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Era una mattina come le altre quando Im Jaebum fece la sua passeggiata mattutina.
Ogni giorno percorreva la stessa strada di tutte le altre mattine: davanti alla vecchia scuola elementare della sua piccola città; nel parco comunale; nella piazza principale dove generalmente si riuniscono tutti i giorni i signori più anziani ed infine una breve corsetta in spiaggia.
Quella mattina, Jaebum, vide galleggiare una piccola bottigla di vetro che, spinta dalle lievi onde, si avvicinava alla riva.
Decise di avvicinarsi per provare a prenderla per non danneggiare l'ecosistema marino.
"Che fastidio questi ragazzini viziati, sicuramente si saranno sballati in spiaggia e avranno lasciato tutti i resti dove gli sarà capitato..." pensò Jaebum continuando ad avvicinarsi all'oggetto.

Appena raggiunse una vicinanza tale da poterla prendere semplicemente inchinandosi e allungando il braccio sì stupì nel vedere che all'interno di essa c'era un biglietto.
Si soffermò meglio a guardarla.
Era una bottiglia di birra, il marchio non era facile da dedurre dato che l'etichetta era stata precedentemente strappata da qualcuno o dal mare stesso.
C'era solo un piccolo tappo in sughero sigillato con della cera che stonava con il verde della bottiglia.
Incuriosito, tolse con qualche difficoltà il tappo in sughero, prese il biglietto e lo aprì.
Non rimase parecchio sorpreso nel vedere che si trattava di un biglietto contenente un messagio, l'unica cosa a cui pensò fu la canzone dei The Police che s'intitola proprio "Message In A Bottle" e gli spuntò un leggero sorriso sul viso.
La scrittura dell'autore del messaggio era molto carina, i caratteri erano scritti in piccolo e in fretta ma ordinatamente.

"Fortuna che parliamo entrambi coreano..." Pensò Jaebum.

Per scrivere quel messaggio l'autore (o l'autrice) aveva usato un foglio bianco semplice ed un'altrettanto semplice penna di colore nero.
Dopo aver notato i primi particolari Jaebum iniziò a leggere il messaggio:

"Non so se mai qualcuno leggerà quello che sto per scrivere, non so nemmeno perché io lo stia facendo... l'unica cosa che so è che voglio sfogarmi, non ce la faccio più a tenermi tutto dentro. Devo tenere questo segreto dentro di me davanti ai miei professori, davanti al mio datore di lavoro, davanti ai miei compagni di classe, davanti ai miei amici e persino davanti ai miei genitori. Detto così sembra proprio che il mio segreto sia qualcosa di grande, abominevole. Sicuramente starai pensando a qualcosa come un omicidio, una rapina, un'aggressione o chissà quale altro crimine.
Il mio segreto in realtà non è un crimine,
non è una cosa sbagliata,
non è una cosa che andrebbe nascosta,
non è una cosa che fa soffrire le persone,
non è una cosa cattiva,
non è una cosa fuori dalla legge,
non è una cosa brutta...
Il mio segreto è semplicemente che sono gay.
Non posso dirlo a nessuno delle persone che mi stanno vicino dato che la mentalità del piccolo paese in cui vivo è troppo chiusa. Non credo che qualcuno capirebbe...

Grazie a te che hai letto il mio sfogo.
- Choi Youngjae, 2016/marzo/16"

Jaebum rimase sorpreso da quella lettera e allo stesso tempo la trovò particolare, che modo insolito di fare coming out.
Pensò che quella lettera, in realtà, conteneva anche una forte tristezza.
Prese sia la bottiglia che la lettera con sè e tornò a casa.

Una volta arrivato controllò l'orologio appeso vicino alla porta d'ingresso che segnava le 8:07 del mattimo, segno che doveva prepararsi veolcemente per arrivare a lavoro.
Appoggiò la bottiglia contenente il messaggio sul tavolo del salone, vicino all'ingresso ed accarezzò la sua gatta.
Si fece una doccia veloce, preparò una colazione semplice che finì in nemmeno cinque minuti ed uscì di casa per andare a lavoro.

Verso la sera, tornato ormai stanco dal lavoro si sedette nel divano del salone per rilassarsi.
Accese la TV e coccolò la sua gatta.
Più il tempo passava più trovava noioso il programma televisivo che stava guardando.
Si ricordò della bottiglia e gli venne in mente un'idea.
Con tutta la calma del mondo andò a riprendere il messaggio dentro alla bottiglia e con il suo computer portatile andò su Facebook. Scrisse il nome dell'autore della lettera e cercò.
Sapeva poco in realtà sull'autore, sapeva solo: il nome e cognome, era sicuramente uno studente ma allo stesso tempo lavorava, magari faceva un lavoro part-time ed infine, abitava in un piccolo paesello.
Gli comparvero tre profili chiamati "Choi Youngjae" e decise di iniziare ad esaminarli.
Il primo era di un signore di circa sessant'anni o giù di lì. Coincideva il fatto del lavoro ma non tutti gli altri dati. Questo signore, infatti, era sposato ed aveva pure tre figli e di certo non andava a scuola. Non poteva essere lui.
Il secondo profilo era più vicino all'idea che Jaebum si era fatto del misterioso autore.
Inafatti era giovane, aveva sui ventisette anni, studiava all'universita, lavorava nel bar del padre ed aveva molti amici.
L'unica cosa che lo rese dubbioso era il fatto che era fidanzato da quattro anni con una bellissima ragazza, in più i due convivevano insieme a Seul, città natale del ragazzo.
Jaebum si convinse che non poteva essere lui, così andò a controllare il terzo ed ultimo profilo.

Il ragazzo dell'ultimo profilo aveva ventuno anni, abitava in un piccolo paese costiero della Corea Del Sud, andava a scuola e ogni sera lavorava come cameriere in un ristorante.
I conti tornavano.

Jaebum decise di chiedergli l'amicizia e, con gran stupore, Youngjae gliela accettò in pochissimo tempo.
Jaebum si fece coraggio e decise di scrivergli.

Im Jaebum:
Hey!
Choi Youngjae:
Hey, ci
conosciamo?
Im Jaebum:
non credo...
Choi Youngjae:
oh! Il tuo viso mi
sembrava
familiare!!!
                                            Im Jaebum:
                                               kekeke
Choi Youngjae:
keke
                                            Im Jaebum:
                                               Hai mai scritto un
                                               messaggio in una
                                               bottiglia e poi l'hai
                                               lanciata in mare?
Choi Youngjae:
...Sì, perché?
                                           Im Jaebum:
  Allora credo proprio
                                              di essere il fortunato
                                              che ha trovato quella
                                              bottiglia.

Dopo quel messaggio Youngjae non rispose più a Jaebum.
In quel momento Youngjae si sentì quasi vulnerabile. Perché tra tutte le persone al mondo proprio un bel ragazzo più grande di lui di solo due anni (notizia che Youngjae aveva ottenuto grazie a Facebook), doveva aver trovato quella bottiglia? Perché poi l'aveva dovuto cercare su Facebook? Non poteva ridere di quel segreto per poi rigettare la bottiglia in mare?

                                 ༄༄༄

N.A
Salve a tutti, spero vivamente che questa intro (o anticipazione alla storia, come preferite voi) vi sia piaciuta e vi abbia incuriosito.
Se vi va votate il capitolo e magari lasciatemi qualche commento con qualche parere, consiglio o correzzione di qualche errore che mi è sfuggito.

-Nora ◟̽◞̽

Message in a bottle ♡ 2jae [HIATUS]Where stories live. Discover now