Bullshit

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Volevo prendermi qualche secondo per avvisarvi che soltanto questo capitolo non sarà una One Shot, ma un immagina. Spero vi piaccia comunque.♡

*

Tu e Michael vi conoscete ormai da due anni e convivete. Siete entrambi usciti dall'accademia di musica e avete fatto entrambi il vostro percorso musicale. Tu hai lanciato il tuo album di debutto qualche mese fa, mentre lui ha già fatto enorme successo con ben due album. È diventato una star mondiale, è amato e odiato da tutti. Infatti, come non mancano i complimenti, non mancano neanche gli insulti. Ciò che lo ferisce di più è l'accusa di pedofilia. Le bugie viaggiano velocemente, infatti aveva già fatto il giro di tutto il mondo in poco tempo. I suoi veri amici, però, erano i bambini, esseri puri, come dice lui.

*

Tu e Michael state finendo di vestirvi per uscire a cena stasera. Qualcosa di semplice.
Stai per entrare in bagno per truccarti, ma lui ti prende per il polso, avvicinandoti a lui. "Niente trucco stasera. Tanto sei bella anche così." Ti dice, accarezzandoti il volto. Aveva un viso così felice e tenero, come avresti potuto dire di no?

Alle 20:00 circa uscite di casa, per dirigervi in piazza. È estate, e a quell'ora il cielo è ancora dipinto dai colori del tramonto. Inziate a passeggiare in piazza senza badare ai paparazzi in zona.
Vi sedete al bordo di una fontana prima di andare in pizzeria, per rilassarvi un po'. Poco dopo una bambina di più o meno 8 anni si siede vicino a Michael. Dopo qualche istante la bambina si gira verso di lui e, guardandolo, gli chiede: "Ma...ma tu sei Michael Jackson?" Con un tono di stupore. "Sì, sono io." Risponde Michael, poggiando una mano sulla testa della bimba, accarezzandola simpaticamente e con un dolce sorriso.
Appena Michael leva la mano, la bambina scende da dov'era seduta, e resta a fissarlo per qualche secondo. Il viso della piccola si incupisce e torna serio. Osserva di sfuggita la mamma, lontana da lei, e poi torna ad osservare Michael.
"Scusa Michael, ma mia mamma dice che i pedofili sono pericolosi. Devo andare."
I suoi occhi si riempiono di lacrime molto velocemente. Poggi la tua mano sulla sua mentre lo guardi, ma la leva di scatto, la chiude in pugno e se la poggia alla bocca, come per volersi nascondere.
Silenzio.

Michael ti chiede, con un filo di voce, tremante per trattenere i singhiozzi: "Possiamo andare a casa? Ti...ti prego. Usciremo un altro giorno." Sospira tristemente. "Per favore.".

Dopo qualche minuto siete a casa. Chiudi la porta e Michael crolla in un pianto disperato. È a pezzi e corre verso la camera da letto e tu lo segui.
"Michael, cerca di tranquillizzarti. Sai che non è colpa della bimba, ha solo una madre ignorante!"
"Lo so che non è colpa della bambina. Ma questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ne ho abbastanza. Ho bisogno che la gente sappia la verità su di me, perchè del male che non ho fatto mi viene attribuito. Sono solo in questo mondo, non ho nessuno." Dice, piangendo disperatamente, rannicchiato dietro al letto con le braccia sulle ginocchia.
Guarda il soffitto, fa un lungo sospiro e poi silenzio."tanto? A chi importa? Io sono sono soltanto Michael Jackson. Michael - Jackson, la macchina - da - soldi. Michael Jackson, colui che scrive canzoni sulla pace nel mondo e poi si scopa i bambini. Vengo idolatrato per la mia musica, ma poi credono che tutto lo schifo che mi tirano addosso lo sopporti."
"Michael, lo so che è una situazione difficile. Posso capire quanto faccia male. Ma non sei solo, ci sono io qui con te, io ti amo...". Il viso di Michael si incupisce, inizia a scuotere la testa in segno di disapprovazione; si alza di scatto verso di te, stringendoti un polso a tal punto da farti male. Nei suoi occhi c'è il fuoco, ma sono colmi di lacrime.
"No. Tu non ne hai idea cazzo, di cosa si prova. Ma guardati, per favore. Sei così carina e tenera che nessuno si permetterebbe di dire niente, e infatti... Poi c'è Michael Jackson, che si tocca il cazzo quando balla... massì, quello gay, che..." singhiozza come un bambino "...che cammina al contrario... andiamo, non hai idea neanche di cosa significa sentirsi umiliati. Nessuno oserebbe umiliare te."
Si siede sul letto e si copre il volto con le mani. Sospira e ricomincia a piangere, cercando di trattenersi.
"Tu non lo sai, non lo sai come ci si sente. Vattene, ti prego. Vattene via."

