52-Dylan

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Aimee cammina vicina a me, tenendo lo sguardo basso e la testa immersa nei suoi pensieri. Abbiamo appena lasciato sole Laura e Mary nella stanza, quest'ultima si era appena svegliata dopo la trasfusione di sangue. 

Non sono riuscito a scambiarci nemmeno una parola, sono dovuto andare via con Aimee per trovarci una via d'uscita. Il tempo è poco, così come noi: la metà delle persone a cui tenevo è morta, così come per Aimee. L'unica differenza è che lei non può fidarsi nemmeno di suo padre.

Quando ho visto il corpo di Jena, che era ancora appeso alla parete con una freccia nel cuore, ho sospirato amareggiato: una delle ragazze più dolci e fantastiche dell'intero pianeta aveva appena perso la vita, ma sono grato a Mary per averle dato una morte veloce.

<<Per una volta ho veramente paura>> dice Aimee, guardando in basso. Si asciuga una lacrima che le scivola lungo la guancia, poi cerca di respirare regolarmente per non piangere. <<Vorrei piangere, ma non posso permettermelo. Non ora>>.

<<Cosa succede?>> chiedo.

<<Ho una bambina che mi aspetta a casa, che non dovrà mai scoprire che suo zio è stato un traditore, così come suo nonno. Non dovrà scoprire che è stata solo un esperimento per suo padre, voglio che sia amata da lui come ogni bambina o bambino in questo mondo>> risponde <<Ho paura che non potrà avere dei genitori, che verrà cresciuta da qualcun'altro che non sono io>>.

<<Non succederà, Aimee>> la rassicuro <<Rivedrai la tua bambina, lo giuro sulla mia vita>>.

<<Grazie, Dylan>>.

<<Figurati, Fiammetta>> Sorrido.

Mi abbraccia forte, ancora tentando di non piangere: <<Non mi chiami così da più di un anno, da quando ti ho rincontrato alla Haldell. Ero così sorpresa di averti rivisto dopo tanto tempo, invece ora siamo ancora qui dopo tutto questo... Sei il migliore amico migliore al mondo>> Ridacchia <<Ora andiamo, penso che seguendo questo corridoio arriveremo a destinazione>>.

Continuiamo a camminare, non parlando più. Tempo fa ebbi una conversazione umana con Eatan e per umana intendo niente botte o insulti. Mi fece una domanda, ossia: "Se tu potessi salvare una sola ragazza fra Aimee e Mary, chi salveresti?".

Chiunque mi conoscesse bene saprebbe rispondere. Salverei entrambe e darei la mia vita al posto di una delle due.

Lei si blocca e per poco non le cado addosso: <<Perché ti sei fermata?>> chiedo. Siamo nel bel mezzo di un piccolo passaggio, umido, bagnato e puzzolente. Non poteva fermarsi in un luogo leggermente più igenico? 

<<Noi non abbiamo alcun walkie talkie con noi, come faremo a restare a contatto con Laura?>> Si gira verso di me con aria accigliata. <<Come faremo a sapere quando esploderà la bomba?>>.

<<A questo non ci abbiamo pensato>> ammetto <<Ma mi fido di Laura e so che troverà un modo per avvisarci, magari chiederà a Violet di farlo. Questo piano è l'unica cosa che ci resta>>.

<<Si tratta di arrampicarsi sugli specchi!>> sbotta <<E i soccorsi quando arriveranno? Facendo esplodere questa casa, con lei bruceranno tutte le provviste>>.

<<Troveremo qualcosa per i boschi... Magari animali>> ipotizza.

<<O magari diventeremo come Peter, giungeremo al punto nel quale mangiarci a vicenda sarà l'unica soluzione>> ribatte. <<Scusa... è solo che ho paura>>.

Arriviamo finalmente in una stanza, dove le pareti sono di roccia e  un enorme porta in ferro è l'unica cosa esistente. Aimee tenta di aprirla, ma è chiusa a chiave. <<Cosa cavolo... Siamo intrappolati qui?>>.

<<Calmatevi ragazzi>> La voce di Violet sbuca dal nulla, ma lei non è qui con noi. Probabilmente starà parlando attraverso un altoparlante. <<Non vi ho abbandonati, sto solo usando tutta l'elettricità in più per dare più carica alla bomba. Ringraziatemi per il fatto che non siete completamente al buio>>.

<<E se farai esplodere la bomba grazie a questa elettricità, mi spieghi come faremo noi ad uscire?>> chiedo.

<<L'elettricità serve a darvi tempo. Secondo i miei calcoli, avremo dieci secondi>> spiega.

<<Avremo?>> ripete Aimee accigliata.

<<Il comando per riattivare la porta è manuale, dovrò andare lì e tirare una leva. Poi voi dovrete correre e allontanarvi più che mai all'edificio>> risponde.

<<Tutto questo è folle!>>.

<<Lo so. In ogni caso, sentirete la porta emettere un piccolo rumore come il suono di una campanella. Quando lo udirete, sarà aperta. Pronti?>>.

<<Sì>> diciamo in coro.

Rimaniamo nel silenzio, in attesa di sentire il rumore della porta aprirsi.
È tutto così... Semplice.
Sentiamo il rumore della porta, quindi subito e io Aimee corriamo per aprirla.
Sentiamo il vento dell'aria fresca, l'odore del mare che ci fa capire che siamo fuori.

Poi il botto.

L'esplosione mi scaraventa più in là, quando mi schianto contro il i prato del giardino capisco di essere sopravvissuto.
Sento Aimee lamentarsi dietro di me, mentre tenta di alzarsi.

Ce l'abbiamo fatta, io e Aimee siamo due dei sopravvissuti.

Ma se è stato semplice per noi, lo sarà stato anche per gli altri?

-5 alla fine💕

Mystery 3~The escapeWhere stories live. Discover now