Capitolo 15. Meg's Pov

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Percorrevo il lungo corridoio dell'università che conduceva, senza interruzioni, alla sezione dedicata al master che avrei dovuto conseguire. Ricordo ancora, la frustrazione che provavo dal mio arrivo in quella nazione straniera. Ogni piccolo timore, percepibile ancora, faceva sì che io affrontassi il tutto, con uno spirito negativo. Il mio karma si era andato a far benedire e la buona sorte sembrava non essere in mio favore.
Aperta la porta che mi avevano precedentemente indicato, scorsi molti ragazzi già seduti nelle prime file. Ripensando a quella situazione, si poteva dire che era la prima volta che arrivavo per ultima in una classe. Wow, che cambiamento!
Su quello che sarebbe stato il palco, dove il nostro capo stagista avrebbe fatto il suo discorso di benvenuto, erano posizionate quattro sedie, occupate da due ragazze e due ragazzi.
Uno di loro aveva i capelli neri, degli occhialini sottili da "secchione", magrolino e con tanta voglia di diffondere cultura; il secondo ragazzo, invece, era alto, non particolarmente palestrato, ma comunque, gli si poteva intravedere un bel fisico dalla camicia aderente che gli accarezzava il corpo. A differenza del primo, quest'ultimo, era abbastanza annoiato e si poteva scorgere il suo desiderio di fuggire via il prima possibile.
Le due ragazze posso descriverle benissimo insieme. Ricordo che indossavano la stessa mise, ma di colori differenti. Viva la fantasia.
Ad un tratto, ecco aprissi la porta laterale, dalla quale entrò il nostro capo stagista. Non era niente di particolare, o meglio, era lo stereotipo di ogni professoressa. Altezza media, capelli lunghi raccolti in una coda di cavallo, occhiali abbinati alla grandezza del suo viso e un completo giacca e pantalone di colore grigio scuro. Di sicuro, in Inghilterra, vi era un unico prototipo di donna in carriera.

<< Buongiorno ragazzi, sono il vostro capo stagista e non mi va di perdere tempo, quindi, vi presento i miei collaboratori. Partendo da sinistra: Nick, Andrews, Cristina e infine Marta. Siete in dodici a partecipare al mio master quindi, facendo due conti ad ogni mio assistente  saranno affidati tre di voi. >>

Il suo tono era così autoritario e il suo modo di parlare era tanto veloce da non lasciarci nemmeno il tempo di assimilare ogni sua parola.

<< Tu, tu e tu con Nick; voi tre con Cristina. E, vediamo... Voi due laggiù, più te con Marta e i rimanenti, beh, buona fortuna siete in squadra con Andrews. Ora se non avete domande vi lascio al vostro destino. Bye bye >>

In quel momento non riuscivo a capire il motivo che avesse spinto la nostra stagista a formulare la frase "buona fortuna", ma non appena fu concesso loro di parlare, capì subito la tipologia di soggetto cui stavo per avere a che fare. L'arroganza e il menefreghismo di quel ragazzo che sin da subito avevano attirato la mia attenzione, si rilevarono più che fondati.
Tutti fecero discorsi di benvenuto, accogliendo nel migliore dei modi, i ragazzi che gli erano stati affidati. Il nostro invece no. Si scomodò solo nell'aprire un quaderno, scrivere chissà cosa e infine di strappare dei bigliettini che poi ci consegnò senza guardarci nemmeno in faccia. Ma chi si credeva di essere quell'idiota?
"La monarchia e il popolo, evoluzione storica". Ecco il contenuto del mio foglietto.
Si poteva essere più stupidi di quell'inglesino arrogante? Assegnare un articolo sui reali ad un'americana che da secoli si era distaccata dalla madrepatria, era da folli.
Purtroppo, se volevo parlare con lui, mi conveniva aspettare fino al giorno seguente. Era stato capace di dileguarsi in pochissimi secondi, dopo il discorso eseguito dai suoi colleghi.
Non mi toccava che raggiungere gli altri, di sicuro, anche loro avevano già terminato le attività. Almeno per i primi giorni avevamo deciso di perlustrare insieme la zona, trovare i locali migliori e i ristoranti più convenienti.
Raggiunto il luogo d'incontro, per fortuna non mi toccò aspettare molto. Arrivarono quasi contemporaneamente sia i colombini che Josh. Quest'ultimo però era accompagnato da una giovane ragazza che invece di guardare dinanzi a lei, aveva deciso di non togliere gli occhi di dosso da quello stupido scimmione. Si poteva essere tanto stupide?  Sbavare dietro ad un ragazzo che aveva appena conosciuto!
"Meg, benvenuta nella zoccolandia inglese"
Si! La mia mente aveva perfettamente ragione. Ogni Stato, ogni città, aveva la sua "zona speciale". Per fortuna, il mio subconscio mi suggeriva di tacere e di non fare ulteriori commenti che avrebbero peggiorato la situazione che già era instabile tra noi.
La giornata trascorse velocemente ed io non avevo la minima idea di come impostare l'articolo. Continuavo a pensare che questo master sarebbe stato più duro di quanto immaginassi. Purtroppo all'università non ci avevano per niente insegnato quello che, in futuro, sarebbe stato il nostro compito primario, ma io ero l'ultima a potermi lamentare. Tutti i miei compagni di corso erano stati componenti di qualche giornale studentesco. Io, invece, avevo vissuto nell'inerzia più totale.
Il mattino seguente, mi incamminai alla ricerca di Andrews. Avevo sentito, da alcuni ragazzi in segreteria, che molto spesso si rifugiava nei laboratori di grafica e fotografia.
Per colpa sua, già di prima mattina, ero stata costretta a percorrere un numero di chilometri pari a quello che svolgevo complessivamente in un mese. Maledetto, o meglio, mia nuova spina nel fianco!

