➳ 054

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" SUGAAA"

" oggi è domani"

" cioè oggi sarebbe oggi"

" però intendo che è domani
per la videochiamata"

" cioè"

" mi sto confondendo..."

" Suga?"

" la videochiamata
ti chiamaaa"

" mi sto confondendo
di nuovo..."

" ehilaaa"

" ci sei??"

Era ormai sera inoltrata, quando
Yoongi era seduto composto sulle sedia del tavolo della cucina, con di fronte sua madre, e al lato sinistro, come capotavola, suo padre.

La tensione si poteva tagliate col coltello, e l'unico rumore che aleggiava nella stanza, era il tintinnio delle forchette contro i piatti.

Il ragazzo dai capelli, ormai biondi, aveva quasi paura di muoversi, e ogni volta che portava la posata alla bocca, lo faceva talmente piano, quasi come si vergognasse di mangiare.

Era la sua prima cena da mesi, e dopo due forchettate di pasta, si sentiva già pieno, ma non avrebbe mai smesso di mangiare in quel momento.
Perché, oltre a essere la prima cena da molti mesi, era anche il primo pasto tutti insieme, da anni.

Suga non ci credette quando, sua madre, dopo averlo chiamato dalla cucina, le disse che la cena era pronta.
Gli sembrava quasi un sogno.
Che volessero cambiare...?

Suga li avrebbe perdonati.

Li avrebbe perdonati sempre, d'altronde, erano i suoi genitori.

- mi hanno lasciato
a casa dal lavoro- sussurrò suo padre, tra una forchettata e l'altra.

Un rumore acuto fece alzare la testa di Suga e dell'uomo accanto a lui, e li portò a guardare la donna davanti a loro.

La sua forchetta era caduta a terra, e uno strano tic aveva iniziato a prendere possesso del suo occhio destro.

- che cosa?- chiese la donna incredula con una voce più alta del normale.

- la fabbrica è andata
in fallimento-

La madre di Suga sbattè un pugno sul tavolo, e il bicchiere del ragazzo si mosse di qualche millimetro.

- Questa è una cazzata!!-

- credi che ti mentirei su questi argomenti?!?-

- Per non dirmi che sei stato licenziato, saresti capace di tutto!!!-

Suga avrebbe voluto tanto scappare.

Ma non poté, perché il terrore nel vedere sua madre così fuori di sè, e di sentire la voce così forte di suo padre, lo inchiodarono alla sedia.

- Non sono stato licenziato! Ha chiuso la fabbrica cazzo!- quella volta fu il turno di suo padre di sbattere il pugno sul tavolo, e quella volta, il bicchiere cadde, rovesciando tutta l'acqua sul tavolo.

- Cazzate!
NON SAPEVI FARE
NEMMENO QUESTO LAVORO E TI HANNO LICENZIATO!-

Il volto di sua madre si fece rosso.

- PERCHÉ TU LO SAI FARE IL
TUO LAVORO? NON SEMBRA VISTO I RECLAMI DEI CLIENTI!-

- NON RIGIRARE LA FRITTATA!
AMMETTI CHE TI HANNO LICENZIATO! O PERCHÉ NON SAPEVI FARE IL TUO LAVORO, O PERCHÉ TI HANNO BECCATO A BERE-

- ADESSO SAREI IO QUELLO CHE BEVE?- urlò suo padre alzandosi dalla sedia e facendola cadere a terra.

- È COSÌ? SEI ANDATO UBRIACO A LAVORO?-

Pure sua madre si alzò puntandogli il dito contro.

- NON SONO STUPIDO COME TE!-

- RIMANGIATI QUELLO CHE HAI DETTO!-

Sua madre prese il piatto in mano
e lo alzò, Suga a quel punto si alzò e glielo prese, ma la donna si ribellò, e tutta la rabbia che aveva per l'uomo di fronte a lei, si spostò al ragazzino.

- E te, vista la situazione, devi iniziare a portare a casa qualcosa-

Sbatté il piatto sul tavolo, proprio sulla mano di Suga.

- E non pensare di stare tutto il giorno in casa e di bighellonare a scuola!- la donna, ormai di un colorito quasi violaceo, lo strattonò dal colletto della maglia, e poi lo spintonò indietro talmente forte da farlo cadere.

- Ha ragione tua madre!
Devi darti da fare!
SCANSAFATICHE CHE NON
SEI ALTRO!-

Ora si aggiunse pure sue padre iniziando a tirargli calci nelle costole e nelle gambe.

Ecco perché Suga voleva scappare.
Perché tanto sapeva come sarebbe finita.

Ed era davvero stanco.

Painful。 Yoonmin Where stories live. Discover now