Non vorrei, ma non ho scelta...

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Mi sento schiacciato dai miei pensieri, pensieri che non mi lasciano neanche la notte, pensieri che vorrei con tutto me stesso non avere. Impacchetto le mie cose; quella casa più la guardo, più diventa vuota. Pacchi ovunque, e il mio cuore si spezzetta sempre di più. Bussano alla porta, e staccandomi un attimo dalla tempesta che ho in testa, vado ad aprire.

È Marco, ci salutiamo ed andiamo in camera. Entrambi rimaniamo in silenzio, ed io aspetto che prenda parola lui, sapevo perché è venuto, lo conosco bene, come lui ha imparato a conoscere me.

"Mario, dovresti dirglielo, manca poco"  eccolo...

Lo so
Lo so, cazzo.

Ma non posso, non riesco, mi sento male al solo pensiero di pronunciare quelle parole.
Penso ai suoi occhi, e il mio cuore urla disperato.

Come cazzo faccio a dirglielo?

Lo guardo con le lacrime agli occhi, non amo piangere, ma sono al limite, e non so che fare, e forse ho proprio bisogno di sfogarmi.

"Claudio capirà, sarà difficile per voi, ma vi amate"

E quelle parole sono la goccia che mi fa affogare, e singhiozzo tra le sue braccia.

Non riesco a trattenermi e butto via tutta la mia frustrazione.

È importante per me.

Quel ragazzo dagli occhi verdi è diventato una parte indelebile della mia vita.

Perderlo?
No, non posso. Non c'è la faccio, e non voglio!!!!!

Non posso lasciarlo solo, come cazzo posso lasciarlo solo? .

Mi torturo da quando l'ho saputo, faccio finta di niente quando sto con lui, perché voglio vivermi ogni minuti con Claudio, ma arrivo a casa è rischio di impazzire.
Mi è entrato così tanto dentro la pelle, come un tatuaggio indelebile, non posso liberarmene, non posso cancellarlo, e anche coprendolo, rimarrebbe sulla mia pelle, invisibile, ma esisterebbe sempre.

Claudio, vorrei tanto non farlo, lo vorrei così tanto, credimi.

"Non so come, non so quando, Marco non so proprio che fare"  e sento la sua mano accarezzarmi la schiena, in segno di conforto.

"Chiamalo, esci con lui"
Lo guardo perplesso, ma neanche mi lascia il tempo di metabolizzare la frase, che compone il numero e rimango imbambolato a sentire il suono di quella voce che mi chiama dolcemente.

"Pronto? Mario? Ci sei?"
E lo prendo al volo, rispondendogli di getto

"Ehi Cla"

"Ehi Cla? Hai chiamato tu, Mario"

Giusto, ho chiamato io. Ed adesso cosa mi invento? Che gli dico?
Guardo Marco in cerca di aiuto, e mi incita a parlare, e mi bisbiglia un chiedigli di uscire, esci, muoviti, esci"

"Cla, che fai?"

"Niente, sto con Paolo che rompe come sempre, vuole giocare alla play. Vuoi venire un po' qui? Mi manchi"

E respiro profondamente a quelle parole, e guardo Marco che annuisce, incoraggiandomi.

"Ok Cla, porto anche Marco va bene?"

Nel Nero dei tuoi OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora