Shock

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Sestri Levante

- Questo è il momento che odio di più dell'intera stagione! -

- Lo dici ogni anno! Lo abbiamo capito... non rompere le palle e rastrella! -

- Vaffanculo, Mario! -

- La volete piantare? Già è dura così, ci mancate giusto voi! -

Mario, Elia e Christian si apprestavano a eseguire il ripascimento della spiaggia. L'erosione provocata dalle mareggiate invernali, costringeva ogni anno gran parte dei comuni della riviera a ricorrere a quella soluzione riparatrice.
I camion provenienti dalle cave avevano scaricato una settimana prima il nuovo materiale sabbioso, e in previsione di giornate piuttosto miti, con conseguente arrivo di turisti abituali e non, tutti gli stabilimenti si erano attivati in netto anticipo sulla stagione estiva, per rendere le spiagge curate e accoglienti.

La sabbia veniva scaricata in zone della battigia prestabilite sottoforma di grosse dune alte all'incirca quattro o cinque metri, il lavoro degli addetti alla spianatura era molto faticoso e i tre ragazzi erano solo all'inizio.

Elia, il più giovane dei tre, era solito lamentarsi per ogni mansione assegnatagli. Per lui, lavorare in uno stabilimento balneare, significava solo aprire l'ombrellone alle turiste tedesche, sistemare loro i lettini come meglio preferivano o prodigarsi in virili remate col pattìno di salvataggio fino alla piccola piattaforma situata a un centinaio di metri dalla riva, per ripulirla dal passaggio continuo dei gabbiani. Tutto questo con l'unico obiettivo di far colpo su qualche avvenente bagnante e assicurarsi, di conseguenza, piacevoli serate alternative.

Christian era il figlio dei proprietari dei Bagni Stella, anni prima aveva ottenuto il brevetto di bagnino e insieme a Mario si alternava in quella mansione durante tutta l'estate.
I due erano amici d'infanzia, cresciuti a focaccia, pasta al pesto e pesca. Amavano il loro lavoro, il mare e il senso di libertà che esso emanava. Per loro l'inverno rappresentava solo il lungo periodo d'attesa che li separava dalla stimolante stagione estiva.

Per tutta la mattinata si occuparono di spianare la prima duna, finché stremati, intorno alle quattordici, decisero di fermarsi per pranzare.
- Io vado avanti. Prima finisco, prima me ne torno a casa! -
Elia, dopo essersi rinfrescato appena oltre la riva, riprese in mano il rastrello e si diresse alla seconda duna, ignorato dai due colleghi intenti a ricaricare le batterie grazie all'ausilio di panini al salame di Sant'Olcese e birra ghiacciata.

Mentre Mario, mezz'ora dopo, riponeva i resti del pranzo all'interno del suo zaino e Christian si distendeva al sole tiepido del primo pomeriggio, le urla allarmate del giovane Elia fecero sobbalzare entrambi.

- Cazzo, cazzo... merda! Ragazzi, correte! -

I due si precipitarono dall'amico, che nel frattempo si era allontanato dalla duna alla quale stava lavorando, lasciando cadere il rastrello come se fosse rovente. Il ragazzo era sconvolto, teneva entrambe le mani sopra la testa e il suo respiro affannato lasciava pensare che avesse appena visto un fantasma.

- Che hai? Che cosa c'è? - gli chiese Christian, allarmato.

Elia fissò i suoi occhi azzurri, spalancati per la paura, su quelli dei due colleghi, e con una mano che non accennava a smettere di tremare, indicò loro la duna poco lontano.
I due si avvicinarono circospetti al punto in questione, finché non furono abbastanza vicini per vedere ciò che aveva tanto sconvolto il loro amico.

- Cristo! - Mario arretrò di scatto, tirando subito fuori il telefono dalla tasca dei pantaloncini - Chiamo un'ambulanza! -

Christian, appena ebbe il coraggio di distogliere lo sguardo da quello spettacolo raccapricciante, lo raggiunse. - L'ambulanza non servirà a niente... chiama la polizia! -

OBSESSI (sequel di Invicta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora