Vite precedenti?

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-mi ricordo di te?-

indietreggiai.
Pensando di parlare a me stessa mi chiesi

-cos'è stato?-

ma in realtà avevo detto quelle parole ad alta voce.

-hai avuto come una visione nella tua testa?-

Nick mi sembrava emozionato me lo chiedeva. Io annui

-oddio ho preso qualche droga? Me l'hanno messa nel cocktail ed io non me ne sono accorta.-

iniziavo ad iperventilare.

-Calmati Gin, non hai assunto nessuna droga; e se invece ti dicessi che noi ci conosciamo da sempre, che diresti?-
- ti direi che non ti ho mai visto in vita mia.-
-Gin, in questa vita, ma all'inizio dei tempi noi siamo nati come anime gemelle-.

Lo guardai spaventata.

-Nick credo, che forse tu abbia assunto qualche droga, detto questo ti saluto. Arrivederci a mai più.-

Questo è pazzo. Ma tutti io li trovo i personaggi più ambigui. E mentre camminavo per entrare nel locale a cercare Nina, lui mi prese un braccio e mi bloccò

- Gin, so che ti sembra tutto assurdo ciò che ti dico, ma credimi è la verità, e adesso che ci siamo ritrovati, dobbiamo stare insieme per riportare l equilibrio così c'è scritto.-
- se ora non mi lasci, Nick, inizio ad urlare e dico che stavi tentando di farmi del male- iniziai a correre e mi sembró di sentirgli dire -non lo farei mai.-

Nina a cavalcioni su Raul si baciavano, ardentemente, le mani di Nina si spingevano oltre il consentito. Mi avvicinai e tossì
-Nina!- lei si giró aveva i capelli arruffati, mi faceva ridere vederla in quello stato.

-Nina, io vado in albergo tu che fai?-
-Raul mi ha promesso di farmi vedere un posto speciale, ti spiace se rimango.-
-va bene, Nina.-
-ci vediamo dopo ok? Ti voglio bene gin lo sai?-
-ok, si sì, buonanotte Nina, buonanotte Raul.-

Raul mi fece un cenno.
Sali sul taxi.

-signorina, dove la porto?-
-hotel playa, grazie.-

Mentre guardavo fuori dal finestrino ripensavo a tutto ciò che era successo, quel bacio, che al solo pensiero mi faceva arrossire, a quelle immagini, alle sue parole. Ma chi era Nick e perché diceva quelle cose. Poi l'autista mi staccó dai miei pensieri.

-Come è andata la serata? Divertita?-
-diciamo di sì..-
-dalla tua risposta credo che hai fatto qualche incontro con il genere maschile.-

mi guardava dallo specchietto.
Tutta presa dai miei pensieri risposi in tutta fretta

-gli uomini sono una brutta bestia!-.

L'uomo scoppio in una fragorosa risata, guardandolo meglio,  notai che non era nel fiore degli anni. Non so il perché, mi fece ricordare mio nonno.

-sai, un giorno accadrà che incontrerai l'uomo giusto, la tua anima gemella e non la penserai più così.-
Ma cosa avevano tutti in questo posto, tutti parlavano di anima gemella.

-grazie-
-mi chiamo Greg comunque, è mi farebbe piacere presentarti la mia anima gemella, quindi, domani mattina sei invitata a fare un aperitivo da noi, sono sicuro che a mia moglie farebbe tantissimo piacere.-
-Greg, veramente domani ho da preparare valigie-
-insisto, prendila come una buona azione, dedicare un'ora del tuo tempo s due vecchietti.-

Quella frase mi fece sorridere.

-ok, allora accetto, a domani-.

Mentre mettevo il pigiama pensavo, agli avvenimenti di quella folle serata appena passata. Alla conversazione fatta con Nick, e al suo bacio. Alla sua bocca sulla mia, al suo delicato tocco, alla sensazione che pervadeva tutta me stessa. Oddio, volevo un altro bacio lo desideravo. No! Non dovevo pensarci.
Era un individuo folle, che mi parlava di cose senza senso, e nella confusione di tutti quei pensieri il sonno, alla fine prese il sopravvento.
Fluttuavo attraverso a quella costellazione, la sua luminosità mi faceva sentire in pace, in lontananza sentivo come uno squillo di un telefono, man mano diventava sempre più insistente e sempre più vicino, finché i miei occhi si aprirono.
Era il telefono della camera che non smetteva più di suonare.

