Epilogo 2.0

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Ebbene sì!
Questa storia ha un altro finale 🙄
Forse il primo non vi ha soddisfatto oppure speravate in un lieto fine...
Bene, allora ho scritto questo per voi, lettori 🙂

Aprii gli occhi di scatto e vidi solamente un cielo color tramonto, del tutto privo di nuvole.
Battei le palpebre un paio di volte, confusa ed interdetta, ma quella realtà non voleva scomparire.
Mossi le mani, giusto per controllare di non essere ancora incatenata, e percepii dell'umida erba sotto le mie dita.
Ma cosa...?
Non capivo che diavolo stava succedendo...
Forse ero...
Chiusi gli occhi per un secondo, cercando di allontanare quel pensiero nefasto e molesto, ma lui continuava a tornare con prepotenza. Al che decisi di alzarmi: mi trovavo in un luogo sconosciuto tanto valeva fare un sopralluogo.
Con fatica, come se compissi uno sforzo sovrumano, riuscii a mettermi seduta e poi ad alzarmi in piedi, seppur traballante ed incerta.
Mi trovavo al centro di un prato infinito: ovunque posassi lo sguardo vedevo solamente erba verde brillante spazzata dal vento.
Nessuna grotta.
Nessun affetto.
Nessun Marduk.
《Quindi... Sono davvero... morta?》
Dirlo a voce alta mi fece tremare, ma non perché avessi paura della Morte.
No...
Se mi trovavo , in quel luogo silenzioso e mistico, era perché avevo fallito: non ero riuscita a salvare la mia bambina e la mia famiglia.
E quel fallimento bruciava terribilmente.
《No... Non lo sei...》rispose una voce morbida e calda.
Mi girai velocemente, quasi cadendo per quel brusco movimento, e la vidi: era bellissima ed eterea.
《Aysa...》mormorai il suo nome, cercando di conciliare il suo attuale aspetto con quello della creaturina che avevo tenuto in braccio per una manciata di minuti solamente.
《Madre...》mi salutò lei con espressione triste, gli occhi bicolore erano colmo di lacrime inespresse.《Alla fine sono riuscita a ricordare, sai? Tutto grazie a quella canzoncina...》
La fissai con sguardo assente per un paio di secondi prima che un ricordo invadesse la mia mente: ero incatenata all'altare, stavo dicendo addio alla mia famiglia e...
《Cos'è successo?》domandai, atterrita e spaventata dalla possibile risposta.
《Nulla... Come ti ho detto io mi sono ricordata di te e di mio padre...》Aysa rispose con voce serena e pacata, tutto il contrario della sua espressione.《Non potevo lasciare che Marduk ti uccidesse... Non potevo lasciarlo libero di scorrazzare per il nostro mondo... Io... Ho fatto ciò che ritenevo giusto... Quello che, anche tu, al mio posto, avresti fatto...》
L'ascoltai, pietrificata dall'orrore delle sue parole eppure, in qualche maniera, così orgogliosa di lei...
《Tu... ti sei sacrificata...》mormorai con un sospiro.
La mia bambina...
《La magia di Marduk mi ha cambiato il corpo, ma sono pur sempre tua figlia...》La ragazza mi rivolse un triste sorriso mentre il suo corpo iniziava a risplendere di una strana luce bianca.
《Che ti succede?》le chiesi, facendo un passo verso di lei, ma senza riuscire a muovermi.
Abbassai lo sguardo, confusa, e vidi l'erba che si attorcigliava alle mie caviglie, bloccandomi sul posto, lontana dalla mia Aysa.
《Io... Devo andare...》fu la sua triste replica.
No...
Non poteva...
Io volevo abbracciarla.
Baciarla.
Cullarla.
Dovevo dirle ancora tante cose.
《Non piangere...》aggiunse con un leggero mormorio, piangendo a sua volta.
Non mi ero accorta che le lacrime avevano rotto gli argini, ma non me ne importava nulla.
La stavo perdendo per la seconda volta ed era così...
Straziante...
《Noi... Ci rivedremo...》
Il suo sorriso fu l'ultima cosa che vidi prima che la terra m'inghiottisse.

Aprii gli occhi di scatto ed espirai di botto.
Dov'ero?
Cos'era successo?
《Calma, amore...》Una voce dolce e carezzevole attirò la mia attenzione.
Girai la testa lievemente verso destra e lo vidi: Valek era lì, vivo e vegeto.
Il suo sguardo verde brillante era quasi accecante tanta era la gioia di rivedermi, anche se conteneva una nota di tristezza inequivocabile.
Aysa non c'era più.
Scoppiai a piangere in maniera compulsiva e subito le sue braccia mi circondarono: mi raggomitolai sul suo petto avvolta dal suo amore, ma il dolore che provavo era così...
Intenso...
Dopo un tempo interminabile, le lacrime si esaurirono, lasciandomi preda di una sofferenza dolce amara: ero fiera di lei però...
Mi mancava terribilmente.
Come avrei fatto ad andare avanti?
Avvertii una carezza sulla guancia ed un odore familiare giunse alle mie narici: forza ed amore.
Si trattava dello Sciamano.
《Figliola...》Quando parlò, lo fece con voce compassionevole e colma d'affetto.《Aysa ha fatto la sua scelta: ha scelto di combattere il Male, salvando noi ed il nostro mondo. È stata coraggiosa proprio come sua madre. Lo so che ora ti sembra di morire, soffocata dal dolore, ma... Aysa non avrebbe voluto vederti ridotta in questo stato... La tua bambina ci ha salvato perché potessimo vivere...》
Percepivo la verità nascosta fra le sue parole, però...
Mi accoccolai a Valek, poggiando la testa sulla sua spalla forte e solida.
《Io... L'ho vista...》gracchiai con voce spezzata.《Aysa... Lei era ammantata da una luce bianca e pura... Ha detto che... Ci saremmo riviste...》
Appena finii di parlare, alzai lo sguardo sul mio compagno e, per la prima volta, lo vidi vulnerabile e fragile. Le sue guance erano solcate da lacrime silenziose mentre, nelle profondità dei suoi occhi, sofferenza ed amore si dibattevano senza sosta.
《Noi... L'aspetteremo...》mormorò, serrando gli occhi e cercando di frenare quel fiume in piena.
Valek aveva ragione: noi l'avremmo aspettata.

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