Capitolo 9.

87 24 14
                                    

<<Sicura di non volermelo dire? Guarda che ti puoi fidare di me>> continua,
<<Non è successo niente, non ti preoccupare Josh, è stato solo un incubo, niente di che. Adesso mi passa>> dico sorridendogli e asciugandomi le lacrime dalle guance.
<<Vedo che siamo arrivati a destinazione, giusto?>> gli chiedo cercando di cambiare l'argomento,
<<Cerchi di scivolare sull'argomento, messaggio ricevuto.>> alza un sopracciglio, beccata!, e poi continua <<Comunque no, non siamo ancora arrivati, mancano ancora cinque minuti. Avevo accostato la macchina, perché ti stavi agitando nel sonno e volevo aiutarti>> mi spiega, e io arrossisco, cavolo, che figura! Potevo fare il mio sogno senza rendermi ridicola!
<<Ehm...c-cosa di-dicevo?>> gli chiedo balbettando dall'imbarazzo,
<<Niente di che, solo...>> dice e poi imita la mia voce<<"aiuto Josh, Josh", insomma dicevi il mio nome>>,
<<Sei in vena di imitazioni>> scherzo,
<<In ogni caso, veramente ti ho chiamato o mi stai prendendo in giro?>> chiedo guardalo negli occhi, per vedere se mi dice la verità,
<<Sì, hai detto proprio così>> dice, lo guardo sospettosa e dico <<Va bene, ti credo, per oggi>> specifico, e mi sorride.
<<Vuoi della cioccolata calda e una coperta? Stasera fa piuttosto freddo e tu indossi una tutta, non vorrei ti prendessi un malanno>> dice il moro,
<<Una cioccolata, grazie>> dico.
Si slaccia la cintura, apre la portiera, esce e va verso il bagagliaio. Non volendo stare qui seduta da sola, faccio la stessa cosa e vado da lui. Quando sono accanto a lui vedo tutto ciò che c'è all'interno del portabagagli: una coperta in plaid, un sacco a pelo, la ruota di scorta, un ombrello e infine un thermos con due bicchieri. Prende quest'ultimo e ne versa nei bicchieri per ognuno, finito ciò me ne porge uno.
<<Wow, vedo che ti sei preparato per ogni evenienza>> affermo e <<Grazie, Josh>> dico,
<<Di niente, non voglio che tu prenda freddo a causa mia>> afferma,
<<Ti ringrazio anche per esserti preoccupato per me, e mi dispiace che ti abbia turbato>> mi scuso e prendo un sorso dalla tazza fumante,
<<Non ti dispiacere, più che altro ti sentiresti meglio se mi dicessi cosa ti abbia sconvolta, tanto da farti piangere. Odio quando una ragazza piange, nessuna dovrebbe farlo>> afferma.
Ha ragione, forse mi sentirei meglio se ne parlassi, ma l'unica cosa che voglio è dimenticare quelle immagini, magari potrei dire i momenti felici di quel sogno. Se penso a quelle cose orribili che ho visto mi viene un nodo allo stomaco.
Lui, vedendo che non gli rispondo e che sono chiusa nei miei pensieri, dice <<Dai, entra nell'auto, è ora di rimetterci in viaggio>>, faccio quello che dice, non spiccicando parola.
Quando entrambi siamo dentro l'auto, ripartiamo, e il silenzio cala tra di noi.
Accidenti, che situazione! Penserà che mi comporto in modo infantile, come una bambina che fa i capricci. Ma cosa ci posso fare! Come glielo dovrei dire? <<Sai Josh, ho sognato una bambina uguale a me che stava per essere uccisa da una specie di drago che non sputa fuoco, ah dimentico, giocava anche con delle fate!>> .
Come minimo mi manda a un ricovero per malati mentali, altro che posto segreto.
Questo silenzio è snervante quindi decido di accendere la radio, non facendo caso a quale canzone trasmettano adesso, basta che la musica rompa questo silenzio.