Esci dalla stanza, ma resti qualche minuto ad origliare dietro la porta. Le sue parole ti hanno ferita, ma lo perdoni perchè sei consapevole che non le pensa davvero. Senti che Michael ricomincia a piangere, più forte di prima. Forse, oltre ad essere un pianto di disperazione è anche un pianto liberatorio. Odi vederlo così, anche soltanto pensare che lui stia male ti fa sentire uno straccio. Senti gli occhi diventare umidi, ma sai perfettamente che in questo momento sei l'unica che può aiutarlo.
Vai in cucina per preparare i pancakes, che a Michael piacciono tanto. Ne hai preparati tanti, infatti è passata quasi un'ora dall'accaduto e tu sei ancora ai fornelli.

Senti dei passi pesanti entrare in cucina. È Michael, che è riuscito a calmarsi (e anche a mettersi in mutande e maglietta per dormire), anche se ancora tira su col naso mentre qualche lacrima gli riga ancora il viso. Si siede davanti il tavolo della cucina e resta in silenzio.
Inizia a piangere piano -sembra il lamento di un cucciolo di cane, pensi- cercando di trattenere il più possibile qualsiasi suono dovuto al suo lamento.
"Sono uno stronzo..." dice, mentre picchietta con le dita sul tavolo.
"...scusami, non so perchè ti ho detto quelle cose, ero fuori di me,non avrei dovuto..." si scusa, tra un singhiozzo e l'altro, mentre tu ti siedi di fronte a lui.
"Capisco se adesso sei arrabbiata con me, sono stato un coglione e non avrei dovuto. Perdonami, ti prego..." dice l'ultima frase con un filo di voce, e finisce per coprirsi il viso con le mani per nascondere la sua debolezza.
lo prendi per una mano e lo inviti a stendersi con te sul divano.
Siete pelle contro pelle adesso. Gli dai dei baci sulle spalle mentre lo abbracci da dietro e gli asciughi le lacrime.
"So che eri fuori di te. L'avevo capito sin dal primo momento e infatti non sono arrabbiata. Anzi, per tirarti su di morale ho preparato i pancakes."
"Ti amo così tanto..." essendo più sensibile del solito in questo momenton Michael versa via qualche lacrima per il tuo gesto d'affetto.
Il suo umore è ancora a terra, ma sembra apprezzare i pancakes.
"Le persone che ti amano davvero sanno chi sei. Ti leggono dentro. Sono consapevoli che quelle sono solo voci e che tu non avresti nemmeno il coraggio di sfiorare un bambino. Loro ti credono. Perchè ti vogliono bene veramente."

Dopo aver mangiato salite in camera da letto e indossi il pigiama.
Vi addormentate abbracciati, tu con la testa poggiata sul suo petto e lui sulla tua testa. Siete talmente vicini che senti i suoi respiri sulla tua cute e il suo cuore battere ritmicamente dentro il suo petto. Il suono dolce e preciso del cuore funge da ninna nanna per addormentarti, così, tra le sue braccia.

Fragments || Michael JacksonWhere stories live. Discover now