30

281 26 27
                                    

Premessa: 

ho impiegato un mese a scrivere questo capitolo, non restandone, tuttavia, entusiasta. Avrei voluto scrivere altro. In verità avrei voluto scrivere diversamente, con più intensità, con più dettagli, con più costanza. Ho fatto male i miei conti, non immaginando quanto la vita di tutti i giorni potesse influenzarmi. Avevo ideato un altro epilogo. Perché si, amiche mie, questo è l'ultimo capitolo di questo romanzo. Romanzo che doveva chiudere il cerchio, ma che in realtà lascia spazio ad una terza parte. Inizierò a scriverla tra breve. Spero che vi piaccia e che vi sorprenda. Non mi resta che ringraziarvi per il caloroso affetto, per i commenti, per le emozioni e per la compagnia. Se non fosse per voi, io non sarei qui. 

Grazie di cuore.

Vostra sempre, 

Carla.

Nove mesi dopo

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Nove mesi dopo

Ogni principio ha una fine. Una fine non sempre scontata, una fine non programmata. Paradossalmente un esito sconvolgente può essere definito tale. Un vero esito. Che senso ha programmare il proprio futuro? Che insegnamento mai si può trarre da ciò che si pianifica a tavolino? 

Gioia ci riflette su, con la sua solita espressione persa in chissà quale luogo o tempo. Ci pensa con intensità, con un fine preciso. Si, quel pensiero è proprio valido e profondo. Racchiude l'essenza di tutte le vite del mondo. Compresa la sua. 

Un iPad bianco acceso e posto su di un cesto di legno, adoperato a tavolino. Un albero gremito di foglie e rami, divenuto poggia schiena. E l'ombra a ristorarla dal caldo mattutino. 

Cuba non è come credeva. La immaginava diversa, folle, caotica, pullulante di turisti pseudo acculturati. Questo ultimo aspetto l'aveva tastato con mano il primo giorno. Italiani, come lei, che del Che sapevano solo che avesse la barba e che avevano l'ardire di definire l'isola un posto vent'anni arretrato. 

Era Agosto quando Manuel le disse che sarebbe volato dai suoi genitori ed era sempre Agosto quando lei gli chiese di portarla con se. Non aveva più senso restare, non dopo ciò che aveva scoperto. E l'idea di  ricominciare nuovamente a pochi metri da Michele le fomentava il nervoso. D'altro canto si era abituata agli spostamenti, una volta era scappata a Milano. Ma questa era diversa. Questa volta voleva evitare di esplodere e distruggere tutto ciò che le si palesava. 

Manuel l'aveva percepita quella rabbia, quel senso di incontinenza verso le mal azioni altrui. L'aveva portata nella terra dello zio, tra cavalli, galline, polli e conigli e le aveva suggerito un bel urlo liberatorio. Gioia andò un pochino oltre, pronunciando amabili parole dirette un po' a casaccio, compreso al cane che non la piantava di abbaiare. Vaffanculo stronzo era il suo must have.

Da allora erano trascorsi nove mesi e una cosa buona l'aveva portata finalmente a termine. O meglio più di una. Lavorava presso un ristorante in centro. Con il flusso di italiani a L'Avana, tornava utile qualcuno che fosse madrelingua, a maggior ragione se di bell'aspetto. Divideva la camera con Manuel nella cascina dei genitori di lui, dalla pelle erosa dal sole. 

Se non fosse per te- RivelazioniWhere stories live. Discover now