Ma anche la musica dopo un po' mi stufa, quindi decido di spegnere la radio, però anche Josh ha la mia stessa intenzione di conseguenza le nostre mano si sfiorano, e tutti e due le ritiriamo via.
Conclusione: l'apparecchio radiofonico è ancora acceso.
Perché Josh ha ritirato la mano? Perché non l'ha presa? Perché mi comporto in questo modo? Ma soprattutto perché continuo a fracassarmi il cervello con tutte queste domanda? Basta pensare, devo agire!
Disattivo la radio e decido di dirgli cosa ho sognato <<Josh...io...>> , mi interrompe e dice <<Siamo arrivati! Adesso proseguiremo a piedi>> o almeno ci ho provato.
Dopo aver detto questo ferma l'auto in mezzo a un bosco di foglie d'acero di color rosso.
Slaccio la cintura e apro la portiera, ma Josh dice <<Aspetta!>>, quindi io rimango seduta, lui fa il giro della macchina fino ad arrivare davanti dalla mia parte e apre lo sportello porgendomi una mano che afferro uscendo dall'auto.
Mi guardo in giro davanti a noi c'è un sentiero delimitato da rocce e cosparso da queste foglie rosse, ai lati del percorso ci sono gli alberi da dove sono cadute le foglie, alcuni rami sono spogli, invece in altri il fogliame sta ancora resistendo. Si percepisce la brezza dell'autunno in questo luogo e l'incantesimo che ha su di esso, regalando al cadere delle foglie un ballo dolce e delicato fino a che non giungono al suolo.
<<Come ti sembra?>> mi chiede Josh al mio fianco,
<<È-È stupendo!>> rispondo balbettando per l'entusiasmo, sono stupefatta dalla bellezza autunnale che può assumere qua.
Prima di adesso ritenevo che l'autunno fosse quella stagione che portasse con sé sentimenti di malinconia, tristezza, e certe volte depressione. Quella stagione in cui non vuoi fare niente, solo dormire e avere un tazza di cioccolata calda che ti riscaldi. Invece ora che ho conosciuto Josh, questo posto, ho voglia di fare pazzie, come se qualcuno mi avessi iniettato dell'adrenalina nel mio corpo. Josh è il primo che mi ha fatto ricredere su una cosa che detestavo, ovvero l'arrivo dell'Autunno.
<<E ancora non hai visto niente, vieni>> afferma, e alzo un sopracciglio <<Come? Devo vedere ancora qualcos'altro?>>,
<<Certo! E lo scoprirai tra un po'>> risponde contento.
Camminiamo, mano nella mano, fino alla fine del sentiero, finché davanti a noi ci si presenta un enorme lago cristallino a tal punto da osservare dei pesci che sguazzano nell'acqua, vicino ad essa c'è una panchina, ma prima di raggiungerla scendiamo dei gradini di legno.
Ci accomodiamo sulla panca, il cielo ormai da tempo ha lasciato posto alla notte, l'unica fonte di luce sono i lampioni, visto che la luna è coperta da delle nubi. I lampioni sono posti intorno al lago, il quale riflette il loro chiarore, e sono posizionati anche accanto ad ogni panchina presente nel parco.
<<Signorina Kaitlyn Harton, vi presento il mio nascondiglio nell quale trascorre il mio tempo libero per evadere dalla routine, per riflettere, per ascoltare la natura e rilassarmi un po'. Benvenuta nel mio rifugio, o dovrei dire nostro dal momento che tu ne sei a conoscenza>> mi dice sorridendo e mordendosi il labbro inferiore.
<<Come hai trovato questo angolo di paradiso?>> chiedo radiosa, per lo spettacolo che madre natura ci ha offerto e che lui mi ha permesso di essere sua spettatrice.
<<Vivo in questa città da molto più tempo di te, e ne è passata di acqua sotto i ponti prima di aver trovato finalmente quella terrazza, il mio luogo>> sentito questo alza un sopracciglio, e mi correggo <<il nostro luogo. Avevo setacciato tutta la città da cima a fondo>> affermo.
