Capitolo 18

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<<Sono ritornato!>> Esclama Carter, appena mette piede in casa.

Come previsto, giovedì mattina Carter ritorna a casa. Io sono in cucina a preparare la colazione per me, ma dato che lui è a casa preparo qualcosina anche per lui.

Carter viene in cucina, ma non viene a darmi un bacio, nemmeno uno semplice sulla testa, come è solito fare. Poi ricordo, non ci baciamo da settimane.

<<Ehi,>> mormoro, senza nemmeno guardare nella sua direzione, mi limito a girare la frittata e guardarla cuocere. L'odore di formaggio si sente in tutta la casa, sento il suo stomaco brontolare, <<ne vuoi un po'?>> Gli chiedo, sembra che l'abbia fatto soltanto per educazione.

Lui si avvicina ai fornelli, molto vicino a me, infatti mi sfiora una spalla con il suo petto e annusa la frittata, <<sì, grazie.>> Poi se ne va verso le scale, <<nel frattempo che la colazione cuoce vado a farmi una doccia.>>

<<Okay.>>

Chiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore, la freddezza con cui ci siamo trattati mi trafigge il cuore.

Sono le sette e trenta, il mio turno al Drink's doveva iniziare alle sette. Spero di non beccarmi una ramanzina per questo ritardo.

Ovviamente la colpa è di Carter, anche se non è del tutto sua, mi ci sono messa anche io che l'ho aizzato a litigare.

È ritornato questa mattina e da quando è entrato in casa si respira un'aria di sfida e... risentimento, anche rabbia. Non so perché, ma questo mi fa pensare che lui sa cosa è successo tra me e Logan. Abbiamo litigato per una cosa sciocca. Ecco l'esempio: mi stavo preparando per andare al lavoro, quando sento Carter sbraitare... soltanto perché non dovevo mettere i vestiti da lavoro sul suo lato del letto. Non so cosa prende a quel ragazzo ultimamente, ma non mi piace.

Entro nel locale, la musica sta già uscendo dalle casse. Scendo in fretta e furia i gradini e vado dietro il bancone, dove Noah sta servendo dei cocktail a sei ragazzi.

<<Se in ritardo,>> urla, mentre serve ancora i drink.

Mi asciugo la fronte con un tovagliolo e mi tolgo il giacchino di renna finto. <<Lo so.>>

Fortunatamente Axel e Justin non sono in giro, loro sono dei cari ragazzi, ma non tollerano i ritardi, soprattutto sul posto di lavoro. E ancora più grave, non sopportano i ritardi non detti. Se avessi avvertito prima magari me la sarei cavata, in questo caso ho rischiato di prendermi una ramanzina come si deve.

Una ragazza dai capelli rasati sui lati viene verso il bancone. Mi sorride dolcemente, <<ciao, mi puoi dare un Martini?>>

Le sorrido anch'io, ha un sorriso davvero dolce, <<certo, arriva subito.>> Inizio a preparare il suo cocktail i e lo servo immediatamente alla ragazza.

La serata procede sempre così, senza fretta e tranquilla. Non ci sono liti, anche se qui non sono mai successe. I buttafuori in pratica questa sera non lavorano. Queste sì che sono le serate che adoro.

In questi giorni ho avuto costantemente mal di testa, e venendo al lavoro poteva peggiorare, con tutta quella musica e quelle urla, invece no. Questo è un vero miracolo.

All'ora di chiusura, verso le due, torno a casa in taxi. Solitamente vado a piedi, così ne approfitto per fare una passeggiata. In estate si può fare, le strade anche a tarda notte sono affollate, ma adesso non c'è anima viva. Poi fa anche freddino, e con i pantaloncini e una maglietta a mezze maniche non è il caso di tornare a casa a piedi.

Aspetto per strada per parecchi minuti, mi avvolgo sempre di più il giubbotto addosso. Solitamente i taxi in questa strada passano in continuazione. Aspetto, aspetto finché passa finalmente un taxi, il consueto colore giallo mi fa spuntare un sorriso sulle labbra. Se non ne fosse passato nemmeno uno non so cosa avrei fatto.

È troppo tardi #wattys2018Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz