La morte del Corvo

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Racconto di alcune cose
che vorrei lavare via
da sotto i ponti
delle tue scapole
da tutti gli angoli
delle altre ossa tue lunghe
e leggere

è come una sensazione
che ho quando cammini.

Racconto di quel lago
ora nero ora bluastro,
ora violetto ora celeste
dove ho fatto il bagno
per ore
dove non ho avuto
bisogno di parlare
dove l'unica
mia urgentissima
necessitá
quella di urlare
verso l'infinito
di piangere forte contro
il vetro
contro le ali piumate
dei nostri giorni sottili
ma mai piú
in pericolo.

Magari
però
mi sbaglio
o magari
quel lago nero
non mentiva
quel lago tiepido
sincero
sí, bellissimo
quel lago dei tuoi
occhi bagnati.

Dovevo parlare
di lavar via delle cose.
Prendi l'acqua del tuo lago
e quella del mio, insieme
e, piano, strofina
e vedrai quel fango
delle parole sbagliate
dei giorni buttati

vedrai le cose
che non hai mai trovato
e penserai
che non hai mai cercato
non eran quelle
le notti vere
non eran quelle le luci
sicure.

Prendi i semi
dei fiori del tuo male
piantali al centro
del mio stomaco sanguigno

sciogli il cappio d'argento
(c'hè troppo poco per l'oro della tua gola)
e gettalo al Corvo
che non sa di che cibarsi

e lo vedrai patire
i piú atroci, mortali dolori
mentre tu
in piedi
inizierai da quella tua
dolcissima smorfia
da quella piega delle labbra
scioglierai le tue membra
stanche, giá
e nascerá un ruscello di sale
da quell'etereo buio

E piú non t'importerá
di fare rumore

Urlerai, e puoi urlare il mio nome

OpheliaWhere stories live. Discover now