capitolo 26

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Flashback

La vita di tutti noi è stata segnata da molti momenti difficili. Momenti in cui ci siamo sentiti amareggiati o che hanno portato una delusione che non ci aspettavamo. Momenti relazionati a circostanze particolari, ma anche a persone importanti; momenti che, dall'oggi al domani, hanno sconvolto completamente una relazione. E l'hanno fatto senza darci il tempo di valutare il come e il perché, anche quando ci avevamo messo tutto l'impegno del mondo per risolvere la situazione.

<Le persone buone hanno sempre un po' di polvere di stelle in tasca, per poter fare l'impossibile per gli altri, per regalare gioia e felicità.>

Annuisco appena.

<Ma le persone buone sono piene di ferite aperte. Come è possibile curarle? > le chiedo.

Geleya mi stringe la mano e mi asciuga una lacrima, fuggita dal mio controllo.

<Non sono ferite, sono cicatrici.>

Che non andranno mai via.
Saranno incise nella pelle, e nulla può nasconderle.
Fanno parte della nostra esistenza e della nostra capacità di andare avanti, che sia giusto o sbagliato.
Quelle cicatrici ci ricordano il male che abbiamo sentito, ma che nonostante tutto siamo pronti ad accoglierli e poggiarli sulla cute.

<Ho deluso tutti, ho deluso me stessa.> piagnucolo.

È una cicatrice emotiva, e nulla può risanarla.
Mi carezza la guancia.

<Il mondo non è sempre come vorremmo né come lo percepiamo nel profondo del cuore. Ci sono dissonanze, sentimenti che stonano. Per questo dobbiamo abituarci anche al caos.>

Annuisco distrutta.
Sono una bambola di pezza e mi sto scucendo da sola.
Sono triste e maledettamente viva.
Tira fuori dalla tasca il cristallo contenente la mia anima e la poggia sopra il mio palmo aperto.

<Sei più forte di quel che credi, e non solo parlando di potenza psichica. Sei riuscita a sopravvivere senza un'anima, un'identità; ma è giunto il momento di risanare il colpo.>

Attendo le sue parole.

<Phasmatos divina anima, quod anima humana. Nunc abesse conlapsa trahebat.>

La mia pelle pizzicca, dando segnali di una forza oscura che penetra nella mente.
Brucia e risale verso l'alto, fino a toccare il cuore.
La forza celestiale vibra nel corpo, e per un breve istante mi sento felice, appagata.
Ma presto incombo nella tristezza, nella consapevolezza.
Geleya getta a terra il cristallo, ormai vuoto, e mi abbraccia istintivamente.
Entrambe ne abbiamo bisogno.

Provo a scrivere delle frasi sensate, ma la mente non collabora

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Provo a scrivere delle frasi sensate, ma la mente non collabora.
Questo è uno sbaglio, un terribile sbaglio.
Dovrei raccontare ai miei amici le scoperte attuite ma ho troppa paura.
Paura che non accettino il mio bisogno.
Paura che non vogliono aiutarmi perché non si può ingannare la morte.
È natura e non si può squilibrarla.

Nashell: Il maleficio (#3)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن