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"Ho tutto sotto controllo, lo giuro ... o forse no, perché, da quando ci siamo incontrati, non faccio altro che pensarti. 

Siamo solo amici, davvero ... o forse no, perché, da quando ti ho riaccettato nella mia vita, ci sentiamo tutti i giorni, tu mi chiami "tesoro" e io ho iniziato a distruggere i muri tra di noi.

Non provo più nulla, per te ... o forse no, perché, da quando mi scrivi, mi sembra di essere ritornata indietro nel tempo, durante quell'anno e mezzo nel quale siamo stati insieme, eravamo felici ed era tutto perfetto.

Ho giurato di non ricascarci, di non costruirmi castelli in aria, di rimanere con i piedi ben piantati a terra ... però forse non riuscirò a mantenere quella promessa perché, da quando ci sei di nuovo tu nella mia vita, sono felice.

Sono felice, è la prima volta che lo dico da mesi e mi sembra strano provare, di nuovo, quel calore nel cuore. Mi sembra strano svegliarmi al mattino, guardarmi allo specchio e vedere un sorriso sul mio viso. Mi sembra strano andare a dormire la sera e non addormentarmi con le lacrime agli occhi. 

Tu hai sempre avuto questo potere: di farmi sorridere, di farmi felice, di farmi sentire viva e di far sembrare la vita migliore. Ma, come in ogni cosa, anche nel nostro rapporto c'è il rovescio della medaglia: tu sei l'unico che ha il potere di distruggermi. Ti basterebbe poco: uno sguardo rivolto altrove, una parola in meno, un sorriso mancato, un visualizzato senza risposta, e io rimarrei morta ai tuoi piedi. 

Ho paura, Leo. Ho paura di quello che potrebbe accadere. Ho paura di come potrei reagire. Ho paura di soffrire di nuovo. 

Già penso a quando partirai e mi lascerai qui da sola. Già penso a quando raggiungerai la tua nuova ragazza e a quando vivrete insieme a New York ... lei è stata la persona che ha fatto sì che il tuo sogno diventasse realtà, io non posso competere e, adesso, capisco perché hai scelto lei.

Devo allontanarmi un po' da te ... abbiamo dei paletti, dobbiamo rispettarli."

<<Ti sento fredda.>> Mi dice al telefono. Leo mi chiama sempre quando esce dal lavoro e non capisco perché lo faccia. Lui ed io non stiamo più insieme eppure sembriamo due fidanzatini.
<<Non ho niente.>> Non posso dirgli le vere motivazioni del mio malumore perché lo conosco e so che mi direbbe che sono troppo paranoica, che mi sto facendo dei complessi per niente, che non c'è niente di male nel nostro rapporto.
<<Sei sicura?>>
<<Sì.>>
Due secondi di silenzio. <<Ci vediamo stasera?>>
Il cuore dice "sì, subito" ma la testa dice ... <<Mi dispiace, ho un impegno.>>
Anche se non è vero perché, anche se è venerdì sera, io sarò a casa da sola a vedere la TV. La tristezza è che i miei genitori di cinquant'anni suonati, escono a mangiare con i loro amici ed io, invece, sarò in compagnia dei miei amici virtuali.

<<Okay, senti Adele, piantala. Dimmi che cos'hai.>>
"Lasciami in pace, Leonardo. Perché non capisci? Perché non cerchi di uscire dal tuo egocentrismo e provi almeno a metterti nei miei panni?"
<<Non ho niente.>> "Smettila, non voglio litigare con te."
<<Sei fredda.>> Mi accusa.
<<Non è vero.>> Ribatto.

<<Perché non vuoi vedermi stasera?>>
<<Perché ho un impegno.>>
Ma lui sai. Ma lui mi conosce. <<Non è vero, lo so io e lo sai tu. Parlamene.>>
<<Io ho una vita al di fuori di te, Leonardo, lo sai? Non tutto ruota intorno a te.>> Velenosa come solo io posso essere. E stronza. 

Non risponde e mi chiude il telefono in faccia. Io stacco il telefono dall'orecchio e lo getto sul divano, urlando come un'indiavolata per cercare di eliminare la rabbia.

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