Lezioni di Matematica ?

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Mi sveglio in infermeria con un dolore atroce in testa. Girava ancora un po' la stanza, e avevo la vista leggermente annebbiata.

Mi vedevo già in quei film, dove la bella sviene davanti al suo boy , e dolcemente viene portata in ospedale per accertamenti. Dopo pochi minuti, la bella si sveglia guardando dolcemente il suo principe che con la mano sopra la sua, la guarda teneramente.

Io?

Io non sono la bella, ed il mio principe non esiste.

Fine della storia triste.

L'unico ad aspettare il mio risveglio era lui, il mio amico. Che mi guardava con due occhi preoccupati, come se stessi morendo da un momento all'altro.

Effettivamente sembravo morente, con quelle mani sul petto incrociate, chissà chi ha avuto questa brillantissima idea del cavolo. Bianco com'ero, sembravo un morto preciso.

"Amico come ti senti?"  Mi chiede Paolo guardandomi.

"Gira tutto, e fa male la testa"  rispondo, ed è vero, mi sentivo sulle montagne russe. Nausea alle stelle.

Ma non sono incinto.
Vergine si però.

Ma cambiamo argomento.

"Ci credo hai un bombolone in fronte"

Ma quanto può essere simpatico? Un mignolo incastrato nello spigolo è meno fastidioso di lui. Con dolore incluso.

"Pá che ci faccio qui?" 

"Prima dirmi come cazzo conosci Mario Serpa"

Allora non era un sogno. Sono stato portato qui, da lui, seriamente.

In braccio?
Veramente?

"Perché sei diventato rosso?"

"Eh no cioè, veramente -"

Quando balbetto è la fine.

"Cla cosa mi nascondi?"

Ed adesso devo dirglielo, non mi lascerà in pace finché non parlerò.

Due palle.

"Mario mi ha visto, quando facevo, 'quello', in bagno, ed adesso sono il suo cagnolino a detta di lui"

"CHE COSA?" Gridò

"Abbassa la voce, idiota"

"Mario, ti ha visto in bagno mentre ti ma- cioè mentre facevi quello? Sei serio?"
Disse bisbigliando, questa volta.

Ed io volevo sotterrarmi da qualche parte.

Annuisco semplicemente, arrossendo ancora di più.

La campanella suona, e vado a casa accompagnato da Paolo.

Guardo intorno per incrociare il suo sguardo, ma niente, forse era già andato via.

Poteva aspettare almeno che mi risvegliassi no?

Avrei voluto ringraziarlo, almeno.

Ritorno a casa, deluso e dispiaciuto.
Non so neanch'io il motivo di preciso, ma il cuore era in totale confusione. E le sensazioni che ho sentito, mentre mi stringeva nelle sue braccia, peggiora la situazione. Già sono preso da lui, con questa situazione contorta, sono completamente disorientato.

Dovrei fargli da cagnolino?

Non so perché questa parola non mi fa arrabbiare poi così tanto. No che voglia fargli da schiavo, da zerbino, parliamone. Ma il pensiero di stargli vicino, di potergli parlare, di incrociare il suo sguardo, quando era semplicemente qualcosa che sognavo solamente, mi fa andare il cuore a mille.

Nel Nero dei tuoi OcchiWhere stories live. Discover now