Laboratorio

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POV Richard

Mi teletrasporto furioso alla discoteca più famosa tra demoni: la Bitch House.

Devo dire che il nome calza proprio a pennello: Mi sembra proprio di essere tornato a scuola, in mezzo a tutte queste ragazze completamente rifatte e senza cervello.

Eccone una che mi si avvinghia contro:

-Hey bel ragazzone, sei libero adesso? Per te posso fare un prezzo speciale. Che ne dici di 15?-

-Ma levati.- Tento di scrollarmela di dosso, senza alcun successo

-Dai, facciamo 10.-

Con un movimento improvviso del braccio riesco a staccarmela di dosso.

-5?- mi sta proprio supplicando

Mi volto a guardarla: gambe, naso e fianchi sicuramente rifatti, due chili di trucco e labbra ultra siliconate. Non ha nulla addosso eccetto una minigonna super corta e una fascia strettissima sul seno. Poveraccia, paragonata alla mia strega, è piatta come un'asse da stiro e piena di cellulite. Non ha assolutamente nulla di interessante.

-Levati!-

-Dai, vedrai che non te ne pentirai.-

adesso mi ha veramente rotto -Senti: se non esistessero il trucco e la chirurgia plastica, ti garantisco che mia nonna in putrefazione avrebbe un'aspetto comunque più gradevole del tuo, mi correggo, mia nonna in putrefazione ha un'aspetto migliore del tuo. E ora levati di mezzo e torna a sbronzarti da qualche altra parte.-

Mi guarda offesa, poi gira i tacchi per andarsene, ma inciampa come una stupida. Ecco cosa succede a tutte quelle che indossano un chilometro e mezzo di tacco, per poi rendersi conto di non saperci camminare.

Le passo accanto, ignorandola. Non sono venuto certo qui per lei.

Mi metto a scrutare tra la folla. Ma dove diavolo è finito quell'idiota?

Ah, eccolo! Ha una bella faccia tosta a chiamarmi in un posto del genere, per poi circondarsi di racchione rifatte.

-Hey!- urlo

Non sembra accorgersi di me

-Sto parlando con te, cretino!-

-Ah, ciao boss.- sembra a disagio -Ragazze, lui è il mio boss.-

-Ciaoooo.- Grandioso, un quartetto di galline arrapate senza cervello

-Perché mi hai fatto venire in un posto del genere con così tanta urgenza?-

Si avvicina al mio orecchio -Ho appena visto il principe Alan.-

Sgrano gli occhi -Mio fratello? Qui?-

Annuisce

-Perché?-

-Stava cercando Tredici.-

Merda! Se stava cercando Tredici c'è sotto qualcosa di grosso

-... e stava anche cercando una certa ragazza.-

-Coooosa?- lo prendo per il collo, mentre le ragazze urlano -Quale ragazza?-

Ho un terribile presentimento

-N...Non lo so. Qui è pieno di ragazze molto belle, non so a chi si riferisse...-

-Vediamo se ti torna la memoria.- Aumento la stretta

-Va bene, va bene. Stava cercando una ragazza di nome Esme...-

-Esmeralda?-

-Ecco sì. Ti ho detto quello che volevi sapere, ora lasciami andare.-

-Prima rispondi a una domanda: Che fine ha fatto quella ragazza?-

-Non ne ho idea.- sta cominciando a diventare viola

-Oh andiamo, non prendermi per il culo. Conosci tutte le ragazze qui dentro, ce ne sarà stata una che avrai visto stasera, ma che non conoscevi, no?- Stringo ancora

-Sì, sì, ce n'era una parecchio carina, ma è stata portata via da un'uomo molto grande.-

-Dove?-

Indica la porta -A quest'ora quella ragazza non sarà certo più una santarellina, sempre sia ancora viva.-

Lo lascio andare di colpo. -Mi fai schifo.-

Corro verso l'uscita, trovandomi davanti tantissime porte. Ed ora? In quale stanza sarà?

Ma davanti ad una delle ultime porte, c'è mio fratello.

-Alan!- tuono

-Oh ciao fratellino! Ma che coincidenza incontrarci qui! Come mai da queste parti?-

-E hai anche il coraggio di prendermi per il culo? Lei dov'è?-

Assume un'espressione stupita -Lei chi?-

-Esmeralda.-

-Ah lei... ecco, lei se n'è andata.-

-È la peggior scusa che tu potessi mai inventare.- Indico la porta sul quale è appoggiato -È qui dentro con Tredici, vero?-

Non risponde

Lo sposto bruscamente, aprendo la porta.

-Senti, parliamone con calma...-

-Dov'è?-

Ora sembra davvero stupito. Entra anche lui nella stanza vuota.

-Ma è... vuota.-

-Te lo ripeto: Lei dov'è?-

-Era qui fino a qualche secondo fa, te lo giuro. Tredici mi ha detto di uscire e...-

-Razza di scemo! E tu hai fatto come ti ha detto? Ma lo sai che cosa si racconta di lui?-

-Lascia perdere. Dobbiamo pensare a come trovarla.-

POV Esmeralda

Camminiamo a tentoni da ormai qualche minuto. Sento un sottofondo di goccioline di umidità, che cadono sugli scalini di pietra

-Manca ancora molto?-

-Ci siamo quasi.-

Questa storia comincia a non piacermi, proprio per niente.

Perché diavolo ho deciso di seguirlo?

-Ecco, ci siamo.-

Ci blocchiamo di colpo.

Fruga nella sua tasca, tirando fuori un mazzo di chiavi dall'aria antica.

Comincia a tastare la parete, cercando la toppa. Appena la trova infila la chiave e apre la porta facendola cigolare.

L'interno della stanza è illuminato da varie fiaccole, che donano alla stanza un'aspetto spettrale. Si tratta di una specie di laboratorio, o almeno, così credo. È pieno di pozioni e boccette colorate. In un'angolo ci sono due sedie, poste una di fronte all'altra. Nell'aria c'è ancora quell'odore intenso che avevo percepito prima su Tredici

-Che posto è questo?-

-È il mio laboratorio.-Allora non mi ero sbagliata.

Vedo un leggerissimo fumo provenire da un oggetto simile ad una scodella: dev'essere da quel incenso che arriva quest'odore.

-Perché mi hai portata qui?- 

Si allontana da me, andando a raccogliere un mazzo di grosse carte e una scatola

-Che cosa sono?-

-Ti racconterò una favola, vuoi ascoltarla?-

Seriamente? Questo mi trascina in un sotterraneo per leggermi una favola? Ma ha tutte le rotelle a posto?

-Non sono matto, se è quello che stai pensando.-

-Non l'ho mai detto.- anche se è quello che penso

-Meglio! Ti sarà più facile starmi a sentire.-

Si mette comodo su una sedia, indicandomi quella di fronte

-Siediti.- mi incita

Per ora è meglio vedere dove vuole arrivare, non appena mi accorgerò di qualcosa di sospetto, mi allontanerò da qui.

Le catene di un demoneWhere stories live. Discover now