2. Come scrivere i combattimenti 2: Stili di combattimento 1

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Esistono molti tipi di combattimenti diversi e dunque diversi modi per scriverli. Cosa stanno facendo i vostri personaggi? Si picchiano a mani nude? E se si, stanno usando uno stile particolare? Oppure hanno delle armi bianche? Dovremmo iniziare analizzando che tipo di combattimento volete rappresentare. Un ottimo modo per far nascere un combattimento naturale è dare al personaggio una capacità/arma che gli si addica (la componente psicologica è importantissima, se non addirittura fondamentale, in un buon combattimento) e fargliela usare.

Ad esempio se il vostro protagonista è cresciuto in un quartiere povero e ha dovuto vedersela con i peggiori bulli e spacciatori è piuttosto improbabile che sappia usare una katana, piuttosto avrà uno stile di combattimento pragmatico e "sporco", più simile al Krav Maga che al Kung Fu.

Molti di voi strizzeranno gli occhi e diranno "Che? Krav Maga?". Non preoccupatevi, ecco quello che aspettavate: una bella lista (non completa, altrimenti dovremmo scrivere quattro libri) degli stili di combattimento con consigli su come descriverli e sul tipo di storie e di personaggi a cui si adattano! Purtroppo, non in ordine alfabetico. Se volete combattere dovete essere pronti a tutto, anche a saltare ordini e gerarchie, Ka-TAAAH!

Pugilato:

Arte marziale di percussione che usa i pugni chiusi (pugilato deriva dal latina "pugilatus", da "pugil" che indica l'atleta che lotta con il "pugnus", il pugno), perfetta soprattutto per il protagonista maschile dal temperamento "arrabbiato" perché meno disciplinata di molti stili orientali e perché è più probabile che sia riuscita ad imparare solo questa. Ovviamente si tratta di uno stile adattabile ed è ottimo anche per dare un minimo di abilità combattiva ad un personaggio che, altrimenti, non combatterebbe affatto. Si preferisce usare il pugilato nelle storie realistiche/urban fantasy, piuttosto che nella fantascienza o nel fantasy puro, perché é chiaramente meno evocativo di altre tecniche e perché da l'idea di qualcosa di moderno.

Esistono diversi modi di scrivere il pugilato, ma quasi tutti sono abbatanza tecnici e usano termini quali:

Diretto: considerato il colpo più importante e il più comune, si effettua praticamente allungando il braccio e avanzando leggermente. Può essere un colpo di disturbo (per deconcentrare l'avversario, spesso dati in raffica), di arresto (se l'avversario vi sta per colpire e pensate di poter essere più veloci di lui e convincerlo a schivare/parare) o di preparazione al diretto successivo. Raramente è un colpo molto potente, ma quando lo è bisogna ricordarsi di descrivere la rotazione del corpo del pugile, che grazie alla potenza dei muscoli del torso amplifica la velocità del colpo. Se avete un personaggio mingherlino, resistente e veloce, ma non particolarmente potente, probabilmente vorrete farlo lavorare con molti diretti, disturbando l'avversario e stancandolo.

Gancio: Un gancio è più forte di un diretto perché trae potenza dalla leva fornita dalla spalla e dalla posizione ad angolo retto del braccio. Con un colpo del genere non potete raggiungere un personaggio lontano: dovete essergli molto vicino, quindi si tratta in genere di un colpo di chiusura per un combattimento o comunque che fa parecchio danno.

Montante: Il famoso uppercut, è un colpo dato dal basso verso l'alto, che si attua ruotando la spalla in modo da imprimere potenza al pugno. Riuscire a colpire un avversario con un montante al mento significa averlo praticamente finito, non importa quanto sia grosso, quindi ricordatevi di essere realistici con i vostri combattimenti! Se il vostro bestione di due metri e mezzo di altezza per centottanta chili di peso prende un montante serio da un personaggio che di chili ne pesa appena settanta, c'è la buona possibilità che rimanga frastornato o che finisca persino al tappeto. Tranne che non abbia la mascella rinforzata di titanio, a voi la scelta.

Come scrivere ogni cosa (del mondo conosciuto, sconosciuto o inventato)Where stories live. Discover now