<< Scusami, sto cercando un certo Andrews, sai dove posso trovarlo? >> Chiesi ad una ragazza intenta a ritagliare delle minuscole immagini che sicuramente sarebbero state successivamente incollate su quell'enorme quaderno bianco che si trovava di fianco a lei. La ragazza, però, non fece in tempo neanche a guardarmi in volto che qualcuno, o meglio lui, mi rispose subito.

<< Chi mi cerca? >> La sua voce era più irritante persino di quella di Josh.

<< Ciao, sono Meg e frequento il...>>

<< Si, basta! Sei l'americana...cosa vuoi? >>

Sono quasi sicura che in quel momento l'unico pensiero che elaborò la mia mente fu quello di tirargli un pugno, direttamente su quel faccino del cazzo che si ritrovava, ma il mio karma era riuscito a salvarlo.

<< Volevo qualche consiglio su come impostare l'articolo, sempre se non ti arreco troppo disturbo, my lord >>

Sicuramente non era tanto abituato alle persone che lo rispondevano a tono, perché continuò a fissarmi con un sopracciglio inarcato. Se credeva di poter essere prepotente con me solo perché lui ricopriva la carica di responsabile, si sbagliava di grosso. Aveva trovato pane per i suoi denti!

<< Sei impertinente e questo mi piace! Ok ti aiuterò ci vediamo domani alle 9.30, non un minuto prima, non un minuto dopo...>>

Non pensavo di riuscire a convincerlo facilmente, infatti pochi minuti dopo, mi diede conferma dei miei sospetti. Prima di voltarsi e continuare qualsiasi attività, mi si avvicinò e dopo avermi afferrato il mento, mi diede un bacio sulle labbra.
Scandaloso! Piacevole, ma scandaloso. Non potevo credere a quello che era appena accaduto.

<< Ciao, Kid >>  Dopodiché andò via.

Lasciai quella stanza con passo veloce. Ero troppo incazzata e confusa per rispondergli. Dovevo allontanarmi il più possibile, dovevo dimenticare eventuali distrazioni, ma soprattutto, dovevo vedere Josh. Anche se in quel periodo lo tolleravo poco, in modo particolare, dopo avermi abbandonata nel letto come una poco di buono, continuava a rappresentare per me una certezza.
Raggiunto il suo dipartimento, notai un ragazzo molto simile a lui, avere una discussione un po' troppo amichevole con una stagista milf. Non poteva essere di certo quel coglione. Invece si!

<< Ma che caz...>> Le parole mi uscirono senza che nemmeno potessi controllarle.

<< Meg, aspetta, torniamo insieme...>>

Non gli lasciai terminare la frase che già mi ero voltata nella direzione opposta. Altro che certezza, ormai lui, era diventato un incubo. Non riuscivo a staccarmi dai ricordi che avevamo costruito e non riuscivo ad allontanarmi da lui. Questo era un male. Mi stavo ferendo con le mie stesse mani. Merda!

<< Va via! Che squallore, sei arrivato a farti accarezzare dalla tua responsabile. Io non ho parole! Cosa ti sta succedendo? Negli ultimi mesi, sei diventato uno di quei ragazzi che va sempre alle feste, che non pensa più al domani è adesso...che se la fa con le professoresse>>

<< Adesso smettila! Non hai nessun diritto di dirmi quello che posso o non posso fare! >>

<< Ma vattene a fanculo! >> E andai via.

Ed eccoci, di nuovo, punto e a capo. Io e Josh per l'ennesima volta avevamo litigato e di sicuro non ci saremo parlati per un bel po'. Certo lo ammetto, la mia sceneggiata dopo averlo visto con quella "Milf so' tutto io" era stata alquanto sproporzionata, ma cosa potevo mai fare? Purtroppo, io lo amavo ancora!

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N.B per tutti quelli che si chiedessero:
"chi è nella foto?"
Rispondo subito! È la nostra new entry -> Andrews!
Vi piace? A me tanto 😆🌸

All about you- PurgatorioWhere stories live. Discover now