1.LA SFORTUNA MI PERSEGUITA

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LARA POV

Tutto mi sarei aspettata questa mattina, tranne che aspettare quello che dovrebbe essere il mio ragazzo, da più di un'ora, qui sotto la statua di Eros.

Ci eravamo dati appuntamento ieri sera per fare colazione insieme, ma a quanto pare il mio stomaco continuerà a brontolare invano. Probabilmente, il genio, non deve aver sentito la sveglia e ha continuato a dormire come un ghiro.

Io e Luke stiamo insieme da pochi mesi, ci siamo conosciuti al Silver, uno dei numerosi pub dell'omonima catena. Lui è un barman, io una cameriera ed è stato il primo a farmi sentire a mio agio al mio arrivo. Lo notai subito a causa del forte contrasto tra i suoi occhi scuri ed i capelli biondissimi che portava raccolti in una coda bassa. 

Molti si chiederanno se la mia sia stata una scelta giusta, ovvero lasciare l'italia per venire qui a Londra e fare un umile lavoro come quello della cameriera, beh... di certo non era la mia prima aspirazione, ma per il momento la situazione è questa, spero però con tutta me stessa che questo sia l'inizio di un futuro roseo e ricco di possibilità per una come me che ne ha passate davvero tante.

Tornando a Luke, nonostante questa sua dimenticanza mi faccia imbestialire, non riesco a tenergli il broncio, la voglia di vederlo supera il fastidio per non essersi presentato questa mattina. «Andrò a trovarlo!» improvvisamente mi balena questa idea in testa, ma mi rendo conto troppo tardi d'aver parlato ad alta voce e una povera signora di mezza età seduta sui grandini al mio fianco, alza lo sguardo verso di me spaventata. Sono la solita cretina sbadata, le mimo le mie scuse e mi allontano a passo svelto in direzione della metropolitana, sempre che io ricordi da che lato devo andare.

Non credo che riuscirò mai ad ambientarmi in questa città, in passato non ho mai avuto uno spiccato senso dell'orientamento, ma qui in una città come Londra le mie ridotte capacità si azzerano completamente.

Dopo aver raggiunto finalmente la fermata della metropolitana ed essermi assicurata di aver preso il giusto senso di marcia, non aspetto molto prima che la Piccadly Line arrivi puntualissima come sempre. Avete presente i mezzi italiani? Le loro continue avarie ed i ritardi assurdi? Beh dimenticateli, qui a Londra quasi tutto funziona in maniera eccellente, i mezzi pubblici in particolar modo, tanto da non farti desiderare minimamente di possedere un auto.

Una volta a bordo resto in piedi per paura di saltare la mia fermata, con una mano mi mantengo e con l'altra faccio partire la chiamata a Luke, ma la richiudo subito dopo, ho fatto trenta e farò trentuno. Ho deciso di fargli una sorpresa? E che sorpresa sia. So anche dove trovare le chiavi poiché conosco casa sua, non in quel senso, cioè semplicemente un giorno andai a prendergli una camicia, dopo che una cliente gli rovesciò un cocktail addosso ed essendo vicinissima al locale, la faccenda era semplice.

Stranamente scendo alla fermata giusta e in men che non si dica mi trovo di fronte la villetta bifamiliare di Luke, una tipica casa londinese bianca con il cancelletto di ferro. Da non crederci, ma qui hanno davvero il vizio di lasciare la chiave di scorta alla portata di tutti non facendosi il minimo problema, sarà che da dove vengo io le porte le aprono anche senza chiave se vogliono farti un danno o sarà che sono più civilizzati di noi, non so, ma basta pensarci.

Salgo i due gradini che mi separano dalla porta e raggiungo la piccola lanterna posta di fianco ad una delle finestre ed estraggo la chiave dal tettuccio di essa assicurandomi che non mi veda nessuno, non si sa mai. Apro la porta e una volta all'interno dell'appartamento il silenzio che mi circonda è inquietante, non si muove una mosca, il che mi fa pensare che stia ancora dormendo, ma all'improvviso un rumore mi fa spostare lo sguardo verso le scale e dopo un breve momento di paura, mi avvio verso di esse convinta che finalmente si sia svegliato.

La Voce Del PeccatoWhere stories live. Discover now