I tratti dello specchio

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Somnia Astra

Le fiammelle tornarono alle proprie candele con un sibilo, rilasciando un dolce profumo di gelsomino. Clara uscì dall'acqua e andò a cambiarsi, non voleva rimanere sola, sarebbe ripiombata in uno stato di riflessione e non voleva. Si chiese se Caos le avesse mostrato questa parte del suo potere solo per poterla usare in qualche modo, ma decise di scacciare quel pensiero fintanto che l'avesse aiutata a scoprire ciò che non conosceva. La Bilancia tornò nella stanza dove si era cambiata e in cui, attaccato alla parete, c'era un enorme specchio con intagli dorati tutt'intorno. Guardò il suo riflesso con attenzione e notò che le figure di Lichtenberg comparivano dai suoi fianchi, così si voltò e vide che formavano due ali spoglie sulle sue scapole. Sentì come se il fiato le stesse cominciando a mancare e una stretta gelida la stesse costringendo a cadere in ginocchio. Resistette all'impulso e, presa da una strana euforia, provò a usare la magia per farle scomparire. Mise le mani come le aveva mostrato Caos, ma nulla accadde; provò a usare la mente, ma non funzionò. Voleva assaporare di nuovo la sensazione che aveva provato nella vasca, voleva poter usare la magia e sentirsi parte del mondo che stava scoprendo. Si girò per controllare un'ultima volta il suo riflesso frontalmente, ma a fianco a lei, voltato di spalle, vi era un uomo snello e alto, che portava un velo sulla vita, il cui corpo pareva fatto di fumo. Il cuore di Clara perse un battito e rimase ferma immobile, come un daino davanti alle luci di un'auto.

«Bello quell'incantesimo, un po' troppo debole, anche se hai ancora i segni di mio fratello sulla tua pelle.» disse l'individuo, muovendo le labbra che potevano essere notate solo tenendo gli occhi sgranati, come stava facendo Clara. Il cuore di quest'ultima cominciò a battere forte, così forte che la ragazza fu costretta a prendere boccate d'aria più grosse delle precedenti. Si rasserenò un po' quando, portandosi una mano al petto, vi trovò la collana. Non se l'era mai tolta, la strinse così forte che senti l'argento lasciarle dei piccoli solchi nella mano.

«Che forma è quella che hai adesso?» chiese, anche se avesse voluto che rimanesse solo un pensiero, perché Morte si sarebbe potuto approfittare della sua curiosità un'altra volta.

«Questa è la mia forma umana, segnata dalla tristezza, mantenuta tangibile dalla voglia di raggiungere i miei obiettivi. Quello però più sfatto è il volto, che spero un giorno possa tornare com'era prima. Il volto che mia madre mi ha donato e che mi è stato strappato via.» disse e si girò, mostrando la parte davanti. Il viso era privo di qualsiasi caratteristica umana, se non per la nota scheletrica al di sotto del nero colore, gli occhi e la malizia di cui erano intrisi. I capelli erano corti e bianchi e pareva che il loro vero colore fosse celato dalla sostanza fumogena di cui era fatto il corpo. Inorridita Clara si portò le mani alla bocca soffocando un grido.

«Ogni volta che assorbo o sto insieme a una Bilancia il mio corpo torna normale, finché non nasce quella dopo, allora il mio aspetto peggiora sempre di più. Se tu fossi forte la metà di quanto dicono, mi avresti già aiutato, ma hai ancora strada davanti a te. Io almeno ho avuto la decenza di fare una bozza al quadro che sta aspettando tu lo dipinga, loro non ti hanno nemmeno dato i colori e hai comunque deciso di seguirli. Ricordati che uno è il caos e l'altro il pentimento, non sono meno colpevoli di me in questo mondo.» pronunciò, allungando una mano che uscì dallo specchio. Clara indietreggiò velocemente, ma Morte si fermò, fissando lo sguardo negli occhi della Bilancia.

«Ti raggiungerò in ogni luogo dove andrai, anche dove fisicamente non potrò entrare.» sussurrò, ma in modo tale che la minaccia arrivasse al bersaglio.

«Smettila. Non so da quanti anni esattamente tu insegui questo desiderio, ma io non ne voglio fare parte!» esclamò Clara, sentendo le gambe implorarla di fuggire.

«Mi dispiace deluderti, ma ci sei dentro sin dalla nascita, non è qualcosa che puoi controllare. Però puoi scegliere se venire con me ora o se attendere di vederci altre volte.» la spronò, aprendo la mano oltre lo specchio. Clara la fissò per un attimo, ma scosse la testa subito dopo, voltandosi per prendere i vestiti e lasciare la stanza; si interruppe quando capì che Morte se n'era andato. Si cambiò, togliendosi il costume e mettendosi l'intimo e il vestito arancione. Sentì il cuore rallentare, ma le tremavano le gambe e le mani e, quando camminando arrivò nel corridoio, lo sguardo preoccupato di Uriele lasciava intendere come fosse il volto di Clara.

Cobalto - Pioggia ai viviWhere stories live. Discover now