<<Significa che prima di aver trovato quel posto hai solo visto con gli occhi, invece adesso stai osservando anche con l'ausilio del tuo cuore; perché tutto questo senza l'osservazione del cuore, potrebbe apparirti come un semplice parco, nella stagione autunnale con un lago, in una serata nuvolosa.>> spiega fissandomi dritto negli occhi, cosa che mi agita molto, sono stupita dalla sua maturità nel vedere ogni singola cosa, come se avesse un valore inestimabile.
<<Comunque per rispondere alla tua domanda, dopo che mi sono trasferito, ho deciso di farmi un giro per ambientarmi un po' a questa nuova città. Fatto ciò sono andato fuori città, in maniera tale che potessi conoscere anche i suoi dintorni, e mi sono imbattuto in questo parco.>> risponde.
Ripensando a questa giornata, non è stata pessima, sì avrò fatto delle figuracce, per qualche ragione che devo ancora spiegarmi Alex non mi sta a genio, ma almeno ho conosciuto Josh, un ragazzo che ti fa sentire bene, e che ti regala delle sensazioni fantastiche in sua compagnia.
<<G-Grazie. Grazie per questa serata, è stata molto piacevole>> lo ringrazio, e mentre dico queste parole il cuore mi batte forte. Perché mi batte in questo modo? Lui per me è solo un amico, o no?
<<Ricordati che sono Josh Reyes, con me ogni giornata è piacevole, e presto lo scoprirai visto che siamo compagni di banco signorina Harton>> dice con ironia, e io gli do una leggera spinta con la spalla.
<<Vedremo signorino Reyes, vedremo>> dico guardando il lago, e il silenzio cala su di noi, si sente solo il cinguettio degli uccelli e il vento sfiorare la superficie dell'acqua.
Poi mi tornano in mente le immagini del sogno che ho fatto, provocandomi un forte mal di testa.
Basta! Devo parlarne con qualcuno, Josh prima voleva sapere cosa avessi visto .
<<Una specie di creatura con le ali e con la coda, ricoperta di squame, ed aveva lunghe zanne>> dico alludendo a quel sogno.
<<Come?>> si volta di scatto, probabilmente non capendo a cosa mi stessi riferendo.
<<Hai presente al sogno che ho fatto?>> chiedo,
<<Si>> risponde annuendo,
<<Be' ho visto questa cre-creatura c-che voleva divorare una b-bambina>> dico balbettando e agitando le mani in preda al panico.
<<Kaitlyn, calmati,>> dice prendendomi le mani, <<guardami negli occhi>> e faccio ciò che mi dice,<< brava, ora fai un respiro profondo>> e prendo un bel respiro.
<<Adesso dimmi dall'inizio cosa è successo>>, così gli racconto per filo e per segno tutto quello che è accaduto, e lui mi ascolta, facendo attenzione ad ogni mia parola.
Quando ho finito, sta riflettendo, facendomi preoccupare,<<Josh, dimmi che non sto diventando pazza>> dico con le lacrime agli occhi,
<<No Kaitlyn, tranquilla, non stai impazzendo, hai avuto soltanto un incubo tutto qui>> dice abbracciandomi e accarezzandomi la testa.
<<Allora perché avevi quell'aria preoccupata?>> gli chiedo guardando quei suoi occhi che adesso osservano i miei con tenerezza.
<<Non niente, stavo solo pensando a quello che mi hai detto e credo che sia normale avere qualche volta un incubo>> dice provando a rassicurarmi.
<<Ma era così reale>> affermo,
<<I sogni hanno questo potere>> dice.
<<Scusami, sono un disastro, mi sono agitata per niente>> mi scuso facendo un sorriso tirato e asciugando alcune lacrime da sotto gli occhi.
<<Non sei un disastro. Sei Kaitlyn Harton, la ragazza con il sorriso più bello del mondo>> afferma,
e io alla sua affermazione arrossisco e sorrido,
<<Ecco quello è il sorriso che intendevo>> dice indicando le mie labbra.
