OTTO

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Kate si svegliò così come si era addormentata, così come aveva dormito, una cosa cosa con il corpo di Rick che ancora la teneva in un abbraccio rilassato.

Aprì gli occhi e vide il viso di lui così vicino al proprio, con le labbra appena socchiuse, ancora perso nei suoi sogni.

Lo baciò.

Era un bacio che non voleva niente in cambio, un bacio sussurrato, leggero, per non svegliarlo, un segreto che rimaneva tra le labbra proprie e quelle di lui. Semplicemente non potè resistere dal farlo, dal sentire ancora il suo sapore, accarezzarle dolcemente con la punta della lingua. Era un bacio silenzioso, che non doveva dire nulla, nemmeno lei, perché non voleva sentire quello che provava ad urlare. Era troppo, tutto quello, lo capì quando faticò a staccarsi dalle sue labbra e si lasciò scivolare via repentinamente dal suo abbraccio. Era imbarazzata, in piedi davanti a lui, a non riuscire a smettere di guardarlo. Sbuffò forse troppo rumorosamente, arrabbiandosi con se stessa e andò in camera a cercare qualcosa da indossare, prese l'accappatoio lasciato sulla sedia e se lo infilò annodandoselo stretto in vita. Tornò da lui, stava ancora dormendo, si era solo rannicchiato di più su stesso. Prese un plaid che era abbandonato sulla poltrona lì vicino e lo coprì, togliendo dalla sua vista gran parte di quel corpo tentatore.

Gli era mancata. Glielo aveva ripetuto più volte e lei ci aveva giocato, scherzato, divertendosi a punzecchiarlo stimolando tutti i suoi punti deboli che ormai conosceva alla perfezione. Ma non glielo aveva detto, eppure era mancato tanto anche a lei e non solo per quello che sapeva darle, per notti come quella appena passata, ed era quello il problema, perché dentro quelle parole si racchiudeva quello che non voleva dire prima che a lui a se stessa.

Si appoggiò alla finestra, guardando fuori la vita che scorreva sulla strada sottostante. Era il suo giorno libero, in qualsiasi altro momento lo avrebbe usato andando a correre al parco e poi passare il resto della giornata sul divano a leggere un libro con una tazza di caffè fumante e qualche ciambella. Si voltò per un attimo a guardare il divano, occupato dal quell'ingombrante ospite che non era entrato prepotentemente solo nella sua casa prima e dentro di lei poi. Stava arrivando in altri punti dai quali voleva con tutte le sue forze tenerlo lontano, perché sapeva che non era la cosa giusta da fare. Forse.

Tornò a guardare fuori fino a quando non sentì il suo caldo respiro sul collo, le sue mani che armeggiavano con la cinta dell'accappatoio sul suo ventre cercando un modo per intrufolarsi sotto. Si voltò e lui catturò le sue labbra in un bacio che era del tutto diverso da quello che lei gli aveva dato prima. Era voglioso, esigente, profondo. Beckett poggiò le mani sul suo petto caldo e poi le fece scivolare dietro sulla schiena scendendo per poi prendere pieno possesso dei glutei sodi, mentre lui l'aveva liberata dal quella spugna che la copriva.

- Oggi non devi scappare al distretto? - Le chiese mentre lasciava le sue labbra per scendere sul collo.

- No oggi no... - Rispose Kate ansimando.

- Bene... Abbiamo tempo per un buongiorno come si deve allora...

Beckett fece scivolare l'accappatoio a terra rimanendo nuda come lui, mentre Castle stringeva i suoi fianchi, scendendo sempre più in basso fino a trovare il centro del suo piacere. Non aveva bisogno che gli rispondesse, il suo corpo parlava per lei. Si inginocchiò ai suoi piedi, baciandole l'interno coscia su entrambi i lati, risalendo lentamente dal ginocchio all'inguine, stuzzicando con il suo respiro caldo i sensi di lei che rispondevano ad ogni suo tocco in modo incontrollato, ancora di più quando arrivò lì dove lei voleva ed i baci divennero lunghi e profondi per stimolarla direttamente, facendola andare presto fuori di testa, facendole perdere ogni appiglio con la realtà. Solo una cosa Beckett sapeva con certezza, non ne aveva mai abbastanza di lui.

Now I KnowWhere stories live. Discover now