🌸 4 (Parte I/II)

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Mese Shiwasu, 1448

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Mese Shiwasu, 1448

Gli anni passarono e le cose ritornarono velocemente al loro normale corso. I rapporti fra Kotori e la madre si erano nuovamente stabilizzati, mentre i due giovani Tanaka erano cresciuti e maturati. Ichiro aveva finalmente raggiunto la maggiore età e, sebbene il suo legame con Kosaki si dimostrasse sempre più fragile, il suo fisico era stato temprato, diventando più forte.

Dopo un anno che era diventato definitivamente un uomo, Eijiro decise di portare il figlio con sé durante una delle spedizioni contro dei clan in rivolta, lontano da Heian Kyō. Poteva rivelarsi una battaglia fatale, forse un suicidio agli occhi preoccupati di Minari, la quale aveva posato le mani sulle spalle del suo primogenito in un moto protettivo, ma il padre sapeva perfettamente che il giovane era pronto ad affrontare quel battesimo di sangue che lo avrebbe iniziato alla vita da Samurai.

Kotori non era stata informata, era solamente stata svegliata bruscamente da suo fratello alle prime luci del mattino, quando lui l'aveva stretta nel suo abbraccio nervoso. Inizialmente non aveva capito, ma le era bastato sentire fuoriuscire dalle sue labbra le parole: «Spero di rivederti presto, Kotori-chan.» per comprendere che, di lì a poco, Ichiro, sarebbe andato a Compiere il suo Destino.

Aveva osservato per lunghi minuti le figure del padre e del fratello allontanarsi lungo il sentiero che li avrebbe portati lontano da Heian Kyō, consapevole che quella prima settimana di Shimotsuki avrebbe lasciato dietro una sensazione di paura e di abbandono all'interno del petto suo e della madre.

La casa venne pervasa da un silenzio quasi surreale, nutrito dalla preoccupazione che opprimeva entrambe. Quella solitudine si protrasse per tutto il mese, concludendosi con l'avvento dell'anno nuovo.

All'alba dei suoi tredici anni, il primo giorno del mese della Corsa del Sacerdote, Kotori socchiuse gli occhi, rendendosi conto solo dopo alcuni minuti del regalo che stanziava a pochi centimetri dal suo futon.

Non appena notò la scatola laccata di nero, si mise subito in ginocchio, restando per qualche secondo intontita a causa dell'improvviso movimento. Le sue mani cercarono a tastoni la superficie liscia del contenitore, attirandolo al proprio corpo già più maturo.

Sollevò il coperchio con il cuore in gola, immaginando che dovesse trattarsi di un regalo della madre. Sorrise lievemente, pensando che fosse stata davvero premurosa a pensare a lei durante quella situazione così angosciante. Il sorriso si allargò fino a mutare in un'espressione di stupore non appena i suoi occhi celesti registrarono la figura di una Katana, protetta da un fodero nero costellato da piccoli fiori azzurri, come i suoi occhi.

La ragazza rise da sola, afferrando l'impugnatura di legno, rivestita da morbida pelle che l'avrebbe resa più semplice da maneggiare. Lasciò scivolare via il fodero, afferrando la spada a due mani per sollevarla di fronte a sé. La lama risplendeva alla luce pallida del sole, che entrava lievemente dalle persiane abbassate.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡àWhere stories live. Discover now