Capitolo ventiquattro. - "Allyson Brooke."

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La mattina seguente, Ally era seduta in terra davanti alla porta. Era strana, sul suo viso c'era stampato un sorriso dolce.

Mi avvicinai a lei, sinceramente questo mi preoccupava visto che oggi sarebbe toccato o a lei oppure a Lauren.

«Ally?»

«Che Gesù Cristo sia con te, giovane ragazza.» disse facendo il segno della croce per poi alzarsi.

Lauren Jauregui's P.O.V.

Camila mi stava guardando con aria decisamente confusa. Io non le diedi spiegazione ma sapevo che questo comportamento da parte di Ally era assolutamente normale.

Forse stava pregando semplicemente per le nostre anime in pena.

Ally stava camminando e il suo sorrisetto non mancava minimamente dal suo viso.

Iniziavo quasi a preoccuparmi per tutto ciò.

La porta decise di aprirsi. «Evviva!» esclamò. «Lauren sei felice che tra un po' sapremo chi morirà delle due?»

Io persi un battito e Camila spalancò la bocca rimanendo sconvolta.

In realtà, volevo morire io al suo posto. Ally mi era troppo cara, la nostra amicizia era davvero forte. Io dovevo veramente tanto a quella donna.

Forse, secondo me era tutta una finzione, Ally era morta dentro. Conoscevo abbastanza la forza e la sua voglia di affrontare le cose.

Sinceramente, ammiravo questo di lei.

Dinah ci stava guardando e come sempre, ci trascinò nella stanza dove si trovava quel maledetto oggetto, l'unica che riusciva a trattare bene, grazie a Dio, era Camila.

Non volevo che la trattassero male, o almeno, non a lei.

Camila meritava il meglio anche se, ha trovato il peggio visto che amava una persona come me.

Io guardavo Camila come se fosse la cosa più preziosa al mondo e lei, mi guardava altrettanto. Una cosa mi lasciava in dubbio; Camila pensava la mia stessa cosa, oppure pensava solamente alla fine di tutto questo?

Sinceramente, non sapevo darmi una risposta, ma chiederle anche cosa pensasse di me, era alquanto ridicolo.

La guardia era ferma davanti a noi due, camminava con il suo foglio bianco tra le mani, sicuro indeciso su chi ammazzare prima.

Speravo cento volte di morire io.

Il tacchetto della sua scarpa suonava sulla mattonella sporca.

Ammettevo che qui di igiene ce n'era ben poco.

Il rumore dei suoi tacchetti mi stava urtando la pazienza, quindi decisi di parlare. «Stia fermo e si muova a dire chi cazzo deve sedersi in quella fottuta sedia.» dissi indicando con la testa quella tortura posta sull'angolo della stanza.

«Oh, vedo che siamo di fretta.» disse lui in un sorriso. «Allyson.»

«Ah? Io? Davvero?» alzò le sopracciglia e io negai.
«No! Deve scegliere me.»

Lui sorrise e Camila si morse il labbro. «Vedo come ci tieni alla tua amica, ma vedi... Io decido chi far crepare le persone bastarde come voi.» disse lui sputando sulla gomma delle mie scarpe.

«Non si permetta!» ringhiai e Camila mi accarezzò il braccio.

«Tocca davvero a me, morire?» chiese Brooke e io la guardai.

Sembrava seria.

«Wow,» iniziò. «Mi sentirò regina in quella sedia. Da una certa scossa.» disse andando a sedersi.

Come non detto, Ally non era mai stata seria, nemmeno quando sarebbe giunta la sua ora.

Un po', amavo anche questo di lei.

Una volta seduta, venne legata da un ragazzo che non avevo visto prima. Era alto, capelli chiari e carnagione bianca.

«Ti occupi tu di legare la presente Brooke, Troy?»

Troy? E chi cazzo era questo?

Lui annuì ma non capii cosa accadde in quel momento, Ally sorrideva.

Una volta sistemata, lui se ne andò, lasciandomi um grosso dubbio.

«Allyson Brooke Hernandez, ti penti di ciò che hai fatto?»

«Ave o Maria, piena di grazia il signore è con te...»

Camila ridacchiò un po'.

Come darle torto, Ally riusciva a rendere tutto divertente, pure la morte.

«Hernandez!»

«Padre nostro, che sei nei cieli!» urlò lei e Camila rise forte.

Una forte scossa fece tacere la mia amica.

Silenzio.

«Allyson, ti penti di ciò che hai fatto?»

«No.» disse. «Solo il signore può decidere cosa farne di me, di certo non sarà una fottuta sedia a fermarmi.» disse lei con rabbia. «Persone come voi avrebbero dovuto aiutarci, venirci in contro. Voi non verrete amati, voi verrete distrutti dalla sua potenza!»

Ally mi faceva quasi paura. Ogni volta che parlava di Dio, a casa, diventava serissima da sembrare un'altra persona.

Sospirai intensamente.

«Ora basta!» disse lui perdendo la pazienza. Il voltaggio era altissimo e le scosse percorrevano lungo il corpo della mia amica. Lei si muoveva istericamente e urlava come non mai.

Ad una certa, dopo minuti di resistenza, di Ally rimase solo il corpo bruciato e fumante.

Venne portata subito via, sempre da quel ragazzo.

La guardia si avvicinò a me.

«Piangi?»

Non mi accorsi nemmeno che stavo versando lacrime. Non risposi.

Camila non c'era.

«Domani toccherà a te, Jauregui.» disse lui e io socchiusi gli occhi.
«Se questo rende felici ognuno di voi, a me sta bene, ma sappiate che ogni cosa gli tornerà contro, si ritroverà nei miei stessi panni e verrà assalito dall'odio più totale.»

Detto questo, girai le spalle e me ne andai da lì.

Non volevo vedere nessuno se non Camila che mi aspettava nella cella fredda.

Lei si alzò dalla brandina in un mare di lacrime, la prima cosa che fece, fu baciarmi e abbracciarmi. «Non voglio che arrivi domani, Lauren.» disse disperata.

«Mi dispiace.» dissi soltanto per poi asciugarle le lacrime. «Sono veramente distrutta. Ho il cuore in frantumi.» aggiunsi sentendomi nuovamente gli occhi umidi.

Camila negò. «Ally è stata un mostro mentre rimaneva lì.»

«Già.» dissi io sorridendo leggermente. «Era fissata con la chiesa, amava tantissimo Dio ecc.» dissi io ricordando la mia amica. «Fa male non averla più tra i piedi.»

«Già prima non si riusciva a vederla per colpa della sua bassezza, ora non la possiamo vedere più sul serio.» disse Camila facendomi ridacchiare un po'.

«Ammetto che Ally era sempre la psicologa del gruppo.» dissi io.
«Ha aiutato anche me, quindi credo proprio di sì, era una piccola psicologa. Era davvero in gamba...» rispose lei.

Sorrisi un po', scossi la testa e guardai Camila. «Facciamo l'amore?»

«Per l'ultima volta...?» sorrise un po'.

«Per l'ultima volta.»

caníbalWhere stories live. Discover now