Capitolo 3

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Mi trucco e penso a quello che voglio dire alla mia migliore amica, non so se sia una buona idea raccontarle quello che ho fatto quella sera al lavoro.

Devo pensare positivo, di quella notte non ne parlerò con nessuno... nessuno che sia Carter. Infatti mi sto preparando per andare al Mocha, il bar dove lavora la mia amica Grace. Lei è l'unica persona di cui possa fidarmi, è la mia migliore amica da 19 anni, si potrebbe dire che siamo cresciute insieme. Anche lei viene dal Tennessee, e come me si è trasferita a Malibù per amore. Il suo ex fidanzato lavorava come pilota di aerei in questa città... poi è morto, in un incidente aereo mentre pilotava uno dei suoi mezzi, un anno fa.

Grace è una ragazza che non crede nell'amore, infatti cambia ragazzo spessissimo, però da quando è morto Gideon ha smesso del tutto di credere in questo sentimento, anche perché con lui sembrava esserci qualcosa di veramente serio, per gli standard di Grace.

Devo parlare con lei di questa storia oppure i rimorsi mi mangeranno viva.

Dopo aver coperto il naso con abbastanza fondotinta, vado nell'armadio per scegliere cosa mettere. Trovo il vestitino che ho comprato una settimana fa al centro commerciale. È davvero carino, me ne sono innamorata a prima vista, è verde acqua, spalline sottili e arriva a metà coscia. La cosa che mi piace di più è che ti tiene fresca per tutto il giorno, sembra che al suo interno ci sia un condizionatore d'aria.

Dopo aver messo il vestito metto le converse bianche, faccio una treccia ai capelli, prendo lo zainetto dove metto il cellulare, le chiavi di casa e un paio di occhiali da sole e sono pronta per uscire.

Sono fortunata, il bar si trova soltanto a pochi isolati da casa mia, così ho più tempo per schiarirmi le idee. Il mare mi fa da sottofondo, guardo verso la spiaggia e sorrido, un cagnolino sta leccando il suo padroncino su tutta la faccia e lui ride come un matto. Guardo il mare e sospiro, è tanto tempo che non faccio un po' di surf.

Vedo il bar in lontananza, due camerieri stano pulendo i tavolini che si trovano fuori, e Grace li sta aiutando, la riconosco perché ha i capelli castano con delle ciocche tinte di azzurro e blu scuro. Come se sapesse che sono qui alza la testa e guarda dalla mia parte, con un gran sorriso mi saluta con la mano e poi ritorna a pulire i tavoli.

Ci tiene tanto a questo lavoro, lei fa da cameriera in questo bar, in cambio il proprietario la fa cantare gratis. Insomma, deve pur farsi un po' di pubblicità. Lei sogna di cantare da quando aveva dieci anni, ricordo ancora quando cantava alle mie feste di compleanno e tutti rimanevano incantati dalla sua splendida voce.

<<Will, che bello vederti.>> Esclama, sorridendo con sincerità.

L'ultima volta che l'ho vista è stata una settimana fa, per via dei nostri lavori non abbiamo la possibilità di vederci spesso. Infatti ogni volta che abbiamo un po' di tempo libero lo passiamo insieme. Dato che questa è un'occasione speciale sono andata a disturbarla nel suo posto di lavoro, ho bisogno di lei urgentemente.

<<Cece, mi sei mancata da morire.>> Le sussurro in un orecchio, abbracciandola stretta. Da piccole non riuscivo mai a pronunciare il suo nome correttamente, e la chiamavo sempre Cece, e questo soprannome le è rimasto.

Il familiare odore del suo profumo alle rose mi rassicura ogni volta. So che se sono con lei tutto andrà bene. Le riempio il viso di baci e ridacchia come una bambina.

<<Come mai sei qui?>>

Faccio una smorfia, <<avevo bisogno di parlarti... è una cosa importante.>> Ecco, le mani iniziano a sudarmi e il cuore batte più forte del normale. Grace mi fissa negli occhi e poi annuisce, ha già capito che ho un problema serio. La adoro anche per questo, con un semplice sguardo riesce a capire se mi sento male o sono felice.

È troppo tardi #wattys2018Where stories live. Discover now