'aveva violata volesse uscire,ricordandole ancora di più di come aveva tradito chi amava,sentendosi un enorme peso addosso. Era sola nella sua stanza,ad accarezzarsi la pancia,che le faceva così male,qualcuno bussò alla porta.
"Chi è?"
"Tesoro,sono io,William."
"Va bene,entra."
L'uomo entrò con in mano un vassoio d'argento,con sopra del cibo e dell'acqua. Si sedette vicino a lei,appoggiandole il vassoio sulle gambe,con molta cautela,poi le diede un bacio sulle labbra.
"Stai bene? Su,mangia."
"N...non ho molta fame al momento."
"È importante che tu lo faccia."
"Amore..."
"Sì?"
"Ultimamente,non mi sento molto bene..."
"Che cosa ti senti?"
"Mi sento...premere,ed,ogni tanto,ho delle fortissime fitte alla pancia."
"..."
William guardò la donna del suo cuore,le accarezzò delicatamente lo stomaco,e sentì qualcosa spingere contro la sua mano,o meglio,qualcuno,era il bambino che era tanto atteso,quanto desiderato morto,stava spingendo troppo forte,voleva uscire,si capiva,era la stessa cosa che successe alla sua amata Helenæ,il suo cuore cominciò a palpitare come un pazzo,la prese in braccio e corse via dalla stanza,corse come  non aveva mai fatto in vita sua,ovviamente cercando di stare attento alla sua amata,corse verso il laboratorio,e cominciò ad assisterla.
Aveva una paura enorme addosso,non faceva che ansimare dalla paura,forse anche più della partoriente,aveva paura che lo lasciasse solo,solo con il figlio di uno stupro.
Passarono venti minuti circa,il piccolo era nato,anche se si trovava in un incubatrice,gentilmente offerta da Sarah,che portava sempre nuovi "aggeggi futuristici" nel loro mondo.
Il piccolo dormiva,dentro il grembo artificiale trasparente,lo guardava dormire,sapeva che quel bambino non era suo,ma lo sentiva già come il suo bambino,era lo stesso sentimento che provò quando vide i suoi piccoli appena usciti dal corpo morto della madre,solo che questa volta era più dolce,ed era di sicuro meno amaro.
Sci dormiva,insieme al suo,anzi,loro bambino,perché da quando aveva deciso di unire il suo cuore ogni cosa era loro,non esistevano più nè mio nè tuo,ed anche se quel bambino non era frutto del suo seme,era comunque suo figlio,e riusciva già a capire che avrebbe portato solo gioia.
Sistemò un posticino vicino alla sua amata sul lettino da operazione,la strinse a sè,e si addormentò,mentre osservava la sua creatura.

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