-Capitolo 45 pt.2-

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Continua...

Non so che fare. È come vivere di nuovo quel giorno di un anno e mezzo fa.
Lo guardo avvicinarsi piano piano, e ad ogni passo il mio cuore perde un battito.
A pochi centimetri da me, corro dall'altra parte della stanza, lui più veloce di me, mi prende e mi butta sul letto, salendo a cavalcioni su di me.
Le lacrime iniziano a scendere copiose sul mio viso, lui ne raccoglie alcune mentre mi accarezza il viso. Quel gesto non è più bello e dolce come qualche giorno fa, sembra più una scottatura, come se la sua mano fosse un ferro incandescente.

Mi prende per il mento e mi costringe a guardarlo negli occhi, con i miei sicuramente gonfi per tutte le lacrime che il mio corpo sta producendo in questo momento.
Sento la sua erezione crescere sempre di più, e a quel tocco le lacrime scendono ancora di più. Spinge i suoi fianchi verso i miei, facendomela sentire ancora di più. Mi viene solo da vomitare in questo momento.

-La senti? Aspetta solo di essere soddisfatta.- dice sorridendo maliziosamente. Non ha capito nulla questo. Non farò mai, ciò che sta pensando.

Questi pensieri abbastanza determinati, vengono polverizzati quando con un gesto veloce si sbottona i jeans e mi gira a pancia in sotto, e ancora con i boxer e sempre a cavalcioni su di me, inizia a strusciarsi sul mio sedere. Piango ancora di più a quel tocco sgradevole.
Si sposta per un attimo da sopra di me, ma non ho il coraggio di girarmi, ho paura. Troppa.

Quando con un altro gesto veloce mi gira a pancia in su, vedo lo spettacolo più brutto della mia vita, si è sfilato sia jeans che boxer, e con un movimento veloce, si avvicina a me, ormai immobile su quel maledetto letto, incapace di muovere qualsiasi muscolo.
Perchè ho messo la gonna? La scelta peggiore della mia vita.
Mi alza la gonna e mi sfila gli slip, e con la poca forza che mi resta, cerco di allontanarlo, ma lui più forte di me, non si insinua subito dentro di me, ma inizia a baciarmi con foga. Non ricambio il bacio, e mi arriva una sberla dritta in faccia. Mi porto la mano alla guancia calda e sicuramente rossa. Mi giro piano verso di lui, lo guardo dritto negli occhi.
Lo prendo per la maglia avvicinandolo a me, e inizio a baciarlo. Se vuole la violenza quello avrà.

Sorride sulle mie labbra, quando infila un dito nella mia apertura. A quel movimento improvviso in me, mi esce un piccolo urlo, che più di un urlo è un gemito. Inizia a muovere quel dito, e seriamente credo di vomitargli in bocca.
Gemo di nuovo quando infila un secondo dito.

-Aspetta.- dico staccandomi da quel bacio.
Mi guarda stranito, lo sposto un pò e mi alzo per prendere la sua cintura dal pavimento. Cammino in modo sexy, cercando di mascherare la paura che mi sta logorando dentro. Sento il suo sguardo su di me, che brama ogni centimetro del mio corpo.
-Stenditi. - dico con la cintura in mano. Lui sorride capendo le mie intenzioni o almeno ciò che lui vuole capire che siano le mie intenzioni.
È ancora nudo davanti a me, e la sua erezione è ormai più che evidente, e grossa...
Salgo sul letto, gattonando mi avvicino alla spalliera del letto, e lego le sue mani a quest'ultima, con la cintura. Mi assicuro che non si possa liberare, e lo guardo maliziosamente.

-Ora, faccio io.- sorride e mi avvicino a lui piano piano. -Preparati a soffrire.- dico guardandolo con odio. Mi guarda confuso, scendo dal letto e mi rimetto gli slip. Prendo il telefono dalla borsa e chiamo Hanna.
Non so per quale motivo ma scoppio di nuovo in lacrime. Mentre il telefono squilla le immagini di poco fa, si ripetono nella mia mente.

-Ali? -dice Hanna dall'altra parte. Mi scappa un singhiozzo.-Ali? Ali stai bene? Dove sei?- dice allarmata.

-Sono al piano di sopra Han, venite vi prego.- non finisco neanche di dirlo che Hanna stacca la chiamata.

-Puttana.- dice con sdegno Damon.

-Stai solo zitto tu.- dico guardandolo mentre le lacrime continuano a scendere.

-Perchè? Se no che mi fai?- dice.

-Non credo vorresti finire in carcere per stupro.- dico determinata, e lui abbassa la testa stando zitto.

Raccolgo il suo pantalone dal pavimento e vedo nelle tasche se trovo la chiave. Fortunatamente è lì. Mi avvicino alla porta e la inserisco nella serratura, girandola subito dopo, e apro la porta, trovandomi Hanna, Lea, Nick e Evan che corrono da una parte all'altra del corridoio per cercarmi.

-Ali. - urla Hanna abbracciandomi. -Cosa è successo? - mi dice vedendo che sono scoppiata di nuovo in lacrime.

-Damon, è lì dentro. Ha cercato di... di...- piango ancora di più e Hanna mi abbraccia insieme a Lea.

-Io lo ammazzo a quello stronzo.- dice Nick, andando verso la stanza dove Damon è ancora sul letto, nudo e solo. Così come deve essere.

-No, Nick ti prego stai con me.- dico staccandomi da Hanna e andando vicino a  lui, abbracciandolo.

Sentiamo un qualcosa sbattere, e mi stacco da Nick notando l'assenza di Evan che poco fa era qui. Mi giro verso la porta della stanza e la noto chiusa. Poi si sentono delle urla.

-MA CHE CAZZO TI È PRESO? MA SEI RINCOGLIONITO O COSA? - urla Evan.

-No...- dice Hanna andando verso la porta. La fermo e le dico di aspettare due minuti. Prendo la chiave che in un impeto di felicità nel vedere i miei amici ho lanciato via, e vado verso la porta aprendola subito dopo.

-SEI VERAMENTE UNO STRONZO.- un pugno.-MA CHE RAZZA DI COGLIONE MI SONO SCELTO PER MIGLIORE AMICO.- un altro pugno. -MI FAI SCHIFO.- un altro pugno ancora. -PENSAVO FOSSI CAMBIATO.- un altro.

Damon non si muove, resta lì a sanguinare e a non spiciccare parola. Merita questo e ancora altro, ma fermo Evan o si metterà nei guai.

-Evan. Evan basta. Basta.- dico e lui si stacca da Damon.

-Hai chiuso con me.- dice guardandolo dritto negli occhi.

-Con tutti noi.- dice Hanna.

Tutti insieme, usciamo da quella casa e mi riaccompagnano alla mia, dove Hanna e Lea restano a dormire, senza chiedermi nulla di quel momento. Ma so che prima o poi dovranno e vorranno saperlo.

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"Hayes..."

"Hayes ti prego rispondi..."

"Non riesco a dormire."

"Non ti ho detto una cosa della festa..."

"Ali, sono le 3:46 del mattino, cosa succede? Dimmi."

"Damon mi voleva stuprare..."

Snapchat// Hayes GrierOnde histórias criam vida. Descubra agora