Capitolo 1

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P.O.V. Victoria

Sarebbe stata la giornata più bella se non per il fatto che é lunedi e devo andare a scuola. Per mia fortuna riesco a svegliami da sola e in tempo. Odio quando la sveglia suona per questo non ne ho una. Di solito sto nel letto a pensare alla giornata di schifo che mi aspetta. Mi alzo e in 20 minuti sono pronta. Indosso un paio di pantaloni neri a vita alta e una maglia bianca a mezze maniche. Non vesto mai qualcosa di scollato o attillato. Non mi piace attirare l'attenzione dei ragazzi. Non esagero con il trucco, mi basta un po' di correttore per le occhiaie e il mascara. I capelli, lunghi, mossi e castani li lego in una coda alta. Mi guardo allo specchio; bene sono pronta per andare a scuola. Indosso le mie adorate huarache, afferro lo zaino e scendo in salotto a salutare mia madre.

"Miraccomando comportati bene. Ti ho lasciato i soldi per il pranzo. Buona giornata" dice mia mamma sorridendo, adoro il suo sorriso.
"Grazie mamma. Ci vediamo oggi pomeriggio, Ciaooo" la saluto. Stavo uscendo di casa quando la mia migliore amica mi chiama al cellulare:
"hey Vic, dove sei? Facciamo la strada insieme?"
"Buongiorno anche a te Nat, comunque sono appena uscita di casa. "Ti aspetto davanti alla gelateria." rispondo a Nat.
"Va bene. A tra poco"
"ciao" detto questo mi dirigo verso il luogo d'incontro. Quando cammino mi piace fare dei respiri profondi. Adoro l'aria di mattina, è cosi rinfrescante e pulita. Mi fermo un'attimo per rilassarmi. Denver é una città enorme. Io abito al di fuori del centro città e devo dire che qui é abbastanza tranquillo. Non sono fatta per stare in luoghi affollati e inquinati, fosse per me vivrei in campagna, in mezzo alla natura. Ricomincio a camminare e sono quasi arrivata alla gelateria. Giro l'angolo e trovo Nat che mi aspetta sbuffando.
"Ah eccoti finalmente. Pensavo ti fossi persa" mi rimprovera la mia migliore amica. Nat é tutto in contrario di me. Io sono mora con gli occhi castano-verde mentre nat é bionda con gli occhi color azzurro mare. Io sono bassa (1.63 cm) e lei é una torre (1.78 cm). Però, siamo inseparabili, siamo cresciute insieme... ormai è come una sorella per me.
"Scusa, ma sono qui giusto? Ora andiamo. Non voglio arrivare in ritardo. Altrimenti la prof di storia ci sbatte fuori dalla classe come l'altra volta." Prendo Natasha per il braccio e la trascino a scuola. Io e lei andiamo in classe insieme dalle elementari.  Arrivate a scuola ci dirigiamo verso la classe. Mentre camminiamo mi rendo conto che ho dimenticato un libro dentro l'armadietto.
"Accidenti Nat, ho lasciato storia nell'armadietto. Torno subito. Nel frattempo coprimi." Le chiedo
"Vai, tranquilla ci penso io, ma non metterci troppo tempo, okay?" mi dice
"Grazie mille, sei un tesoro." Mi metto a correre verso il mio armadietto che si trova vicino alla segreteria, speriamo di non incontrare la preside. Appena arrivo, lo apro e cerco sto stupido libro. Appena lo trovo il mio sguardo cade sulla porta della segreteria. Ci sono 3 ragazzi girati di spalle. Sono molto alti e noto che la segretaria continua a fissarli negli occhi e sembra balbettare. Chissà se sono dei nuovi arrivati, magari sono in questa scuola da tanto e sono io che ho bisogno di un paio di occhiali. Non so perché ma mi mettono ansia. Uno di loro ha persino i capelli bianchi.
Chiudo l'armadietto e me ne vado di corsa in classe. Per fortuna appena entro io la prof arriva. Le 5 ore di lezione passano veloce e adesso é l'ora di pranzo. Mi dirigo verso la mensa e trovo il mio solito tavolo libero. A pranzo di solito mangio solo con Nat, qualche volta però vengono due nostro amici. Non veniamo mai calcolate il che mi va perfettamente bene. Incomincio a mangiare quando vedo Nat correre come una matta per la mensa.
