|Capitolo 24|

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"Se per baciarti dovrei poi andare all'inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci"

Sbuffo per la centesima volta da quando mi trovo in questo veicolo.

Dopo essersi messo al posto di guida, Aaron non ha voluto darmi alcuna informazione sul dove stessimo andammo o il motivo per il quale mi abbia trascinata via di lì.

Si limita semplicemente ad ignorare le mie domande o a liquidarle con un semplice gesto della mano, aumentando notevolmente la mia ansia e il mio nervosismo.

Nonostante ciò, ho avuto tutto il tempo per osservare i suoi tratti definiti e quei lineamenti perfetti che lo rivestono, se la perfezione non esiste, allora questo ragazzo è il simbolo dell'unica cosa che si possa avvicinarsi ad essa.

Guardo le sue labbra rosa perfette, leggermente dischiuse per la concentrazione, i capelli nero pece spettinati in un modo terribilmente sexy e quegli occhi color giada che non lasciano la strada di fronte a sé.

<< La smetti di fissarmi? >> mi chiede corrucciata, ed io arrossisco colta in flagrante.

<< Scusa >> mormoro per poi voltare lo sguardo fuori, osservando la città scorrere davanti ai miei occhi.

<< Non volevo essere brusco. È solo... >> sospira, per poi appoggiare la mano sulla mia coscia incendiandomi sotto il suo tocco delicato.

Mi volto a guardarlo, ancora troppo presa dal suo tocco, per poi iniziare a metabolizzare le sue parole.

Mi lancia uno sguardo veloce che io ricambio con uno di incoraggiamento.

<< Ho imparato a mie spese che essere fissati o fissare qualcuno a volte può portare solo guai >> mormora, quasi impercettibilmente.

Mi si stringe il cuore. Nonostante non abbia compreso appieno la frase appena pronunciata da Aaron, mi provoca un vuoto allo stomaco vederlo vulnerabile, almeno per una manciata di secondi prima che ritorni al suo atteggiamento sicuro.

Si ferma ancora una volta davanti al mio hotel, e io lo guardo come se fosse impazzito.

Non riesco a capire se mi stia prendendo in giro o meno, ma questo giochetto deve essere concluso.

Dapprima mi porta via da qui perché vuole che mi allontani da Jack, poi dopo un'ora in macchina mi riporta esattamente qui senza un motivo apparente?

Incrocio le braccia al petto e lo guardo aspettando una spiegazione. Lui ricambia lo sguardo, sospirando.

<< Ascoltami hoola, per menè già tutto abbastanza difficile. Non mi far fare qualcosa che vada contro i miei doveri >>

<< Doveri? E sentiamo, vorresti illuminarmi? >> domando sarcastica mentre continuo a guardarlo duramente.

<< Proteggerti. Ti ho già spiegato che la tua luce non potrà far altro che essere inghiottita dalle tenebre e io voglio proteggerti da esse. Non voglio farti cadere in un baratro senza uscita >> continua deciso, puntando i suoi occhi nei miei.

Spero stia veramente scherzando. Il dovere di proteggermi? Salvare la mia luce? Ma quale luce? Quella che mi è stata portata via da ancora prima che i miei divorziassero?

<< Il dovere di proteggermi e salvare la mia luce? Aaron tutto questo è ridicolo! Non hai nessun dovere nel proteggermi e la mia luce... quella non l'ho più da anni. Non tutti gli oggetti belli all'esterno sono integri all'interno! Devi smetterla di allontanarmi per poi riprendermi Aaron. Cercarmi per poi lasciarmi. Mi fai solo impazzire e mi porti una frustrazione che non credevo possibile! Devi prendere una decisione Aaron, non sono disposta a rispettare tutte le tue condizioni se tu non vuoi avere a che fare con me. Quando Jack stava per... >> la mia voce si va alzando sempre di più fino a quando non si interrompe per l'improvviso contatto con le labbra di Aaron.

