Il sentiero del ghiaccio

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Another time

Mi tolgo il maglione, la maglia, le scarpe e le calze, lasciando solo reggiseno e pantaloni. Infilo tutto nello zaino, che dalla capienza interna sembra la borsa di Mary Poppins.
Sento freddo, ma avere delle cose bagnate addosso mi dà fastidio, soprattutto sapendo che c'è un essere dall'altra parte della pozza che mi sta studiando. Fortunatamente il taglio fatto con Valasyon è nell'altro braccio quindi, anche se sentisse odore di sangue, non sa effettivamente dov'è la ferita. E se sentisse quello nei pantaloni posso coprirlo con la gamba. Potrei usare la camminata fantasma, ma ho bisogno di riprendermi. Mi gira la testa, non riuscirei ad alzarmi a meno che quell'essere non mi venga addosso. Non sono pronta per uno scontro, continuo a tossire sentendomi la gola pizzicare. Se non mi ammalo ora non so quando potrei, il freddo mi fa tremare. Quando sento il rumore di qualcosa che cade in acqua mi volto di scatto, ma non esce niente dall'acqua. Prendo lo zaino, tiro fuori l'assorbente - che metto subito - e il diario, lo apro e cerco una pagina qualsiasi che possa informare me e distrarre l'essere.

«"Trenta ottobre duemila, questa sarà l'ultima pagina che scriverò. Ti getterò nel mare della Foresta dei Cedri di Dio. Qui dentro c'è scritta gran parte della mia vita, e troppo poco perché chi la legga ne sia preso appieno. Ho paura, come Chaos, che Morte leggendo ne approfitti. Quella che nascerà tra quattordici anni sarà l'ultima Bilancia e io non voglio che muoia appena nata, com'è successo con quella di prima. Proprio perché Tanato è andato contro al tempo datogli dalla natura, che questa Bilancia che verrà sarà l'ultima. Nostra, già citata in queste pagine, mi ha detto di conservarlo sotto al suo clan, lì dove il ghiaccio si è formato, ma preferisco di no. Magari il mare lo custodirà meglio. Lì ci sono le anime dei morti, e loro ripudiano Tanato per averli fatti crepare annegati.
Credo di averti detto tutto, spero di non sbagliare con questa Bilancia, spero di esserle amico, spero non venga a sapere niente più di ciò che le dico. Sono stato un mostro in passato, come desiderava mio padre: distruttore per divertimento Chaos, continuo persecutore di perdono altrui io e cieco desideratore di anime Tanato"» concludo. La firma di Jacopo si ripete in diverse lingue finché non chiudo il diario guardando l'illusione. Tanato che prende una neonata, Jacopo che parla con Nostra, Jacopo che scrive, e poi la parte finale, i tre fratelli nella loro forma diabolica. Quando la scena scompare la creatura è uscita dall'acqua e sta guardando anche lei le immagini dissolversi. È una gorgone, con gli occhi giallo navone e il fisico di uno che non mangia da giorni. Il suo sguardo cade improvvisamente su di me ed è come se qualcosa mi rimbalzasse addosso, per poi dissolversi nell'aria.

«Tu non ti pietrifichi?» chiede strisciando verso di me.
«No» dico guardandomi prima le braccia e le gambe.
«Che cosa sei?» si avvicina sospettosa.
«Un'umana..?» mi esce come se fosse un dubbio più che una risposta decisa.
«Allora tu puoi vedermi! Dimmi sono bella in volto?» domanda sibilando, facendomi concentrare di più sul suo viso. Pur avendo le sembianze di un rettile è carina, con i capelli di serpenti lasciati liberi sulla testa, i canini che escono fuori ogni volta che apre bocca e gli occhi grandi.
«Sei carina» pronuncio cercando di non far sembrare il mio tono di voce come un'offesa.
«Carina vuol dire bella?»
«Poco meno di bella» rispondo sorridendo.
«Anche tu sei carina» ribatte incrociando le braccia al petto, sibilando rumorosamente.
«Questo non vuol dire mica che tu sia brutta» aggiungo, e questo fa sì che la gorgone mi osservi meglio, forse per rimediare a ciò che ha detto prima.
«Guarda che non mi sono offesa» la informo divertita dal suo modo di avvicinarsi per guardarmi meglio, ma quando vedo che guarda la parte insanguinata del pantalone ecco che un senso di imbarazzo mi travolge costringendomi a voltarmi per cercare nello zaino un pantalone pulito.
«Puzzi più di quei cosi. Ho tentato di mangiarne uno prima di pietrificarlo e non sono per niente buoni» afferma indicando un'aracne che, appena incrocia lo sguardo della gorgone, diventa una statua di pietra.

Cobalto - Pioggia ai viviWhere stories live. Discover now