Capitolo 29

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Il giorno dopo vengo dimessa dall'ospedale, per precauzione mi hanno fatto dormire lì.

Così oggi posso andare al funerale della mamma di Logan e Simon.

Mi guardo allo specchio, ho il viso cinereo sembro in fin di vita. Le occhiaie fanno bella mostra sul viso troppo pallido. Le labbra sono bianche e screpolate.

Sospiro e prendo del fondotinta, lo applico su tutto il viso, questo sembra donarmi un'aria più umana e viva. Applico dell'ombretto scuro sugli occhi, metto la matita nera sulle palpebre, sia sopra che sotto l'occhio. Afferro il mascara e ne applico una generosa manciata. In fine metto il fard sulle guance, giusto un pochino per darmi più colore. Non metto il rossetto, ho le labbra troppo screpolate, e non mi piace l'effetto che dona alle labbra.

Vado in camera da letto e mi perdo a fissare il vestito nero che giace immobile sul letto. Lo fisso per parecchio, perché non mi accorgo della presenza di Logan. In questi giorni sta dormendo da me, sua moglie sembra disprezzare la sua presenza.

<<Sei pronta?>> Mi domanda. È dietro di me, quindi avvolge le sue braccia intorno a me e mi stringe forte. Mi piace tantissimo quando mi abbraccia, mi trasmette sicurezza e conforto.

<<Ti sembro pronta?>> Gli chiedo.

Mi guarda per bene e dice <<no, direi di no.>> Mi bacia una guancia <<ti lascio sola, così puoi vestirti con calma.>> Mi schiocca un altro bacio sulla guancia e poi esce dalla camera.

Ritorno a fissare il vestito, mi rende triste guardarlo. Nonostante l'abbia indossato altre volte. Ma so che questa volta è diverso, devo metterlo per un'occasione triste e sconfortante.

Mi sciolgo l'asciugamano che ho intorno al corpo, lo poso delicatamente sul letto, prendo il vestito e lo indosso. Mi arriva qualche centimetro sopra le ginocchia, quindi non è troppo volgare nemmeno troppo castigato. Apro l'armadio e prendo un paio di tacchi neri, non sono troppo alti.

Ritorno in bagno e mi asciugo i capelli che sono ancora leggermente umidi. Uso la tecnica che adotto sempre per farli diventare ricci e vaporosi: abbasso la testa e li lascio asciugare così, mettendo anche un pizzico di schiuma.

<<Logan?>> Mentre scendo le scale lo chiamo, ma non lo trovo da nessuna parte. <<Logan?>>

<<Sono qui.>> Spunta dalla cucina e viene verso di me. Io vado da lui, appena lo raggiungo lo abbraccio. Non so perché, ma oggi ho bisogno di dargli conforto e amore. Voglio prendermi cura di lui, in fondo ne ha tanto bisogno per affrontare questa giornata così dura e dolorosa.

Si scosta da me e mi squadra per bene. Senza articolare una sillaba indica i miei piedi. <<Intendi indossare i tacchi?>>

<<Uhm, sì, perché?>>

Si limita a scrollare le spalle. <<Non so, non credi che quei così possano fare del male al bambino?>>

Oh, non ci avevo pensato.

Cavolo, sono sicura che in futuro sarò una mamma grandiosa, davvero meravigliosa!

<<Vado a mettere un paio di ballerine.>> Arriccio il naso e mi incammino in camera da letto.

<<Ti aspetto in macchina.>> Lo sento ridacchiare.

È una fortuna che oggi il cielo sia limpido, ma è anche una sfortuna che le temperature siano basse. Al cimitero poi sembrano glaciale. Ho le gambe congelate, come anche i piedi e le mani. Fortuna che ho indossato delle calze velate.

Mi avvicino a Logan, quasi gli salto addosso, soltanto per ricevere un po' di calore.

<<Hai tanto freddo?>> Mi domanda. Senza proferire parola annuisco e lo guardo. Lui mi rivolge un leggero sorriso e mette una mano sui miei capelli ricci, <<durerà poco, non preoccuparti.>>

È troppo tardi #wattys2018Where stories live. Discover now