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Sogno una grande chiesa imbandita a festa per un matrimonio. Vedo la scena dall'alto e questo mi fa capire che la sposa non sono io. La chiesa è gremita da un sacco di gente vestita in modo elegante e c'è lo sposo voltato di spalle verso l'altare. Non riesco a vederlo in faccia, so solo che ha degli splendidi capelli neri e delle grandi spalle muscolose. 

Ad un tratto si alza una musica celestiale e la sposa entra in chiesa. È vestita di bianco e un velo spesso le copre il viso. Aguzzo lo sguardo per capire chi sia, ma il velo è troppo spesso e io sono troppo in alto per poter scorgere anche un solo lineamento conosciuto. La guardano tutti con ammirazione e con la luce negli occhi. Lei arriva all'altare e lo sposo, finalmente, si volta. 

È Leonardo. Alza il velo dal viso della sposa e scopre il suo volto. È Deborah. 

Mi sveglio di soprassalto prima che i due possano scambiarsi le promesse e i baci conclusivi.

Apro gli occhi e vedo che Leonardo mi sta guardando. Mi tiro il lenzuolo sulla testa e mi volto dall'altra parte. <<Non mi guardare mentre sono appena sveglia: sono bruttissima.>> Mugugno. Sono ancora scossa dal sogno che ho appena fatto. Cosa può significare?

<<Smettila.>> Leo mi fa il solletico e mi scopre il viso come, stanotte, ha fatto con il velo di Deborah. Mi guarda e strofina il suo naso contro il mio. Io sorrido e lui passa un dito sui lineamenti del mio volto. <<Sei così bella, non capisco come tu possa essere così insicura.>> Mormora ed io arrossisco violentemente. 

Le sue parole accantonano il ricordo del sogno che ho fatto stanotte e mi pervadono di un calore che nasce dal cuore e si irradia dappertutto. Mi stiracchio e mi accoccolo con la testa sul suo petto. Lui mi appoggia una mano sulla schiena e, con l'altra, mi accarezza i fianchi.

<<E' ora di alzarsi amore.>> Gli pizzico la pancia e, poi, mi accorgo, purtroppo troppo tardi, delle parole che ho appena detto. Ops.
<<Come?>> Chiede e lo sento sorridere. 

Io fingo di non aver detto le parole che mi stanno ancora bruciando sulla lingua perché anche se lui, a volte, mi chiama "tesoro" io ho cercato di fare di tutto per non affibbiargli nomignoli da fidanzati. 

<<E' ora di alzarsi.>> Ripeto, esco dal letto e mi vesto esortandolo a fare lo stesso.
<<Mi hai chiamato amore.>> Mormora mentre io apro le finestre e invito la luce ad entrare sperando che, almeno lei, riesca a togliermi da questo impiccio.
<<Scusami, non ho ancora perso l'abitudine.>> Mormoro sinceramente e mi chiudo nelle spalle evitando di guardarlo negli occhi. 

<<Era da tanto che non lo facevi.>> Si alza dal letto e mi abbraccia da dietro posandomi le mani sui fianchi. <<Mi era mancato.>> Ammette e io gli scompiglio i capelli affettuosamente. Mi regala un bacio sulla spalla e mi aiuta a rifare il letto.

Mentre facciamo colazione, sono pensierosa e Leo se ne accorge.
<<Che c'è?>> Mi chiede.
<<Nulla.>> Alzo le spalle e scuoto la testa cercando di cacciare quest'ape che è entrata nel mio cervello e non se ne vuole andare.
<<Che c'è?>> Mi chiede di nuovo e lo fa con lo sguardo da "dimmi che cos'hai altrimenti parte una litigata lunga da qui fino alle Maldive."

Sbuffo e gioco con il cucchiaino nella tazza del cappuccino. <<Ho fatto un sogno.>> Mormoro a mezza voce.
<<Racconta.>> Appoggia il mento alle mani e mi guarda.
<<Ho sognato un matrimonio.>>
Sorride. <<Di chi?>>
<<Il tuo.>> Rispondo e mi vergogno a continuare. Vedo che lui si irrigidisce sulla sedia e tende tutti i muscoli. Questa conversazione sta creando il disagio intorno a noi.

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