f i f t e e n

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Il Capitolo in cui lo Schifo diventa Realtà

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q u i n d i c i :

"Harry Edward!" Gridò qualcuno appena uscimmo dalla casa. Harry trasalì. 

"Uhm," mi guardò con un'espressione addolorata, "Non sono sicuro di quello che dirà Dave, ma sono sicuro che non sarà niente di positivo. Mi scuso in anticipo per quello che sto per fare." 

"Cosa?"

Non feci nemmeno in tempo a sbattere gli occhi che lui mi spinse con forza nei cespugli alti che circondavano la casa. Finii sulle foglie di pino con un grugnito. Sentii Harry zittirmi e roteai gli occhi. 

"Harry Styles." Guardai David attraverso gli spiragli tra i cespugli. "Dov'è Jessica?" 

"Non si chiama Jessica."

"E come si chiama?"

"Non so di chi tu stia parlando, perciò non posso aiutarti," disse Harry. 

"Harry, giuro su Dio, se te la stai scopando-"

"Non me la sto scopando."

"Non lo ripeterò un'altra volta." La voce di David era severa e tesa. "Ho visto te e Jess entrare in casa da soli, e non permetterò che questo accada nel mio cam-"

"Non pensi che se avessi intenzione di scoparla l'avrei portata nella mia cabina? Non c'è nessuna privacy in questa casa. C'è Milo, per quello che potrei sapere c'è anche mamma-"

"Basta," ordinò David. "Ascoltami attentamente. Capisco che tu voglia vivere e divertirti e che le ragazze siano una parte di quel divertimento-"

"David, per favore basta-"

"No, ascolta. Puoi divertirti quanto vuoi con le ragazze al di fuori di questo campo. Non lo direi a tua madre, e ti prego, non dirle proprio che l'ho detto, ma lo capisco. Solo, per favore, non usare le mie campeggiatrici. Potrei essere denunciato, tu potresti ricevere delle accuse, il mio campo verrebbe chiuso, tutto perché tu non sei capace di tenertelo nei pantaloni." Guardai il petto di Harry andare su e giù. 

"David, questo è-"

"No, risparmiatelo," lo interruppe David. "Hai capito?" Chiese. 

"Sì," borbottò Harry con la mascella serrata, con una piccola vena rigonfiata sul collo. 

"Bene," disse infine, poi andò via. Harry rimase impalato per circa due minuti, poi riprese a respirare normalmente. Senza girarsi per guardarmi, borbottò,

"Puoi uscire adesso." Emersi lentamente dai cespugli affilati, scotolandomi le foglie di dosso e fissandolo. Ancora con lo sguardo per terra, sospirò. Quando la sua testa scattò verso di me, guardai la sua bocca aprirsi lentamente per poi richiudersi, mentre mi guardava con diffidenza negli occhi. 

"Quindi-"

"Sai," mi interruppe, gesticolando con le mani mentre io iniziavo ad andare verso di lui. "Una volta facevo il panettiere." 

"Facevi il panettiere?" Avevo l'espressione scioccata mentre lo guardavo. Ero sconcertata dal fatto che lui stesse ignorando la conversazione che sapeva avevo sentito. 

"Sì, facevo il panettiere nel Cheshire ma non per molto, però quando venimmo qua realizzai che mi piaceva farlo, perciò ne feci la mia professione," spiegò lentamente con tono basso. 

"Harry," iniziai. "Hai realizzato che-"

"So fare qualunque tipo di pane, e sono anche piuttosto bravo con la glassatura," continuò, come se non potesse sentirmi. Sospirai, annuendo. Se lui non voleva parlarne, allora a me non interessava ascoltarlo. 

Cabin Three [italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora