CAPITOLO QUARANTOTTO - Bring me to life.

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Buona lettura! 🌸

Canzone del capitolo: 'Impossible' di James Arthur.
Vi consiglio di ascoltarla mentre Sky sogna, perché ho scritto quel pezzo con quella canzone in sottofondo.

Finalmente sono riuscita a stare un pò meglio - se parliamo della mia salute - e così mi sto incamminando per andare dalla psicologa. La dottoressa Morris mi attende per la solita seduta da un'ora e ci sto andando a piedi. La voglia di camminare mi ha travolta questa mattina. Sono sola in questo momento, ma ci sarà Jay ad aspettarmi fuori. I ragazzi sono tutti al campus ed io sto saltando le lezioni per l'ennesima volta ma la dottoressa Morris ha insistito così tanto per vedermi che anche oggi sono dovuta rimanere a casa.
È una sensazione meravigliosa sentire la brezza del mattino che c'è a fine maggio accarezzarti la pelle, mi mancava. Mi sento come rinata da uno stato di mummificazione mentre cammino verso lo studio della Morris e nelle mie orecchie Rihanna intona 'Love the way you lie' assieme ad Eminem. Questa canzone mi fa pensare al mio rapporto con Nate. Il ragazzo è consapevole del fatto che io gli sto generosamente, almeno secondo me, occultando la verità, ma mi resta accanto comunque. Ho il terrore che se bene vada, quando scoprirà che cosa ho fatto.

Sono ancora abbastanza debole, per questo motivo sto prendendo delle vitamine per tirarmi un pò su - cosa che mi disturba parecchio - tant'è che sia Nate che Luchi mi osservano con sguardo truce per testare che le stia effettivamente prendendo.
Il senso di vuoto che sento costantemente non se n'è andato e dato che Nate ed io stiamo ancora insieme, a tutta la mia solita schifezza si è aggiunto il senso di colpa nei suoi confronti perché lui mi ha raccontato di sé, mentre io non l'ho ancora fatto. Ora ciò che più mi ferma è la mancanza di coraggio per dirlo a voce alta, non l'ho mai fatto, visto che mio padre lo ha scoperto solo quando ha letto la lettera di Caleb e, da quel momento non mi guarda come faceva una volta, con gli occhi di chi ama senza condizioni, mi guarda come se fossi la sua bambina cresciuta troppi in fretta, come se fossi un cucciolo ferito di cui prendersi cura e come se io stessa fossi un angelo le cui ali sono state tagliate dal senso di colpa e dal grigio della mia anima vuota.
Con mia madre è diverso, so che a lei posso dire tutto ciò che voglio senza problemi, anche se essendo un pò all'antica, certe mie idee e scelte non le apprezza affatto. Mi mancano tanto gli occhi azzurri della mia mamma e la sua risata cristallina, mi scalda il cuore ogni volta. Questa settimana non l'ho chiamata perché non volevo sapesse cosa ho combinato e si preoccupasse per me suscitando in mio padre la sfericosi e di conseguenza il divertimento in mio fratello.
Davide, quando i nostri genitori bisticciano si diverte a filmarli e a fare vedere loro il video una volta che hanno fatto la pace, in modo da fargli notare quanto ridicoli fossero ad insultarsi. Quest'ultimo sa tutto perché il mio migliore amico lo tiene informato da qui ed io so tutto di lui per lo stesso motivo. Ed inoltre giusto ieri abbiamo fatto una videochiamata tramite Skype e si è fatto raccontare gli eventi dell'ultima settimana.

Ad ogni modo, mentre attraverso l'ingresso del centro dove mi aspetta la dottoressa Morris, sto impugnando la lettera che ho scritto prima di venire qui, dove racconto per filo e per segno ciò che ho combinato in questi anni e la storia di Caleb compresa, tutta, dall'inizio alla fine.

Sei una maledetta codarda.
Stai zitta.
È la verità. Dovresti tirare fuori le palle e dirlo tu stessa alla dottoressa.
Ti ho detto che devi stare zitta.
Il momento in cui accetterai la realtà sarà troppo tardi, avrai smesso di vivere. Non raccontarlo non lo rende meno reale e tu lo devi accettare, non puoi cancellare quella parte di te.

Dark Memories - CARTACEO Where stories live. Discover now