🌸 16 (Parte II/II)

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L'acqua l'avvolgeva in un morbido abbraccio capace di ammortizzare il dolore, tanto dolce e allo stesso tempo irruenta nel modo di toccare il suo corpo ferito, lavandolo dalla violenza che le si era appiccicata addosso

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L'acqua l'avvolgeva in un morbido abbraccio capace di ammortizzare il dolore, tanto dolce e allo stesso tempo irruenta nel modo di toccare il suo corpo ferito, lavandolo dalla violenza che le si era appiccicata addosso.

La giovane si immerse per lunghi minuti con la testa sott'acqua, sentendosi parte di quel liquido così pulito e calmo da riuscire placare ogni suo malessere.

Più di una volta sua madre le aveva detto di essere come l'acqua, ma lei non aveva mai afferrato fino in fondo la veridicità di quelle parole, e nemmeno ora le comprendeva del tutto. La sua mente era offuscata dai ricordi, il bruciore continuava a persistere all'altezza del basso ventre e i muscoli dolevano terribilmente.

Kotori si diede lo slancio, riemergendo velocemente prima che i suoi polmoni cedessero. L'aria calda si infilò all'interno delle sue narici e la voce preoccupata di sua madre la ridestò dal suo stato di torpore e sofferenza.

«Non farlo mai più!» le aveva urlato Minari, in piedi, dinnanzi il bordo della vasca. I suoi occhi castani erano umidi, ma la sua espressione era ancora impassibile. «Ho pensato ti volessi affogare.»

Kotori non riuscì a ridere di quell'insinuazione. Non avrebbe mai cercato la morte di sua spontanea volontà, ma questo sua madre non poteva intuirlo. Era preoccupata, nonostante cercasse di nasconderlo.

«Vieni qui, voglio mostrarti una cosa.» le disse, inginocchiandosi e posando per terra un cumulo di fiori cremisi e una teiera di porcellana azzurra e rossa. La stessa in cui le aveva visto tante volte mischiare tè e Acqua Purificata.

Kotori posò le mani sul bordo della vasca e poggiò il mento sopra il braccio. Non parlò, non emise nemmeno un fiato, limitandosi a osservare la madre poggiare i grossi boccioli all'interno dell'acqua.

«Kotori, senti molto dolore?» le chiese, lasciando che l'ultimo fiore andasse a fondo.

La figlia annuì, abbandonandosi di nuovo all'abbraccio dell'acqua. Minari la seguì con lo sguardo, sorridendo mentre la osservava nuotare e, per un secondo, provò a dimenticare tutto, senza riuscirci.

«Sto per fare una cosa che non dovrei fare, Kotori-chan. Mantieni il segreto.» mormorò, cominciando a versare il contenuto della teiera all'interno della vasca. al solo contatto con quel liquido miracoloso, i fiori rossi cominciarono a illuminarsi leggermente, dipingendo le acque di un velo bianco e opaco che ristorò immediatamente il corpo malandato di Kotori. «Ti ho detto che l'Acqua Purificata guarisce solo le ferite di demone, ebbene, questa è una bugia. È capace di curare i muscoli lesionati, le ossa rotte, e le ferite della carne, ma non può fare lo stesso con le malattie o con i malori dell'anima. Non nella maggior parte dei casi, almeno.»

Kotori ascoltò la madre con attenzione, prima di tirare fuori dall'acqua il braccio lesionato. Se prima la sua carne aveva assunto un colore violaceo, ora tutti i lividi e gli ematomi stavano svanendo sotto i suoi occhi sconvolti.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡àDove le storie prendono vita. Scoprilo ora