Capitolo tredici. - "Spiegazioni."

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«Soffro di depressione, Ally.» mi sentii dire e io ci rimasi male. Solo Lauren conosceva le sue vittime, anche se, Camila non sarebbe mai stata una sua vittima.

«Ci sono volte in cui... Non ho voglia di fare niente, penso a cos'ho sbagliato, a cos'ho fatto di male per meritarmi tutto questo. È doloroso sapere che la persona che ti interessa può ucciderti.»

Sospirai, guardai attentamente la ragazza che mangiava un pezzo di pane. «Ti piace?» chiesi. «Ti piace Lauren?

«Ora provo solo schifo verso i suoi confronti. Non mi doveva trattare così. Doveva capire il mio stato d'animo, doveva aiutarmi, cercare di sollevarmi dalla mia caduta... Ma questo è impossibile, per tutti lo è.»

La capivo. «Sinceramente non capisco nemmeno perché sto parlando con te quando sei sua amica.» disse e io poggiai la mano sulla sua spalla e la guardai.
«È perché forse ti fidi?»

«Non lo so, forse sono solo pazza, sono una che ha il cervello disconnesso e che tra un po' morirà per colpa di una pazza psicopatica divoratrice di corpi.»

Socchiusi gli occhi, guardai Camila con attenzione, i suoi occhi erano gonfi e rossi, il suo respiro piano piano diventava pesante.

«Vedi Ally, io sono di quelle persone che cerca in ogni modo di aiutare il prossimo, ma che nessuno muove un dito per me.» disse piano e io mi avvicinai a lei, l'abbracciai.
«Ti capisco, Camila.» dissi. «Mi sono sentita anch'io come te.»

«Tu che hai fatto?»

«Sono semplicemente diventata più forte.» dissi. «Ho aiutato i miei genitori a smettere di drogarsi, ho cercato di togliere l'eroina che si portavano a casa. Ho cercato in ogni modo di aiutarli. Ma alla fine, non ho ricevuto niente, solo violenza, solo dolore.»

Camila Cabello's P.O.V.

Guardavo Ally, nelle sue parole, c'era tanto dolore, lo potevo sentire anch'io. Non immaginavo che ogni persona di questa casa, avesse affrontato problemi di questo genere. Certo che doveva essere dura per lei, in realtà per tutte.

Capivo Ally, la capivo più di ogni altra cosa al mondo. Un po' mi rispecchiava, solo che c'erano dettagli diversi.

«Cos'è successo poi?» Ally mi fece cadere dalle nuvole, alzai le sopracciglia, mi ero calmata, stavo forse meglio?
«Niente, ho avuto un attacco ho iniziato a offendere, a star male.»

«Lauren è una persona molto emotiva, anche se non lo da a vedere.» sussurrò lei. «Ha subito le pene dell'inferno quella donna.»

«Non provo interesse per il suo passato. Non provo interesse per lei.» dissi io sentendo un dolore al cuore, sapevo che non era così.

«Non è così.»

Ecco, appunto.

Sorrisi amaramente, guardai Ally. «Cerca di capirla.» disse.
«Che lei invece cercasse di capire me! Non mi interessa se lei è emotiva o cazzate varie, Ally. Io ci sto male.»

«So che ci stai male, Camila. Dalle una possibilità, cerca di aiutarla, cercate di aiutarvi a vicenda.»

Strinsi i pugni. «Io cercherò di aiutare lei, ma non assicurarti che cederò al suo essere "vittima".» dissi.

Lei sorrise. «Camila. Lauren ti vuole, te ne sei accorta?»

Negai con la testa, sentii un nodo allo stomaco. «Lauren mi vuole solo per del semplice sesso.» assicurai. «Io per lei sono un gioco, Ally.»

«No, sai, Lauren mi ha detto le tue stesse parole, ma c'era una bugia dietro queste. Lauren ti vuole davvero, ha solo paura.»

La guardai e la vidi alzarsi. «Chiamerò Lauren, voglio che ci parli tu, Camila.» disse e mi lasciò da sola.

Lauren Jauregui's P.O.V.

Seduta sulla sedia della mia scrivania, stavo sfogliando le carte delle mie vittime. Non appena vidi la carta di Camila, sospirai. «Come posso aver fatto una cosa del genere? Non dovevi appartenermi.»

Il bussare alla porta, mi fece spaventare, di conseguenza le carte volarono in alto per poi toccare il pavimento. Mi sentii il salire il sangue al cervello. Andai ad aprire la porta e non appena vidi Ally davanti a me, socchiusi gli occhi.

«Grazie.» entrò dentro senza chiedere il permesso. Era così piccola ma il suo carattere stronzetto non le mancava di certo.
«Che ci fai qui?» chiesi io chiudendo la porta, mi girai e vudi come Ally mi stava fissando.
«Sono stata da Camila.»

Alzai le sopracciglia sorpresa, questa non me l'aspettavo sicuro.

«A fare?»

«Le ho portato dei vestiti e del cibo. Sono uscita a comprare alcune cose al supermercato.» spiegò tranquilla.
«Spero che non ti abbia visto nessuno.»

Lei alzò la mano. «Zitta. Non sono venuta per parlare di questo ma bensì per parlare di Camila.»

Mi scivolarono di nuovo le carte. «Stai scherzando? Non voglio sapere niente di lei, chiaro? Ti chiedo anche di andare a toglierle tutto ciò che le hai portato.»

«Lauren, Camila è depressa, lo sai?!» mi guardò e io sospirai.
«Lo so.»

«E allora, perché non l'aiuti?» mi chiese e io negai con la testa non sapendo cosa rispondere.

«Io so che tu la vuoi.» disse. «Tu la vuoi non solo per il sesso.» sussurrò e io mi sedetti e controllai le carte. «Lascia queste dannate carte!» mi urlò e io le misi da una parte temendo che me le strappasse sotto agli occhi.

«Io non amo nessuno.» dissi. «Io non prendo nessuno sul serio, Ally. Per me Camila è solo un... Un vizio, ecco.» disse. «Ally, mettitelo in testa, Camila per me sarà solo del gioco, del sesso sfrenato.»

«Non ci credi nemmeno tu, Lauren. Smettiamola di prenderci in giro, basta. Sono stufa di sentirti smentire tutto questo.» disse dura e io la guardai.
«Okay.» dissi.

«Okay?» mi guardò sbalordita. «Io non ci credo! Con te non fa nemmeno a parlarci. Io davvero...»

«Okay, mi piace, quindi?» specificai, guardai la mia amica con durezza. «Ora che lo sai, sei felice? Sei contenta che finalmente sai questo mio fottuto segreto?» sentii il mio viso bollente, stavo per scoppiare dalla rabbia e dalla voglia di prendere a colpi la mia amica.

«Non sono felice.» disse. «Sono arrabbiata con te.»

«Perché?»

«Perché non c'era bisogno di fare una scenata di questo tipo.» disse dura e io sospirai.
«È che non possiamo.» cercai di dire.

«Voi potete eccome, io ne sono certa.»

«Se no?» la guardai.

«Se no ti prendo a calci nel culo e ti faccio cambiare idea in un lampo.»

caníbalDonde viven las historias. Descúbrelo ahora