due.

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I giorni di scuola passavano lenti. Tommy mi parlava raramente e spesso era assente.

Jade era scomparsa dopo la partita, probabilmente non frequentava la nostra scuola.

Liz non faceva che raccontare a tutti di quanto fossero insopportabili Tommy e Jade e di quanto fossero fuori di testa alla partita.

Io ero chiusa nella mia stanza a guardare il soffitto dopo una lunga giornata di scuola. Sentii il cellulare vibrare, come al solito risposi senza guardare chi fosse.

《Ehi》 disse una voce... maschile?
Per poco non caddi dal letto dallo spavento.

《Non sei Liz!》 Quasi gridai.

《No ehm... dovrei?》 Rispose l'altra voce.

Staccai velocemente il cellulare dell'orecchio e riattaccai con il cuore che mi batteva a mille.

Presi un sospiro profondo portandomi una mano all'altezza del petto. Il cellulare ricominciò a vibrare. Lo guardai spaventata, come se fosse il più pauroso dei mostri. Poi, lentamente, allungai una mano e risposi.

《Chi è?》 Dissi, era lo stesso numero di prima.

Una risata cristallina mi giunse all'orecchio. 《Non riconosci più il tuo vicino di banco?》

《Ah》 dissi mentre mi davo mentalmente della stupida per aver richiamato.

《Hai da fare sta sera?》
Per poco non svenni dinuovo.
Volevo dirgli di sì, ma non era vero.
Potevo dirgli di no, ma non volevo uscire con lui.

《Uhm...》 fu la mia brillante risposta.

《Va bene, ti passiamo a prendere alle 8》

Feci per dirgli di no, ma riattaccò.
Guardai l'ora, erano solo le 16.

Rimasi seduta sul letto immobile per un secondo, poi presi il cellulare per chiamare Liz, ma mi bloccai. No, lei mi avrebbe giudicata sicuramente. Ero contenta di uscire? Forse sì.

Andai in cucina dove mio padre e mia madre chiacchieravano davanti a una tazza di the.

《Ciao tesoro, tutto bene?》 Chiese mia madre, io annuii.

《Sta sera esco》

《Oh e dove vai?》
Mio padre si portò la tazza alle labbra guardandomi da sotto i suoi occhiali neri.

Cosa dovevo dirgli? Che non lo sapevo?
Per la seconda volta nel giro di un'ora risposi con un brillante 《uhm...》

I miei genitori mi guardavano con aria interrogativa.
《Tranquilli non farò tardi》 dissi prima di girarmi per tornare in camera.

《Va bene, salutaci Liz》
Rimasi un secondo immobile.

《Sì》 sussurrai 《lo farò》

Tornando il camera ebbi un momento di euforia. Finalmente la mia vita monotona aveva preso una piega inaspettata. Risi contenta battendo le mani.

Potevo cambiare, addio giubbotto di jeans e cappellini colorati, sarei stata una nuova persona.

Mi guardai allo specchio tutta sorridente, poi guardai il mio amato giubbotto di jeans e decisi che infondo potevo anche affrontare le novità della vita senza buttare via il mio giubbotto preferito.

《Scusa》 sussurrai prendendolo in mano 《Non penserò mai più di metterti via, promesso》

Risi da sola e mi buttai sul letto, era da tanto che non mi sentivo così spensierata. Decisi che avrei chiamato il mio giubbotto Harvey, poi, con la mente leggera, mi dedicai ai compiti.

NebulaWhere stories live. Discover now