Appoggio la mia testa sulla sua spalla, e lui circonda le mie spalle con un braccio.
Quanto è comodo! Sarei in questa posizione per sempre, chiudo gli occhi, metto la mano davanti alla bocca e faccio un leggero sbadiglio.
<<Bella addormentata, forse è meglio se ti riporto a casa, si è fatto tardi, i tuoi staranno in pensiero per te>> afferma.
<<Che ora sono?>> dico stropicciandomi gli occhi e mettendo la mano nella tasca dei mie pantaloni, non trovando il telefono.
Scatto in piedi, controllo tutte le tasche, dei pantaloni e della felpa, guardo per terra, ma niente, non c'è.
<<Hai perso qualcosa?>> chiede Josh,
<<Non trovo il telefono!>> gli rispondo,
<<Dov'è l'ultima volta che l'hai visto?>> chiede,
<<Era in camera mia. Aspetta l'ho lasciato sopra la scrivania>> dico mettendo una mano sulla fronte.
<<Mistero risolto. Vedi con la calma si risolvono i problemi>> dice,
<<Si, hai ragione>>, che tonta che sono!
<<Comunque sono le ventidue e mezza>> afferma,
<<Cosa! Dovevo essere a casa mezz'ora fa. I miei genitori saranno preoccupatissimi, mio padre non mi farà mai più uscire di casa, mi rinchiuderà in camera mia, e ha ragione non l'ho nemmeno avvisato che facevo tardi. Dobbiamo ritornare a casa subito.>> dico,
<<Se vuoi puoi usare il mio cellulare per avvisare i tuoi>> afferma,
<<Grazie Josh, ti devo un favore>> dico, e mi passa il suo telefonino e lo prendo, guardo lo schermo e vedo che come immagine del profilo ha una foto in cui lo ritrae con Alex nel giardino della scuola, osservo i loro vestiti, e noto che questa foto se la sono fatta oggi.
Forse se entro nella galleria potrei vedere altre loro foto. No Kaitlyn, non essere curiosa, devi avvisare tuo padre, pensa a quel povero uomo.
Ignoro la mia curiosità, e digito il numero di mio padre, ma mi accorgo che in questo luogo non c'è la copertura telefonica.
<<Ci mancava solo questa!>> affermo, ma cosa ha il mondo contro di me?
<<Che succede?>> chiede Josh,
<<Non c'è campo!>> gli dico ridandogli il telefono, lui lo prende e vede che non c'è nemmeno una tacca,
<<Vieni, ti accompagno a casa.>> dice, e ci incamminiamo per raggiungere la macchina.
Quando siamo saliti, partiamo, e imbocchiamo la strada per ritornare in città.
Accendo la radio e inizia una delle mie canzoni preferite: "Something Just Like This" dei The Chainsmokers con la partecipazione dei Coldplay.
Dunque inizio a cantarla a squarciagola ridendo, mi giro e vedo lo sguardo di Josh verso la strada che sorride,
<<Non sapevo fossi una cantante>> afferma con un velo di sarcasmo,
<<Non prendermi in giro, guarda che cantare fa bene, riduce lo stress e previene gli infarti, quello che sta per avere mio padre, se non mi sbrighiamo a tornare>> dico, e lui scuoto la testa, io riprendo a canticchiare, e sento anche la sua voce che accompagna la mia.
Smetto un momento di cantare e mi volto verso di lui.
<<Che c'è? Mi hai contagiato>> dice, allora tutti e due iniziamo a cantare a gran voce, ridendo e scherzando.
Nel momento in cui la musica finisce, uno strano rumore si sente dal motore della macchina, ed essa inizia a rallentare.
Adesso che succede?

N/A:
Salve a tutte e a tutti,
Come state?
Come se la caveranno questi due adesso?

Grazie a tutti per l'attenzione, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.❤️
Un saluto e un bacio 💋,
Grazie ancora ❤️,
Alla prossima magia 🔮.

Charyl

OPPOSITE OR SIMILAR  (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora