Capitolo due - Noemi

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Wow! Mamma mia!

Okay, Emi, cerca di riprenderti!

Simone mi ha accompagnato a casa dieci minuti fa e io sto ancora volando a cinque metri da terra. Se avessi saputo che era così focoso, ci avrei provato con lui molto prima. Quanto tempo sprecato con degli emeriti imbecilli! Mi lascio cadere sul letto e fisso il soffitto con aria sognante. Peccato non aver potuto concludere in bellezza la serata, sarebbero stati fuochi d'artificio. Spero tanto che domani possa davvero raggiungermi qui a casa, altrimenti potrei impazzire. Sento ancora il sapore dei suoi baci sulle labbra e, se chiudo gli occhi, riesco a sentire le sue mani che sfiorano il mio corpo. Basta! Devo smettere di pensarci!

E poi faccio la cosa più stupida al mondo, quella cosa che mi sono ripromessa di non fare mai e poi mai: prendo in mano il telefono e gli mando un messaggio patetico.

Mi mancano già i tuoi baci.

Tagliatemi le dita, non posso digitare le parole che solo una ragazzina cotta potrebbe inviare! Non è un mistero che abbia sempre avuto un debole per i gemelli Rossini. A Eleonora dico sempre che ho una leggera preferenza per Max perché so che in fondo è pazza di lui e non se ne rende nemmeno conto. La pungolo spesso a riguardo, ma sembra non capire: la prenderei a calci nel sedere il più delle volte! Com'è possibile non accorgersi che è cotto di lei? Non importa, io ho sempre preferito Simone, così timido e adorabile. Non amerà molto parlare, ma sa agire proprio bene e sono i fatti che contano. Peccato averlo scoperto solo ora. Non ho mai paura di farmi avanti con un ragazzo, ma con lui mi sono sempre trovata spiazzata. Oggi ho voluto rischiare e mi è andata bene, anzi, molto più che bene.

Mi manca già toccarti.

La sua risposta mi lascia piacevolmente sorpresa. Ridacchio, portandomi un dito alla bocca. Mi sento il viso in fiamme e non è da me, io non arrossisco mai.

Domani potrai togliermi tutti i vestiti e toccarmi dove vuoi.

Che spudorata! Dovrei vergognarmi di me stessa e invece non ci riesco. Se fosse per me, andrei a casa sua e mi intrufolerei nella sua stanza come fa sempre Eleonora con Max. Loro due non combinano niente, ma io saprei cosa fare con Simone e al solo pensiero il mio sangue diventa lava nelle vene.

Non vedo l'ora...

Vado a fuoco, me lo sento! Datemi un estintore! Una vasca piena di ghiaccio!

Anch'io non vedo l'ora. Sognami stanotte...

Ma si può scrivere una scemenza simile? Starà ridendo di me o starà pensando che sono impazzita del tutto. Sono una vera demente!

Buonanotte Emi.

Ha avuto la decenza di non commentare la mia momentanea perdita di senno. Si può essere tanto stupide? Lascio cadere il cellulare sul tappeto e mi volto su un fianco, raggomitolandomi. Non riesco a togliermi questo sorriso dalle labbra ed è soltanto colpa sua. Vorrei tanto un'altra sessione di baci in questo momento, non ne ho avuti abbastanza. Mi sfioro le labbra con le dita e ridacchio da sola, come una stupida. Mi metto a sedere di scatto e sbuffo. Devo darmi un contegno, non posso pensare tutto il tempo a un ragazzo in questo modo. Non è un bene!

La mattina seguente mi aggiro per casa in preda a una crescente angoscia: i miei genitori la stanno tirando per le lunghe e non se ne sono ancora andati. Mio fratello ha litigato con la sua attuale ragazza e, di questo passo, non avrò la casa tutta per me. Che palle! Non possono rovinarmi i piani in questo modo!

«Giò, non esci oggi?» domando sedendomi accanto a mio fratello sul divano.

«No, non credo. Non sono dell'umore adatto» risponde in un grugnito.

Al di là delle nostre paureWhere stories live. Discover now