capitolo 49

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Ho capacità innate.
Sono un essere talmente potente da riuscire a disintegrare le persone anche non facendo nulla.
O sono troppo immischiata o troppo esclusa.
In entrambi casi sono la sterminastrice di gioie.
《Bene.》dice.
Sul serio?
Una ragazza in lacrime non merita questo menefreghismo.
《Bene.》 ripeto.
Con il dorso della mano mi asciugo le lacrime e mi rimetto in piedi.
Vacillo leggermente, ma resisto.
Sono ancora in grado di sopportare altro peso.
Le narici si allargano e respirano "sostanze velenose". Tutti questi odori, messi insieme, sono nauseanti. Se non avessi capogiri e pensieri disturbanti proverei a familiarizzare.
Poi questo silenzio assordante mi inquieta.
《Perchè sei qui?》 chiedo con un filo di voce.
Riesco a percepirlo, anche rivolgendogli le spalle. Sento il suo respiro affannato e la sua mania di toccarsi i capelli quando si sente in imbarazzo.
《Nulla.》
Parla a monosillabe.
Non sa come iniziare una conversazione o sicuramente ha solo voglia di fuggire da me. Come dargli torto.
Ho disintegrato anche il noi.
《Ottimo.》mormoro con sempre meno entusiasmo.
Passo l'indice su una camelia simil ad una rosa e ammiro i colori chiari.
Stando alla piccola descrizione, si tratta di un fiore raro e abbastanza introvabile.
Beh, per fortuna i fanatici sanno dove trovarla.
Prendo coraggio e riesco ad incontrare i suoi occhi verdi. Diamine se mi sono mancati, anche se è passato poco tempo.
Io lo bramo.
Io lo amo.
《Devi dirmi qualcosa?》 chiedo.
Lo vedo che mi fissa ininterrottamente. Non si preoccupa nemmeno di destare sospetti. Mi fissa e basta.
Lui non ha paura di guardarmi negli occhi.
《Perchè stai piagendo?》
《Non lo sto facendo.》 dico.
Continua a rimanere fermo tra le piante ed infila le mani in tasca. I piedi sono fermi e non hanno intenzione di muoversi. Deve avermi seguita, altrimenti non si spiegherebbe questa apparizione fantasma.
Per venire in questo luogo bisogna percorrere una precisa strada, non la si intraprende tanto per.
《Dove sei stata?》
Avrei dovuto immaginare che quella sua vicinanza era diversa.
Quelle mani lungo i fianchi vicino al mulino, il ballo, la sua pronta disposizione.
Non mi sono mai davvero accorta di nulla.
《Non dovresti chiederlo.》
Non stiamo insieme.
《Certo, perché tra di noi è finita.》
《Non perché l'abbia deciso io.》 dico.
Almeno due metri ci fanno da distanza.
La trovo ingiusta e troppo lunga, ma lui non decide di accorciare ed io sono incapace di muovermi.
《Bene.》
Ma non c'è solo questa distanza reale, ma anche mentale. Siamo così distanti da non riuscire a sfiorarci nemmeno con i pensieri.
《Non fare così.》 mormoro ed immediatamente gli occhi si riempiono di lacrime.
Mi fa male. Terribilmente male.
Lui è diventato la mia costanza e non sono in grado da stargli lontano.
Ma l'amore è anche questo, riuscire a sopportare l'allontanamento.
《Così come?》
Innamorarsi di qualcuno è serio, quasi una dipendenza. Tutti noi aspiriamo ad incontrare la persona giusta. A volte ci feriscono altre volte no. È un gioco tremendo e spesso doloroso.
Ma alla fine si arriva alla fine?
《Matt, non trattarmi con freddezza. Ho capito di aver commesso un errore, ma per quanto ancora dobbiamo continuare a stare lontani?》
《Non capisci che non ci sarà più un noi? Tendiamo a ferirci in tutti i modi. Questo nostro fare è patetico. Litighiamo, proviamo a riconciliarci e poi litighiamo di nuovo. Quante altre volte dobbiamo continuare così? 》
Fino all'infinito.
Eppure trovo giusto il suo ragionamento.
Uno ferisce e l'altro allontana, poi si ripete l'azione finchè non si trova un appiglio.
Qual'è quello di adesso?
《Si lotta per le persone che si ama.》
Alex ha abbandonato questa guerra, ma non ha rinunciato al premio.
《Lo capisco il fatto che tu sia giovane e sei in cerca di nuove emozioni, e...》
《Giovane? Questo non c'entra nulla e lo sai benissimo. Ho perso la mia maledettissima gioventù nello stesso istante in cui ho iniziato ad usare la magia. Tutto mi si è riversato contro, anche tu. Ti sei intromesso con forza nella mia vita, ma nonostante tu mi abbia ferito diverse volte, io sono sempre pronta a perdonarti. Ma non lo vedi che ti amo nonostante tutte le nostre cazzate?》 quasi urlo.
Così dannatamente disastrosi.
Così dannatamente unici.
《Questo non significa che anch'io ti amo allo stesso modo.》
Un dolore al petto mi squassa fortemente.
Sento la mancanza d'aria e respiro affannosamente.
《Per un bacio? Tu mi stai dicendo che non mi ami solo per un maledetto bacio?》 strillo con disperazione.
《Dobbiamo concludere questa storia. Sono stanco di sentirmi ferito, arrabbiato...》 mormora con un filo di voce.
Sta mentendo.
《Non dirmi bugie. Non accetteró questo discorso finchè non è sincero.》
Lascio cadere le braccia lungo i fianchi e colmo il battito.
Se dovrò lasciarmi indietro i nostri baci e i nostri gesti d'affetto, dovrò ottenere un discorso sensato.
Matt ispira rumorosamente e si tira leggermente i capelli sulla nuca.
《Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, Lissa. Ma non so ancora per quanto altro tempo riuscirò a gestire tutto questo. Siamo due disastri e i disastri non possono stare insieme. 》
Inizio ad annulare la distanza.
Due passi come inizio.
《Io che non mi fido di nessuno mi sono completamente abbandonata a te. Sarà perché i tuoi occhi mi mettono in confusione. Sarà perché sei stato il primo a farmi sentire amata. Sarà che quando ridi di me lo fai per gioco e poi ti preoccupa che non ci sia rimasta male. Sarà che sei l'unico a farmi felice. Sarà perché se ti chiedo di non lasciarmi non mi prometti nulla, mi abbracci e non mi lasci andare. Vieni da me.》 borbotto.
Matt, invece, rimane fermo in quella posizione rigida e tesa con i soli occhi che parlano.
Non schiude la labbra, non batte ciglio.
Mi implora di stare ferma.
Ma io continuo ad avanzare.
Altri due passi.
《Vuoi lasciarmi perché è difficile sopportare questo nostro gioco? Bene, fallo. Ma non dimenticare le mie parole: sei l'unico a trasformarmi dal peggio al meglio.》
Altri due passi.
Ora i nostri piedi distano pochi centimetri.
《Mi merito un amore che è il tuo.》
Prendo forza, ricarico l'energia e con tutta la volontà rimasta in questo mondo lo supero.
Mi riverso nel tramonto inoltrato e mi asciugo una lacrima fuggita dal mio controllo.
Non avrei dovuto fare nulla di tutto ciò.
Non avrei mai dovuto iscrivermi in quella feroce selezione.
Probabilmente, anzi sicuramente, ora non avrei il cuore distrutto.
Mi chiedo persino se ho ancora un cuore.

Nashell: Il maleficio (#3)Where stories live. Discover now