Quelle labbra così perfette finalmente rincontrano le mie, portandomi in un altro mondo.

Aaron è un altro pianeta. Non è come tutti gli altri. Lui ha qualcosa che gli altri non hanno, e sarà forse il suo sguardo tormentato o il modo in cui con una sua mano si posa sulla mia mano bloccandomi in modo da avere una giusta inclinazione, sarà perché mi sta baciando così passionalmente da farmi tremare le gambe, o forse ancora il modo in cui ogni tanto si stacca sussurrando il mio nome, come a voler ritrovare il controllo di se, per poi tornare a baciarmi più insistente di prima.

Lui è di più. E il mio nero in un mondo bianco, la mia certezza che continua a provocarmi domande, il demone tentatore che mi conduce in paradiso. Lui è semplicemente di più.

Quando si stacca, ormai senza fiato, poggia la fronte sulla mia mentre continua a combattere contro se stesso sulla scelta da fare.

<< Kelshea, non potrò mai essere ciò che vuoi >>

<< Questo dovresti lasciarlo decidere a me >> mormoro provocando in lui una leggera risata.

<< Sei sempre così testarda, ma non potrei Kelshea. Il mio passato si ripercuote sul mio presente, come potrei mai coinvolgere il tuo sorriso rischiando di spegnerlo? Non so ritrovare me stesso, se avresti mai bisogno di me, come farei a darti una base solita a cui appoggiarti se io stesso fatico ad andare avanti?>> dice serio, accarezzando la mia guancia, ed io chiudo gli occhi, beandomi di quel contatto.

<< 30 giorni... >> sussurro infine.

<< cosa? >> chiede lui, confuso.

<< 30 giorni. Dammi 30 giorni per capire, almeno in parte, perché non puoi e cosa si nasconde dietro i muri che hai costruito. Voglio 30 giorni, in cui cercherò di trovare il motivo, costi quel che costi. Se riesco a trovare almeno un informazione inerente al tuo passato, mi terrai con te e accetterai questa mia decisione. Se perdo, me ne andrò dal Canada rendendo tutto più semplice per te >> dico infine, dando voce ai miei pensieri.

Assodato, sono masochista, ma è l'unico modo per assicurarmi di poter almeno dare un finale a questo continuo tira e molla tra di noi. Che si concluda bene o male, deve concludersi.

Farà male? Si. Sono pronta a rischiare il tutto? Si. Ho paura? Si. Per Aaron? Per Aaron.

<< Qualcosa inerente al mio passato? >> sussurra quasi sconvolto.

<< Qualcosa di importante e molto legato ad esso, nulla di superficiale >> dico sicura.

<< E nel frattempo? >>.

<< Lasciamo che decida il caso. È tutto un gioco di destino. >>

<< Fammi indovinare. Che il signore ci accompagni? >> ridacchia leggermente, allontanandosi da me.

<< non credi in Dio? >> domando curiosa, aggrottando le sopracciglia.

Non sono una cattolica perfetta, ma tendo a cercare conforto nei momenti peggiori. E cercando di comunicare con qualcuno non concreto, anche Dio stesso, è confortante, in un certo senso.

Avere anche solo la speranza, che magari qualcuno ti ascolti e ti dia coraggio, la speranza di non essere solo... credo sia stato di grande conforto, durante le mie fughe.

<< Ho deciso di fuggire da Dio, molto tempo fa >> risponde nostalgico, continuando a fissarmi.

<< Ti sei mai chiesto quale dei due è più veloce? >> domando.

Mi guarda, lo guardo. Poi sorride leggermente.

<< Se scoprirai tutto, saprai anche la risposta a questa tua domanda >>






#SpazioAutrice
Volevo prendermi solo un piccolissimo spazio per ringraziarvi per il #140 posto nella classifica romanzi rosa <3 so che ad alcuni potrà sembrare banale magari, ma per me è molto importante il vostro appoggio. Grazie <3

Be fast {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora