Capitolo 6

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Il contrasto fra il buio e la luce mi disorienta.
Un dolore bruciante alla testa, le pupille che si contraggono rapide per mettere a fuoco uno strano mondo.

<Adesso ti dimostrerò perchè bisogna leggere ogni minuscola clausola di ogni contratto.> mormora impaziente.

<Phasmatos vos tangit mortem.>

Albert, improvvisamente, urla agonizzante. Perde sangue dalla bocca.

<Cosa gli stai facendo!> urlo disperata.

Cerco di raggiungerlo, ma una forza invisibile mi tiene ferma. I miei occhi sono puntati in quel momento.
Il corpo ferito di Albert, le sue urla disumane, il sangue che scorre dalle orbite e dalla bocca e quel dolore indescrivibile.

<Phesmatos et aperuit os suum, et nihil spell.> mormoro a fatica.

Ci sono volte in cui si può essere indotti ad agire magicamente a causa dell'impulsività, altre volte siamo nel dubbio riguardo l'efficacia di un rituale oppure, semplicemente ci chiediamo se un incantesimo possa essere annullato.
L'intera magia si basa su delle leggi d'armonia ed equilibrio universali.
Gli effetti di un incantesimo non possono essere annullati, ma si può fermare una magia se è ancora in stato di funzione affinché non continui nella sua azione.
Alysia scoppia a ridere.

<Credi davvero che possa funzionare? Il tuo amico è morto!> mi sussurra invincibile all'orecchio.

A volte non hai tempo di accorgertene, le cose capitano in pochi secondi. Tutto cambia. Sei vivo. Sei morto.
La tristezza peggiore è quella improvvisa, quella che arriva senza un motivo. Sentirsi il vuoto dentro e non riuscire a colmarlo.
Piango perché mi viene spontaneo. Piango per bagnare tutto ciò che mi circonda e poter innaffiare le cose più care affinché crescano più sane, più robuste, più belle. Piango per sommergere e far sparire ciò che ci porta ad essere ingiusti.
Piango e non riesco a smettere.

<Alb, svegliati!> gli urlo accanto.

Mi lascio andare e abbraccio il suo corpo, mentre piango disperata.

<Torna da me! Devi tornare da me, devi farlo adesso! Svegliati! Mi dispiace.> mormoro distrutta.

Continuo finchè non ha il collo inzuppato di lacrime.
Vorrei dire senza mezzi termini quanto la disprezzo, è che è la donna più insensibile e prepotente che avessi mai incontrato. Ma devo prima smettere di piangere.

<Non hai mai rimpianti?> mi giro verso di lei.

<Non provo nulla, e presto capirai la melodiosa sensazione della libertà, del libero arbitrio.>

<Non otterrai niente da me.> la fronteggio a testa alta.

Non cederò.
Alza un sopracciglio provata.

<Adoro questa tua tenacia, ma sono stanca. Sono stata più di due settimane a torturare quell'esile corpicino. Ho bisogno di una pausa e tu hai bisogno di vedere la ruota girare.>

Si liscia la gonna e riprende il calice e se lo porta alle labbra.
Vivere è affrontare sfide, realizzare uno, due, sei o più progetti, è permettere che la felicità abbracci le nostre vita e accettare che, ogni tanto, la sofferenza chiamerà alla nostra porta per metterci alla prova.
Non tutti assumiamo questi colpi che ci infligge la vita. C'è chi affronta meglio le delusioni e chi le interiorizza permettendo che minino la propria autostima.
Nessuna tristezza viene vissuta in modo uguale, così come nessuna depressione ha la stessa origine, né viene affrontata allo stesso modo dalle diverse persone.
Ma il dolore ti rende forte o insensibile ?

< Ti uccideró.> dico.

Schiocca la lingua sotto il palato e scuote la testa contrariata.

<Quale parte di "uccideró qualcuno", non hai capito?>

Nashell: Il maleficio (#3)Where stories live. Discover now