"Viccccccccc" urla a squarciagola come se io non potessi sentirla.
"Ma porca miseria che hai da urlare. Sono qui dio santo. Tutta la scuola ci sta guardando. Che vergogna, sei sempre la solita" dico coprendomi la faccia ormai rossa con la mano.
"Ops, scusami. Ho una notizia fresca fresca dalle segreteriaaaa" dice Nat urlando di nuovo. Tanti saluti ai miei timpani. Dalla segreteria? Scommetto che centrano i tipi di prima. Non dirmi che...
"Terra chiama Vic. Mi stai sentendo?" ero immersa nei miei pensieri che non mi sono dimenticata di Natasha
"Oh si,scusami. Dicevi..."
"Dicevo che domani veranno 3 nuovi ragazzi da noi in classe e gira voce che siano di una bellezza sovrannaturale. Oh mio dio magari quest'anno non sarà cosi brutto e noioso come pensavo." Dice Nat entusiasta. Avevo ragione...
"A me sinceramente non interessa dei ragazzi nuovi, non è una novità avere gente nuova in classe"
"Vero, però magari a questo giro ci sarà gente interessante"
"Vedremo... ma ne dubito" dico, ogni volta che arriva una persona nuova, all'inizio sembra simpatica ma appena fa conoscenza cambia completamente atteggiamento... in negativo.
"Vabbé ora devo andare in bliblioteca. Mi accompagni o stai li a farti sogni erotici sui nuovi ragazzi di cui non sai nulla?" dico con un sorriso malizioso
"Ha Ha Ha simpatica. Va bene vengo con te. Ma solo perché non ho niente da fare." A Nat non piace la biblioteca perché non può parlare a voce alta. La cacciano ogni volta. Una volta arrivate ci mettiamo a studiare, anzi, mi metto a studiare. Lei ascolta la musica con le cuffie, è sempre la solita. Verso le 16 decidiamo di andarcene. Stavamo chiaccherando quando il cellulare di Natasha suona.
"Cavolo, é mia mamma. Devo correre a casa. Ci vediamo domani.Ah, cerca di non fare tardi come questa mattina." Dice mentre sta andando via.
"Lo spero. Ora vai sennò arriverai tardi a casa. Ciaoo" rispondo sperando che mi senta ma ormai è già lontana.
Beh, in effetti sta giornata non é stata faticosa. Pochi minuti e sono arrivata a casa. Strano. La macchina di mia madre non c'é, magari l'ha messa nel garage. Mi dirigo alla porta e suono. Aspetto ma nessuno mi risponde.
Mi siedo sui gradini e apro lo zaino in cerca delle chiavi. E indovinate un po'? Non le trovo... e io che ero sicura di averle messe li dentro. Ma quanti libri mi sono portata oggi? Il bello é che non li uso neanche. È come cercare un ago in un pagliaio. Sono talmente nervosa che butto tutto ciò che c'é dentro lo zaino e continuo a cercare. Okay, sono ufficialmente senza chiavi e mi tocca stare fuori.
Mi rimangio ciò che ho detto prima, é una giornata di merda. Mentre imprecavo nella mia mente il mio sguardo cade sulla casa vicino a me

"Dorothea" dico con un sorriso da ebete. Dorothea é la mia vicina di casa ed é anche la migliore amica di mia madre. Lei ha il doppio delle chiavi. Oh si, finalmente quella donna mi é utile. Corro verso casa sua, lasciando tutto per terra, e suono il campanello. La porta si apre.
"Oh, grazie al cielo Dorothea, mi serv....E tu chi sei?" dico al ragazzo che mi ha aperto la porta. Non l'ho mai visto. Invece di rispondere mi sta fissando con uno sguado indecifrabile. I lineamenti del viso sono nascosti dal buio. Riesco solo a vedere i suoi capelli... bianchi? No aspetta, forse sono io che ci vedo male. Mi squadra con i suoi occhi verdi. Sbaglio o stanno luccicando? Ma che diavolo...
"Ehilà!!! Sto aspettando ,mi vuoi dire che diavolo ci fai a casa di Dorothea?" sto per perdere la pazienza, mi sta fissando senza dire niente! Ma é sordo o cosa? All'improvviso mi sbatte la porta in faccia lasciandomi senza parole.

The House Of Evil ●IN REVISIONE●Where stories live. Discover now