-pronto-
-si signorina, buongiorno, come da voi richiesto ho chiamato per la sveglia mattutina.-

era la reception.
Controllando l'orario, notai che era mezzogiorno. Il letto di Nina disfatto. Ma come cavolo faceva quella ragazza, a non dormire mai.
Dopo 15 minuti, ero davanti lo specchio a mettermi un po' di mascara waterproof, ma cosa aveva il mio viso? Era più luminoso, sembrava emanare una luce diversa. Non potevo rimanere ancora a guardarmi era tardi, e se non mi muovevo rischiavo di non pranzare.

Da lontano, Nina, seduta davanti a due ragazzi, che mi davano le spalle, cercavo di capire chi potesse essere, fino a che il mio cuore iniziò a battere a velocità non consentita

. -No no no, ora me ne vado, tanto non mi hanno vista-

la fame che avevo fino a quel momento, era scomparsa facendo posto all'ansia.

-ma perché sono qui!-

e mentre indietreggiavo piano piano, per non farmi vedere. Nina si alzò velocemente, aveva capito che stavo per scappare. Ora ero in trappola. Dovevo per forza andare a quel tavolo.

-buongiorno Gin, da questa parte.-

Le feci un occhiataccia, questa me la paghi.
-buongiorno a tutti-
Volevo evitare il contatto visivo con lui, ma era un po' difficile avendolo davanti.

-allora amica mia, ho ordinato io per te.-
-benissimo, praticamente sono quasi sicura che hai ordinato qualcosa di strano immangiabile, Nina come tu ben sai, non ci azzecchi mai.-
-be, però Gin anche Nick ti ha ordinato qualcosa.-

Il mio sguardo si scontrò con i suoi bellissimi occhi, mi ci volevo buttare in quegli occhi.
Il mio tovagliolo cadde a terra. E per istinto nel raccoglierlo le nostri mani si toccarono. Al suo tocco, il mio corpo ebbe un fremito. Nella mia testa una guerra. Avrei voluto metterlo sul tavolo, e mettermi a cavalcioni su di lui, e mordere quelle labbra carnose, che me lo facevano desiderare ancora di più.

Tutti e tre mi guardavano, sentivo le guance rosse, dovevo far distogliere l'attenzione al mio lungo silenzio.

- quindi potrei sapere cosa mi avete ordinato?-

Nina rispose decisa

-io ti ho ordinato petto di pollo al limone, come sempre, ma Nick ha detto che secondo lui avresti mangiato calamari fritti con tanto tanto limone.-

Rimasi di sasso, io li come uno stoccafisso, come cavolo faceva a saperlo, sono sicura di averlo solo pensato, un minuto, mentre stavo lavando il viso. Non l'avevo  neanche detto ad alta voce. Avevo delle cimici in camera?

-quindi gin, che scegli?-
-c-cc-calamari.-

Nina sputo la capiroska su Raul, che poverino si ritrovò tutta la camicia bagnata.
Guardavo quel ragazzo davanti a me, come cavolo poteva essere possibile. Apposta, lo vidi far cadere una forchetta a terra e nel rialzarsi mi sfioro la gamba con le sue dita. Al suo tocco si scatenò una battaglia dentro di me, le farfalle si stavano sfracellando direttamente sul mio stomaco. Calma Gin, stai calma, mi ripetevo.

-quindi domani partite?-

Raul chiese rivolto a Nina. Potrei dire che aveva un'aria triste

-purtroppo sì, Gin deve fare alcune foto, però se volete potete venirci a trovare, ci fermiamo li altri cinque giorni e poi ripartiamo.-

Un calcio bello forte, gli arrivo, dritto dritto sulla gamba. Zitta, zitta non dire più niente.

-Gin non mi tirare calci, mi fai male.-

Ok, dopo gli avrei fatto fare una fine lenta e dolorosa, ma perché mi metteva in questa situazione.
Nick che fino a quel momento non aveva ancora parlato

-dove andate?-
-ovvio, Canarie.-

Dovevo ricordarmi che appena fossimo state sole, le avrei fatto una bella ramanzina, faceva sapere tutti i fatti nostri.

-ragazzi ora vi devo lasciare, ma ho del lavoro da fare.- mi alzai dalla sedia, per andare via.
-posso venire con te?-

Nick e i suoi occhi mi fissavano.
Dovevo dire no. Di no.

-certo!-.

Destiny Where stories live. Discover now