CAPITOLO 4

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POV EREN
Mi chiusi nella mia nuova camera, i miei conquilini non c'erano. Armin sarebbe andato a dormire nella camera di Connie e Jean sarebbe andato da un nostro compagno di classe di cui ho compreso che il nome doveva essere Marco.

Mi stesi sul letto prendendo le mie cuffiette e facendo partire la mia playlist preferita.

you can run but you can't hide, we always seek, we always find. You can run but you can't hide, we always seek, we always find. You can run, you can try, you can run but you can't hide

Una delle mie canzoni preferite "CAN'T HIDE" dedicata ad uno dei miei giochi preferiti. Nonostante non fossi un grande fan dell'horror e del creepy, Five Night At Freddy's rimane uno dei giochi che adoro di più.

Affondo il viso nel cuscino e lascio che la rabbia e la tristezza si sfoghino in un pianto liberatorio. Le mie urla di disperazione vengono soffocate dal cuscino che si fa sempre più umido.

Mi alzo dal letto facendo cadere il cellulare, vado verso il bagno e cerco il mio astuccio igienico. Li trovo e prendo il flacone di correttore. Con le pinze faccio cadere il coperchio del retro, quello inutile che non dovrebbe nemmeno esistere e ne prelevo il contenuto da me nascosto ogni volta.

Levo la carta argentata dalla lametta e rimetto il flacone a posto. Tengo stretta la lametta fra il pollice e l'indice della mano sinistra. Esco dalla stanza portandomi le chiavi. Sono piccole e hanno vicino la targhetta della stanza.

Corro velocemente verso le scale, mentre scendo urto la spalla di qualcuno che mi fa cadere la lametta. Non chiedo scusa e mi fiondo a prendere la lametta sul gradino dietro di me per poi continuare a scendere mentre qualcuno mi chiama. Sento un tonfo e deduco che chiunque mi stesse chiamando sia caduto nel tentativo di raggiungermi ed ora sta imprecando amaramente.

Arrivo all'uscita dei dormitori maschili, mi precipito fuori e raggiungo a passo svelto il giardino mostratomi il primo giorno di scuola da quei tre. Mi nascondo dietro un albero dai fiori rosa candidi e delle foglie verdi molto chiare.

Tiro un respiro di sollievo e mi accascio al suolo, poggiando la mia schiena sulla superficie rugosa e gelida del tronco. Singhiozzi e lacrime non tardano ad arrivare.

Tengo salda la lametta sul polso e comincio:

_mi manca mia madre_
Un taglio
_mi manca mio padre anche se è uno stronzo_
Un altro taglio
_mi odio perchè sono diverso_
Un terzo taglio
_odio chi mi odia_
Un quarto taglio
_odio il fatto di aver perso tutti_
Un quinto taglio
_odio non aver potuto far nulla quel giorno_
Un sesto taglio
_odio essere rimasto in vita solo per mantenere una promessa ad una persona che ora non esiste più_
Un settimo taglio più pronfondo
_odio odiarmi_
Ultimo taglio netto sul polso ormai quasi invisibile con tutto quel sangue che cola.

Sento gli occhi appannarsi e vedo tutto sfocato, i suoni mi arrivano ovattati e lontani.

-cazzo! Ma che cazzo fai moccioso?!-sento qualcuno richiamarmi ma non riconosco a chi appartiene quella voce, poco importa, forse sto morendo.
-Tieni duro-mi ordina la stessa voce prima che io perda del tutto la coscienza.

POV LEVI
Mi porto le mani alle tempie, le strofino nervosamente.
Tutto quello che è successo stasera mi ricompare davanti.

Stavo andando nella mia camera quando il moccioso scende di corsa le scale urtandomi e facendo cadere un oggetto a terra, si accascia per riprenderlo mostrando i suoi pettorali tramite la scollatura della sua maglietta oliva. Corre e noto che ha una lametta fra le dita. Provo a fermarlo ma inciampo su me stesso finendo con il sedere a terra e imprecando esasperatamente.

Avevo girato l'intero istituto cercando quel moccioso, non so nemmeno il motivo per cui io sia tanto in pensiero per lui. Lo detesto.

Eppure sono qui, da tre tre ore, seduto su di una sedia davanti al moccioso.

I suoi capelli castani erano spettinati e gli regalavano una tenerezza indescrivibile, i suoi occhi verdi eranl nascosti dalle sue palpebre. La sua pelle era più bianca del solito e aveva un espressione corrucata ma tenera. Un po di bava scendeva dalle sue labbra semichiuse.

Davvero trovavo quella scena cosí tenera?

Sbuffai roteando gli occhi verso il cielo. Dopo averlo portato in infermeria era stato soccorso d'urgenza. Quando si sveglia lo prendo a calci per capire quale motivazione stupida l'ha portato a fare questo.

Mi aspetto una risposta banale come: "la mia ragazza mi ha lasciato" oppure "mamma mi ha messo in punizione", cose cosí.

-Ackermann, può anche andare a riposarsi se vuole. L'infermiera si occuperà del ragazzo.

Il punto è che non mi alzerò da questa fottuta sedia finchè questo moccioso non avrà aperto gli occhi! Poi lo picchierò io a sangue sentendo quante cazzate fuoriescono dalle sue stupide, rosee e meravigliose labbra che bac... NO!

Perchè penso a certe cose?
Che rabbia!

-Ackermann, mi sta ascoltando?- chiede Marta, un infermiera di grado scarso che per lo più si occupa di avvisi e spostamenti. Dubito riesca a prendersi cura del mio moccioso.

Mio?

Ma sto bene? Ma che mi prende? Massimo è il mio futuro sacco da boxe.

-si, la sto ascotando e le comunico che non me ne andrò da quí finchè questo ragazzo non si sarà ripreso del tutto- dico cordiale.

-vabene-si limita a rispondere girando i tacchi e allontandosi dal lettino e dalla stanza di Eren.

SPAZIO AUTRICE
Ciao fan dell'Ereri♥️
Il nostro Eren sembra essere molto giù di morale mentre Levi un pó titubante sul da farsi. Ma lo odia si o no?
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Lasciate un commento e una stellina ciascuno per farmelo sapere

Al prossimo capitolo
Ciauuuuuuuuuuuuuuuu

I'M YOUR, YOU'RE MINE #ERERI/#RIREN (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora