nove

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(Ve lo ricorderò all'inizio di ogni capitolo. La storia non è raccontata in ordine cronologico, ci sono molti flashback e salti nel tempo, per cui vi consiglio di tenere a mente il numero che contrassegna il capitolo. I numeri scritti in lettere fanno parte del passato, le cifre del presente. E' complicato, I know)

 past

"Dove stiamo andando?"

"Dai tempo al tempo. Lo vedrai con i tuoi occhi."

Dopo aver preso l'autobus, una continua salita particolarmente temeraria, Jimin mi guida attraverso un sentiero tutto fatto di gradini sbozzati nelle rocce, erbacce e sassi. Un corrimano di legno grezzo accompagna tutto il percorso per evitare che le persone scivolino sui tratti più friabili o eventuali pietre lisce.

Io seguo Jimin passo a passo, mettendo i piedi dove li mette lui, il pugno stretto al retro della sua canottiera slargata.

Marciamo imperterriti fino a quando il corrimano non svolta davanti a noi, sbarrandoci la strada; inchiodato ad esso fa bella mostra di sé un cartello di divieto, il suo colore sgargiante e la forma geometrica che stonano in mezzo alla natura. Senza battere ciglio Jimin lo supera, proseguendo per un cammino più scosceso.

Lo imito, ma non senza fare domande. "Sei sicuro che dovremmo andare avanti?"

Lui non si volta per parlarmi, prosegue a passo sostenuto.

"Con i miei amici vengo qui spesso, non è pericoloso. Quell'insegna è lì solo per i turisti che non conoscono bene il posto e rischiano di farsi del male."

"E io cosa sarei?"

Jimin scende da un gradino piuttosto alto, poi allunga alla cieca una mano all'indietro per aiutarmi.

"Sei in compagnia della migliore guida non ufficiale di Nessunposto. Non preoccuparti."

Il sentiero muta, le piante e gli alberi diventano sempre più radi e poi spariscono, lasciando spazio solo a una distesa di rocce che poi si rivelano essere scogli. Con il mare alla nostra destra facciamo attenzione e camminiamo senza fretta, fino a quando non raggiungiamo uno spiazzo dove Jimin si ferma.

Apre le braccia con i palmi rivolti verso l'alto e si gira verso di me, sorridendomi.

"Arrivati. E' un miracolo che non ci sia nessuno."

Mi guardo intorno: il posto sarà grande sì e no tre metri quadri, qualche ciuffetto d'erba secca che spunta tra una roccia appiattita e l'altra come muschio. Dietro di noi la collina che ci ha portato fino a qui prosegue ancora, probabilmente verso altri centri abitati. Alla nostra sinistra, in lontananza, si trova la spiaggia balneare di Nessunposto e i pochi turisti superstiti che hanno deciso di aspettare che la folla si smaltisse; se uno di loro si mettesse d'impegno e fosse abbastanza allenato potrebbe benissimo raggiungerci a nuoto. Di fronte a noi una distesa di mare.

Immenso mare.

Senza confini. Senza imbarcazioni.

Un intreccio di onde sovrapposte le une alle altre come strisce di velluto increspate dal vento.

Non mi serve sporgermi dalla scogliera per sapere che uno strapiombo alto come minimo una decina di metri ci separa dall'acqua.

Tutto quello che non è mare o terra, è cielo.

Una brezza leggera ci sfiora mentre il sole del tardo pomeriggio batte diretto sulla testa di entrambi. L'odore salmastro arriva fino a qui, ma non in modo pungente.

"Avrei preferito portarti qui un po' più tardi, ma se devi essere a casa per cena è meglio darsi una mossa." dice Jimin. "Da qui il tramonto è mozzafiato."

Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang